L’OPERAZIONE “POLLINO” HA INFERTO UN DURO COLPO ALLA ‘NDRANGHETA
La ’Ndrangheta calabrese è nota per la sua attività di startup di imprese legali in Paesi stranieri con il preciso obiettivo di coprire le attività illegali di contrabbando e riciclaggio di denaro sporco oltre a poter estendere così il suo controllo su altri territori.
Ieri 5 dicembre 2018 ha avuto luogo una delle più imponenti operazioni congiunte tra forze di polizia internazionali
Una magistrale operazione internazionale che ha inferto un duro colpo alla ‘Ndrangheta
abbiamo chiesto alla Dott.ssa Maria Gaia Pensieri (Sociologa e Criminologa Investigativa) chiarimenti in merito
Dalle prime ore dell’alba del 5 dicembre, le autorità giudiziarie di cinque Paesi – Paesi Bassi, Belgio, Germania, Lussemburgo e Italia – hanno intrapreso un’azione coordinata e decisiva contro la ‘Ndrangheta, una delle più potenti e violente reti criminali al mondo di stampo mafioso, che controlla in Europa gran parte del commercio di cocaina, riciclaggio di denaro sporco e della corruzione.
L’operazione denominata “Pollino”, portata a termine anche grazie a un’attività di intercettazioni telefoniche e ambientali che è stata il frutto di un complesso lavoro svolto dal Joint Investigation Team costitiuito presso Eurojust, l’agenzia di Gustizia europea.
L’indagine condotta dalla squadra internazionale è partita due anni fa e ha portato al sequestro di oltre 4.000 kg di cocaina e centinaia di chilogrammi di altre droghe, all’arresto di 84 sospettati tra cui membri apicali della rete mafiosa, e si conta di acquisire ancora oltre due milioni di euro in beni di provenienza criminale e ulteriori prove per i processi che a breve partiranno.
L’attività investigativa attualmente si è estesa anche al Sudamerica nella Repubblica del Suriname.
Tutto è partito nel 2014 quando il servizio fiscale di informazione e investigazione olandese (FIOD) ha riferito a Eurojust di aver individuato un’attività di riciclaggio di denaro che vedeva coinvolti i partner di ristoranti italiani a Horst e Venray nei Paesi Bassi e che ha rivelato dei collegamenti con la regione del Nord Reno-Westfalia in Germania e con altre attività criminali a Reggio Calabria.
La ’Ndrangheta calabrese è nota per la sua attività di startup di imprese legali in Paesi stranieri con il preciso obiettivo di coprire le attività illegali di contrabbando e riciclaggio di denaro sporco oltre a poter estendere così il suo controllo su altri territori.
Distribuendo le attività in diversi Paesi la rete mafiosa mira a sfruttare le differenze giuridiche tra le diverse giurisdizioni per tentare di sfuggire a una ricostruzione globale dell’attività criminale, poiché ogni reato se esaminato separatamente può apparire come un atto isolato, piuttosto che parte di un’unica trama internazionale.
Per contrastare attività criminali di questa portata è necessario fare rete e lavorare in stretta collaborazione tra le forze di polizia e le magistrature dei diversi Paesi, allo scopo di ottimizzare lo scambio di informazioni e la raccolta delle prove finalizzate alla costruzione di un unico scenario accusatorio in grado di rivelare l’effettiva portata criminale e smantellare un pezzo dopo l’altro la trama mafiosa, com’è avvenuto in questo caso.
L’azione congiunta di ieri, è stata seguita in tempo reale dai Pubblici Ministeri delle autorità giudiziarie internazionali all’interno del centro di coordinamento di Eurojust, consentendo di analizzare rapidamente i nuovi dati raccolti durante le operazioni e adattare tempestivamente le strategie necessarie seguendo un’unica regia.
L’operazione, scattata in contemporanea, ha portato a: 5 arresti nei Paesi Bassi e al sequestro di 4000 kg di cocaina e 140 kg di pillole XTC (un derivato dell’anfetamina); in Italia più precisamente in Calabria 41 arresti che hanno impegnato, l’Ufficio del pubblico ministero di Reggio Calabria, il Servizio operativo centrale della Polizia di Stato (SCO), il Dipartimento Investigativo Polizia di Stato di Reggio Calabria, il Servizio centrale di investigazione della Guardia di Finanza (SCICO), il Comando di polizia per le indagini finanziarie della Guardia di Finanza (Valutaria GdF) e il Reparto antidroga operativo della Guardia di Finanza di Reggio Calabria (GOA); in Germania nelle zone portuali del Nord Reno-Westfalia 15 arresti e altri 6 in un’operazione correlata; in Belgio nella zona di Limburgo 4 arresti e altri 10 in un’operazione collegata; in Lussemburgo all’arresto di due sospettati, ma le indagini sono ancora in corso.
Il vicepresidente di Eurojust e membro nazionale per l’Italia Filippo Spiezia ha dichiarato:
«Oggi abbiamo inviato un chiaro messaggio ai gruppi della criminalità organizzata in tutta Europa. Non sono gli unici in grado di operare oltre i confini: lo sono anche le comunità giudiziarie e le forze dell’Ordine europee»
Fonti:https://www.europol.europa.eu/newsroom/news/coordinated-crackdown-ndrangheta-mafia-in-europe
Il Dottor Spiezia ha ufficialmente assunto le proprie funzioni presso Eurojust il 25 gennaio 2016 e ne è stato eletto Vice Presidente nel dicembre del 2017. Il Dottor Spiezia ha lavorato come Pubblico Ministero dal 1991 e come Sostituto Procuratore Antimafia dal 2003. Ha altresì lavorato nel Consiglio Superiore della Magistratura come membro del Comitato Scientifico, occupandosi di formazione giudiziaria per i giudici e pubblici ministeri. In precedenza ha lavorato presso Eurojust in vece di Sostituto del Membro Nazionale per l’Italia, tra il 2008 e il 2012, lasciando Eurojust per lavorare presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, dove ha coordinato numerose indagini per reati di criminalità organizzata e di terrorismo. Presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il Dottor Spiezia è stato a capo dell’Unità per la Cooperazione Giudiziaria Internazionale ed è stato nominato Corrispondente Nazionale per Eurojust. È stato autore di numerose pubblicazioni in materia di cooperazione giudiziaria e di lotta contro la criminalità transnazionale, compresa la tratta di esseri umani e la corruzione. Ha presentato numerose relazioni in occasione di convegni nazionali e internazionali e ha svolto attività di docenza presso le principali università italiane. Nel 2003, è stato insignito del premio “Falcone e Borsellino” con la pubblicazione del libro “Il traffico e lo sfruttamento di esseri umani”
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