MATTEO SALVINI o ARMANDO SPATARO CHI HA RAGIONE? IL PARERE DELL’AVVOCATO ANDREA AGOSTINI
Comunque la si voglia pensare circa l’accaduto e i toni e i modi della comunicazione usati da entrambi i protagonisti della vicenda, è evidente che si è in presenza di un grave corto circuito nella comunicazione istituzionale corrente tra poteri dello Stato.
SALVINI o SPATARO: chi ha ragione?
Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini alle 8.57 del mattino posta un tweet affermando che a Torino la Polizia ha fermato 15 mafiosi nigeriani.
A seguire il Procuratore Capo di Torino dott. Armando Spataro con comunicato stampa lamenta che la diffusione della notizia, peraltro inesatta nei contenuti, è avvenuta ad operazione in corso con conseguenti rischi di danni al suo buon esito e quindi invita il Ministro per il futuro a maggior cautela.
Di qui la reazione del Ministro Salvini:
“Basta parole a sproposito. Inaccettabile dire che il ministro dell’Interno possa danneggiare indagini e compromettere arresti. Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato”
“Se il capo della polizia mi scrive alle 7.22 informandomi di operazioni contro mafia e criminalità organizzata, come fa regolarmente, un minuto dopo mi sento libero e onorato di ringraziare e fare i complimenti alle forze dell’ordine”.
Comunque la si voglia pensare circa l’accaduto e i toni e i modi della comunicazione usati da entrambi i protagonisti della vicenda, è evidente che si è in presenza di un grave corto circuito nella comunicazione istituzionale corrente tra poteri dello Stato.
Non entro nel merito, ma una considerazione è d’obbligo.
Una qualsiasi fuga di notizie ad operazioni di polizia giudiziaria in corso presta normalmente il fianco almeno in astratto alla commissione di due diversi reati, quello di rivelazione di segreti di ufficio, art. 326 c.p., e quello di favoreggiamento, art.378 c.p.
E’ questo il caso?
Porto San Giorgio, FM, li 4/12/18 – Avv. Andrea Agostini
Armando Spataro (Taranto, 16 dicembre 1948) è un magistrato italiano, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, ex procuratore della Repubblica aggiunto presso il tribunale di Milano, coordinatore del Gruppo specializzato nel settore dell’antiterrorismo. Ex segretario nazionale del Movimento per la giustizia (una delle correnti di sinistra dell’Associazione nazionale magistrati) è Dirigente nazionale della ANM, di cui è anche segretario distrettuale a Milano.
Biografia
Entra in magistratura il 27 marzo 1975 e l’anno successivo è destinato come Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Milano dove ha svolto buona parte della sua carriera occupandosi prima di sequestri di persona e poi di terrorismo di sinistra coordinando tutte le inchieste milanesi fino al 1989.
Spataro divenne noto al grande pubblico quando fu incaricato dell’inchiesta sull’incidente automobilistico che causò la morte di Ronnie Peterson, durante il Gran Premio d’Italia del 1978. Al termine delle indagini, avanzò la richiesta della condanna a 8 mesi di reclusione per Riccardo Patrese, invece assolto con formula piena, per non aver commesso il fatto.
In seguito si è occupato di criminalità organizzata, traffico internazionale di stupefacenti ed è chiamato a partecipare alla Direzione distrettuale antimafia dal 1991 (anno della costituzione) al 1998, occupandosi soprattutto di indagini su ‘ndrangheta e mafia siciliana. Dopo le dimissioni di Antonio Di Pietro, avvenute nel 1994, era stato chiamato dal procuratore generale di Milano Francesco Saverio Borrelli a fare parte del pool di “Mani pulite“.
Nel luglio del 1998 è stato eletto componente del Consiglio superiore della magistratura. Per questo si trasferisce a Roma fino alla scadenza del mandato (luglio 2002) quando ritorna alla procura di Milano con funzioni di procuratore della Repubblica aggiunto. Vi coordina, dal giugno 2003, il Dipartimento terrorismo ed eversione responsabile di indagini su terrorismo interno ed internazionale (in particolare di quello di matrice islamica, tra cui quelli sull’imam egiziano Abu Omar e su Mohammed Daki, noto per la sentenza di assoluzione pronunciata dal giudice Clementina Forleo, confermata in appello e rigettata dalla Cassazione).
È autore di numerosi saggi (anche di diritto processuale comparato), commenti a testi di legge e pubblicazioni varie di carattere scientifico (riguardante materia di criminalità organizzata e terroristica e di tecniche investigative) pubblicati su testi vari e su riviste specializzate. Ha pubblicato anche un’autobiografia professionale, Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa (Laterza, Roma-Bari 2010): nucleo centrale è la vicenda dell’extraordinary rendition che ha avuto come vittima Abu Omar (2003) e che ha visto agenti della CIA agire con la collaborazione del Sismi. L’opposizione del segreto di Stato da parte dei governi Prodi e Berlusconi è per Spataro l’occasione per riflettere sui rapporti tra politica e magistratura e sulla violazione dei diritti umani con il pretesto della sicurezza. Il libro è valso a Spataro il premio Capalbio 2010 per la sezione Politica e istituzioni.
Il 16 aprile 2014 gli è stato conferito il Premio Art. 3 per il “suo coraggioso,quotidiano impegno a custodia dei valori civili e morali che la nostra Carta costituzionale detta”.[1]
Dal 30 giugno 2014 è procuratore della Repubblica di Torino, nominato dal plenum del CSM con 16 voti a favore su 24.
Il 9 settembre 2017 muore per una malattia incurabile il figlio Andrea, avvocato penalista di 36 anni.
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