CHI SPARA SOLITAMENTE LO FA PER UCCIDERE : è eccesso di legittima difesa
Bisognerà quindi anche verificare se ci fosse l’abitabilità per vivere dentro l’azienda per così tanto tempo: “Ci sono stata – conclude il comandante Dallara – ho visto, e loro lì hanno un letto ma non è molto vivibile, insomma, ci sono le scaffalature con tutti quanti gli atti, le pratiche, e loro hanno messo un letto e un frigorifero, per cui non è che sia proprio vivibile come situazione in effetti”
Arezzo, i carabinieri smentiscono il gommista che ha ucciso il ladro: “Non risultano 38 furti”
Il capitano dei carabinieri Monica Dallara, comandante della stazione di Cortona, intervistata da Fanpage.it, smentisce quanto raccontato da Fredy Pacini: “Nel 2014 denunciò due furti. Da allora afferma di vivere all’interno della sua azienda ma, negli ultimi quattro anni, risultano soltanto altre quattro denunce per tentativo di furto. Perciò non 38 ma quattro, e non furti ma tentativi di furto”. Anche la stessa avvocatessa di Pacini ha ammesso che “solo alcuni tentativi di furto, in effetti, sono stati denunciati”
La storia dei 38 furti subiti da Fredy Pacini non ha passato la nottata.
Il capitano dei carabinieri Monica Dallara, comandante della stazione di Cortona, ha smentito al telefono con Fanpage.it il fatto che esistano effettivamente 38 denunce per furto o tentato furto.
“Nel 2014 il signor Fredy Pacini denunciò due furti, per un ammontare complessivo di quarantamila euro. Da allora afferma di vivere all’interno della sua azienda ma, negli ultimi quattro anni, risultano soltanto altre quattro denunce per tentativo di furto. Perciò non 38, ma quattro, e non furti, ma tentativi di furto. La cifra di 38 è un po’ lievitata”.
E prosegue “in tutta la zona di Monte San Savino, nell’ultimo anno, risultano 6 furti”. La storia è sulle prime pagine di tutti i giornali: ieri notte Fredy Pacini si è alzato dal suo letto all’interno dell’azienda di cui è titolare e in cui afferma di dormire da quattro anni (“esasperato dai 38 furti” ha detto), ha preso la sua pistola e ha sparato cinque volte a due uomini in fuga che avevano provato a entrare all’interno della ditta, una rivendita di gomme a Monte San Savino (Arezzo), uccidendone uno, un 29enne moldavo Vitalie Tonjoc
Il capitano dei carabinieri Monica Dallara ha raccontato poi di aver chiesto personalmente, al signor Fredy Pacini, da dove derivasse il numero di “38 furti”, che Pacini aveva dichiarato alle prime luci dell’alba alla stampa accorsa sul posto. E gli aveva chiesto se lui per tentativi di furto avesse conteggiato anche qualche vago rumore che gli aveva destato sospetto.
E sembra che sì, il signor Pacini avesse conteggiato anche rumori che altrimenti non si sarebbe spiegato, in quell’enorme numero di “38”.
La stessa avvocatessa di Fredy Pacini, Alessandra Cheli, a specifica domanda ha poi ammesso che “solo alcuni tentativi di furto, in effetti, sono stati denunciati”
Fredy Pacini, 57 anni, viveva nella sua azienda dal 2014, proprio lì dentro, mangiando e dormendo al piano superiore, così dice il signor Pacini e così conferma il suo avvocato, consigliera comunale per una lista civica proprio a Monte San Savino.
Bisognerà quindi anche verificare se ci fosse l’abitabilità per vivere dentro l’azienda per così tanto tempo: “Ci sono stata – conclude il comandante Dallara – ho visto, e loro lì hanno un letto ma non è molto vivibile, insomma, ci sono le scaffalature con tutti quanti gli atti, le pratiche, e loro hanno messo un letto e un frigorifero, per cui non è che sia proprio vivibile come situazione in effetti”
Ci hanno raccontato di 38 furti subiti, ma non è vero niente
“La storia di Fredy Pacini non è come ve l’hanno raccontata.
I 38 furti subiti in realtà sono stati due, e quattro tentativi di furto denunciati.
Anche sommando i tentativi denunciati, il totale è sei e non 38.
Così ci ha confermato anche il Capitano dei Carabinieri di zona.
Chi ha interesse, dunque, ad alimentare il clima da Far West?
A chi giova gridare all’insicurezza e demandare la difesa pubblica a un esercizio da pistoleri privati?
Trentotto furti subiti, oppure quattro, o sei, non sono la stessa cosa. Come non è la stessa cosa sparare cinque colpi oppure nessuno. Non è la stessa cosa sparare in aria o a qualcuno che scappa nel cortile della tua azienda oppure ti affronta con una bomba a mano stretta nel pugno in camera da letto. Difendere le proprie idee a scapito della verità è da cretini. La gente per bene non distorce i racconti, e non lascia punti oscuri nella narrazione delle notizie.
Dobbiamo imparare a odiare chi esaspera le notizie, e chi usa quell’esasperazione per abbreviare i tempi di approvazione di una legge.
Sulla legittima difesa vi ci siete buttati come cani, difendendola a prescindere dalla vita.
Avete usato l’ennesimo uomo armato, ieri a Monte San Savino, un uomo che ha sparato e ucciso un altro uomo, probabilmente ladro, sicuramente disarmato.
I cani che ho avuto io erano tutte personcine per bene.
Mentre qui la difesa del gesto del proprietario d’azienda, dai social al Ministro degli Interni Matteo Salvini, è stata meno Zanna Bianca e più Cerbero, il cane a tre teste della mitologia greca.
Fredy Pacini, ieri notte, dall’interno della sua azienda nella quale dormiva, ha sparato a due presunti ladri in fuga, nel piazzale della sua ditta.
Ha sparato più colpi, cinque, due sono arrivati a segno, uno ha reciso l’arteria, l’uomo ha fatto pochi passi, si è accasciato al suolo ed è morto. L’uomo ha un nome e un cognome: Vitalie Tonjoc, e aveva 29 anni ed era incensurato.
Il Ministro degli Interni avvia immediatamente la sua macchina comunicativa: social, dichiarazioni tv, comunicati stampa.
“Faremo una legge per la difesa sempre legittima”, tuona. Neanche la sua legge, però, salverebbe Fredy Pacini secondo la ricostruzione di spari a uomini disarmati e in fuga. Fredy Pacini, alcune ore dopo, dichiara di aver subito già 38 furti.
Trentotto furti, converrete, sono davvero tanti, soprattutto in un arco temporale così ristretto.
Nel frattempo, la polemica politica divampa, la legge sulla difesa sempre legittima sembra già di vederla, scritta pronta e mangiata.
Faccio qualche domanda a giro e scopro che non è vero che Fredy Pacini abbia subito 38 forti, o almeno è vero il fatto che Fredy Pacini tutti quei tentativi di furto non li ha mai denunciati. Telefono al capitano dei carabinieri Monica Dallari e conferma: “No, non risultano neanche a noi”.
Riassumendo: dal 2014 a oggi risultano soltanto sei denunce fatte da Fredy Pacini, e di queste solo due per furto. Le altre quattro sono invece tentativi di furto. In totale, comunque, non trentotto denunce ma solo sei. Il capitano dei carabinieri dice: “Si è un po’ gonfiato il numero”.
E sì, si è un po’ gonfiato. Chissà a favore di chi. Non solo: in tutta la zona di Monte San Savino, nell’ultimo anno, risultano secondo il capitano dei carabinieri, soltanto sei furti. Cioè “in tutti i capannoni della zona industriale dove lavora Fredy Pacini, solo sei furti nell’ultimo anno. Sei furti in totale, sommati fra tutte le aziende. Questo non è il Far West come qualcuno ha provato a raccontare”.
La mia idea è che si voglia cavalcare ancora una volta l’onda della paura – non giustificata dai numeri – per alzare il livello di scontro nel Paese. Un gioco macabro, che ci fa precipitare – questa volta sì – davvero, nell’insicurezza, alimentando la paura non giustificata. La mia idea è che si accarezzino gli atavici timori per un tornaconto in termini di Governo.
Perché sempre, quando si usa un fatto di cronaca per comprimere i tempi di approvazione di una legge, si è sempre sul filo del burrone.
A questo punto è necessario fare un passo indietro e ripercorrere la storia dall’inizio, perché qualcosa non quadra, e lo zampino della politica – che si è gettata su questa storia, azzannandola quando già perdeva sangue – non aiuta a dipanare la matassa. Ora dovrà indagare la magistratura e capire fino a che punto una questione umana, il terrore dei furti, abbia effettivamente inciso sul gesto, e quanto il gesto avesse una reale motivazione di legittima difesa. Stando ai numeri sembra ne avesse poca, anche se certa politica ha gridato “hai fatto bene a sparare”.
Tutto questo, però, lo dovrà decidere un processo.
Ieri invece il Ministro degli Interni Matteo Salvini, con un cadavere in terra ancora caldo e le indagini in corso, ha dichiarato “le istituzioni sono con te”, così ci ha riferito Alessandra Chelli, che con il Ministro ha parlato al telefono.
E io penso che sostituirsi alle indagini, parlare a nome delle Istituzioni del Paese rispetto a un’azione su cui la magistratura ha appena iniziato a indagare, sia grave come sparare.
E alla fine di tutto, ma anche al principio di questa storia, rimane inevasa la più importante delle domande: quanti pneumatici, secondo voi, vale la vita di un uomo?
In altre parole: dopo quante gomme da strada rubate si può uccidere una persona?
Una o cento?
Secondo me neanche tutti i pneumatici del mondo moltiplicati per tre valgono la vita di un Uomo” SAVERIO TOMMASI
Sono due e non 38 i furti subiti dal commerciante di Arezzo che ha ucciso il ladro
Lo confermano all’Agi i carabinieri. Le denunce presentate da Pacini sono sei, di cui quattro per tentato furto
Sei denunce in 4 anni, di cui solo due a seguito di un furto consumato, le altre quattro per tentato furto. Fredy Pacini, il commerciante di Arezzo che l’altra notte ha sparato a due presunti ladri in fuga uccidendone uno, non aveva quindi subito ben 38 furti in pochi anni.
A chiarire la questione all’Agi è il comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Arezzo, Giovanni Rizzo. “A noi risultano sei denunce da parte di Pacini – spiega – dal 2014 a oggi, che diventano forse una decina andando più indietro negli anni. Certo non 38, come aveva dichiarato già mesi fa lo stesso Pacini. Probabilmente, visto che dal 2014 dormiva all’interno della sua azienda, l’imprenditore avrà contato tutte le volte in cui ha avuto la sensazione che qualcuno stesse cercando di entrare, ma per noi contano le denunce ovviamente, e queste sono state sei dal 2014 a oggi, di cui solo due relative a un furto effettuato”.
Si prepara una fiaccolata di solidarietà
Nelle prossime ore si conosceranno gli esiti del’autopsia sul corpo di Vitalie Tonjoc, il moldavo di 29 anni ucciso da Pacini durante un tentativo di furto. Quasi contemporaneamente il commerciante aretino verrà sentito dal pm che coordina le indagini, Andrea Claudiani.
In segno di solidarietà nei confronti di Pacini è stata organizzata per le ore successive una fiaccolata nelle strade del centro storico di Monte San Savino. L’annuncio è stato dato sulla pagina Facebook ‘Io sto con Fredy’, nata spontaneamente per dare solidarietà al commerciante. La pagina ha raccolto quasi 21mila adesioni e pubblica un post in cui si indica come scopo dell’iniziativa quello “di mettere in comunicazione più gente possibile, nel minor tempo possibile e cercare di raccogliere idee e proporre iniziative a scopo di solidarietà nei confronti di Fredy”.
Anche la Confartigianato locale ha preso posizione in favore del commerciante di pneumatici. “Siamo vicini a Fredy Pacini e sosterrà le iniziative e le azioni che saranno avviate a fianco dell’imprenditore”, ha fatto sapere Giovan Battista Donati, Presidente della Confartigianato Imprese Toscana.
Scontro Salvini-Renzi sulla riforma della legittima difesa
Solidarietà anche da parte del ministro dell’interno, Matteo Salvini. “Ho parlato con Pacini. Una persona che si rende conto di aver tolto la vita a qualcuno è una persona che non vive bene”, ha riferito lo stessi Salvini , “Aveva anche finito di denunciare i furti e ora deve anche essere processato con tutto il dramma che ha e che avrà”. Segue l’annuncio del leader leghista: “Posso garantire che a inizio del 2019 arriverà in Parlamento la nuova legge per la legittima difesa”.
Un atteggiamento che ha provocato la reazione di Matteo Renzi. L’ex segretario del Pd si è affidato a Facebook per uno sfogo. “Salvini sembra un passante che commenta l’incidente ma da sei mesi il suo ufficio è il Viminale, non Facebook”, ha digitato Renzi, “Non prenderò like, ma ribadisco il concetto perché certe cose vanno dette anche quando sei minoranza: se sei al governo non puoi strumentalizzare, devi governare. Devi fare il ministro, non lo sciacallo”
Molto piccata la risposta del vicepresidente del Consiglio: “Con loro al governo, tra depenalizzazioni e svuotacarceri, l’Italia stava diventando il paradiso dei delinquenti e il chiacchierone ha ancora il coraggio di parlare? Legittima difesa sempre, anche dai disastri del Pd, gli italiani hanno già scelto”
L’IMPARZIALITÀ È UNA ILLUSIONE
BASTA AVERE ONESTÀ INTELLETTUALE
#sapevatelo2018 io ci provo spesso, spero con successo, Vs #mimmoleccesefreelance