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Abbiamo perso il controllo sui nostri figli fino a questo punto?

Ci sono cose che non mi spiego. Cosa ci fanno 1500 ragazzini giovanissimi a un concerto di un cretino coi denti placcati oro e i capelli fuxia, che canta canzoni con testi abominevoli, privi di qualunque contenuto?

Elisa Fangareggi

Elisa Fangareggi

 “Sono certa che in questi giorni, come me state pensando alle famiglie distrutte dalla tragedia avvenuta in discoteca ad Ancona.

Ci sono cose che non mi spiego. Cosa ci fanno 1500 ragazzini giovanissimi a un concerto di un cretino coi denti placcati oro e i capelli fuxia, che canta canzoni con testi abominevoli, privi di qualunque contenuto?

1500 famiglie, 1500 genitori, forse di più, hanno lasciato dei ragazzini delle scuole medie, di 14 anni, di venerdì sera, in una discoteca stipata, per un concerto che sarebbe iniziato a tarda notte.

 

 

 

 

La signora morta ci portava la figlia di soli 11 anni, era un regalo. Il regalo era andare a sentire dal vivo questo Sfera Ebbasta, cantante che parla di droga, sesso, fuga dalla polizia… questa bimba avrà ascoltato i testi migliaia di volte, li avrà imparati a memoria, magari avrà portato la mamma allo sfinimento con le richieste di andare al concerto.

A 14 anni sono piccoli, troppo piccoli per essere lasciati in discoteca fino a tarda notte.

E a 14 anni sono piccoli, troppo piccoli per individuare autonomamente i loro interessi e comprenderne il significato. Credo che i genitori non possano lasciare i ragazzi in balia di tutto quello che propongono i social, i media. Credo dovrebbero verificare ciò che guardano, ascoltano, ciò di cui si appassionano, magari indirizzandoli a selezionare contenuti che siano in linea con valori universalmente riconosciuti. Sarebbe anche un modo per passare del tempo insieme.

Dubito che un ragazzino si metterebbe ad ascoltare questa roba insieme alla famiglia, di certo lo fa chiuso in camera completamente immerso nel suo telefono.

Ovvio che così non da fastidio, non disturba e non sporca, ma il risultato diventa quello di lasciarlo completamente solo in balia del bombardamento mediatico che altro scopo non ha se non quello di proporre anche ai giovanissimi dei modelli legati al business economico e a una vita in assenza di regole.

Senza limiti e senza controllo dove arriveremo?

Alle mamme che portano i figli tredicenni nei locali di lap dance aspettandoli fuori con latte caldo e biscotti plasmon?

Mi chiedo se una mamma non possa trovare un momento di condivisione migliore con una figlia undicenne rispetto a una discoteca in cui Sfera Ebbasta va a cantare all’una di notte.

Abbiamo perso il controllo sui nostri figli fino a questo punto?

A me dicevano sempre che avrei potuto fare cio che volevo non al compimento dei 18 anni, ma solo una volta fuori di casa e raggiunta l’autonomia economica.

Cresciamo dei ragazzini che da grandi non sognano più di diventare veterinari o ricercatori, ma influencer.

Chattano per ore parlando del nulla, non si trovano più a suonare strumenti nei garages. Oggi valgono o non valgono a seconda di quanti migliaia di euro in vestiti hanno addosso.

Stiamo annientando le loro menti, stiamo vendendo le loro anime ai media, siamo stanchi, non abbiamo voglia di litigare e lottare per loro, non ci interessiamo più a ciò che fanno. Una volta se solo facevi un viaggio in autostrada la mamma si raccomandava di chiamarla quando eri arrivato, conosco persone della mia età che per il quieto vivere devono tutt’ora farlo, adesso noi buttiamo in figli in discoteche sovraffollate sperando che vada tutto bene, perché non sappiamo dir loro di no.

È nostro dovere di genitori riappropriarci del nostro ruolo di guida, anche a costo di fare sacrifici, perdere tempo e avere i figli che per qualche istante ci considerano le persone più insensibili al mondo.

Da genitori inziamo a fare ciò che è giusto anche se impegnativo, e non solo ciò che ci conviene perché è troppo facile.”

Colpo di scena nell’inchiesta sulla strage della discoteca.
I carabinieri erano andati a casa del minorenne sospettato di essere il pazzoide dello spray al peperoncino, indicato da tante testimonianze di ragazzi che venerdì notte erano sulla pista della Lanterna Azzurra, indagato per omicidio preterintenzionale. Non hanno trovato altri spray urticanti ma tanta cocaina.
Così lo hanno fermato per detenzione di stupefacenti. E con lui anche due adulti, coinvolti nello spaccio.
La tragedia di Corinaldo assume i contorni di una brutta misera vicenda di microcriminalità.
Proprio quel che racconta nelle sue celebrate canzoni il rapper Sfera Ebbasta:
«Mentre uno sbirro gli chiede dove sta la merce/quelli fan finta di niente»
(dalla canzone Brnbq, 2016). Appunto.
Se i giovanissimi fan di Sfera Ebbasta si erano accalcati in discoteca per vedere dal vivo il loro idolo, e ora i loro genitori sono sgomenti perchè scoprono che non era un concerto che sarebbe finito per mezzanotte, ma che i figli sarebbero rientrati alle 5 del mattino, per qualcun altro era il momento di mettere in atto le parole del rapper.
E quindi: spaccio di cocaina, che va per la maggiore in molte discoteche.
Il minorenne della provincia di Ancona che doveva essere interrogato per lo spray al peperoncino che ha scatenato il fuggi-fuggi della folla, appare ora più un pusher che un provocatore.
E magari l’inchiesta finirà in tutt’altro modo rispetto a come era iniziata.
I carabinieri e i magistrati hanno sempre avuto un dubbio rispetto alle prime ipotesi, accreditate innanzitutto dai gestori del locale, e cioè che per colpa di una moda stupida si fosse causata la tragedia.
Gli investigatori non riuscivano a capire come fosse stato possibile che una piccola dose di spray urticante avesse causato tanto dolore e difficoltà respiratorie.
Inoltre alcune testimonianze non tornavano: c’era chi, tra i genitori accorsi alla discoteca, insisteva di aver sentito odore di ammoniaca sui vestiti dei figli. Non per caso, il colonnello dei carabinieri Cristian Carrozza a un certo punto ha parlato di «altre ipotesi al vaglio»
Altre ipotesi?
Sì, c’è una ricostruzione alternativa: e se ci fosse stato un malfunzionamento del macchinario che deve sprigionare il fumo artificiale nel locale?
Si spiegherebbero l’odore di ammoniaca, le crisi respiratorie, il panico e le chiazze sulla pelle di alcuni feriti.
Se è stato così, la dinamica della strage andrebbe riscritta.
Le responsabilità dei gestori, sarebbero immensamente maggiori.
Anche l’accertata presenza di tante persone in più rispetto alla capienza autorizzata diventerebbe un elemento serissimo.
I carabinieri infatti si stanno scervellando per capire quanti ragazzi ci fossero dentro la sala.
Altro che i 500 attestati dai biglietti emessi.
Almeno 1300 i biglietti venduti on line.
E Thomas, 15 anni, che ha rischiato di morire calpestato, racconta:
«Quando sono arrivato all’ingresso, appena sceso dalla navetta, mi hanno ritirato la ricevuta della prevendita, io avevo pagato online 22 euro, e mi hanno dato un cartoncino rosso che chiamavano “drink card” e dava diritto a una consumazione»
Altri hanno pagato in contanti e ugualmente hanno ricevuto il talloncino per la consumazione (oltretutto erano tutti minorenni) e nessun biglietto.
Morale: nella discoteca c’erano centinaia di giovani più del consentito e più di quanto attestassero i blocchetti Siae.
Tutti ingressi al nero.

I testimoni hanno spiegato anche il mistero della folla che non si muoveva da davanti alla rampa della morte.
Erano tutti bloccati perché il giardinetto posteriore è recintato, il cancello era chiuso, e insomma la folla ha trovato sbarrata la via di fuga, così sono rimasti nel mezzo quelli che erano sulla rampa, pressati da chi era dentro e urlava per uscire e da chi era fuori e non aveva modo di defluire.
«Quella porta posteriore è sempre aperta per andare a fumare fuori», ha spiegato Marco Cecchini, figlio di uno dei gestori, e dj della discoteca. Appunto.
Siccome la via di fuga era stata trasformata in area fumatori, l’avevano blindata per evitare gli imbucati.
E addio sicurezza.
«Ma non può finire così, con quella ridicola organizzazione fai-da-te e permessi sbalorditivi. Molti dovranno darci risposte», annuncia l’avvocato Corrado Cavafoglia, che assiste un battagliero gruppo di genitori di Senigallia, choccati per quanto è successo e quanto di ancora peggio avrebbe potuto succedere.

Tragedia di Ancona, Carmelo Calì: «I miei figli erano lì. Avevano il biglietto 1351»

Strage in discoteca, il giallo del doppio concerto di Sfera Ebbasta.
Su Fb: «Era evento inventato»
E se fosse stata tutta una finzione per attirare alla Lanterna Azzurra quanta più gente possibile sfruttando il traino del nome di Sfera Ebbasta?
La domanda sta circolando da ieri sui social e non è escluso che in un secondo momento possa diventare un elemento sul quale gli inquirenti decidano di svolgere degli accertamenti.
Il primo a lanciare il sasso è un ragazzo che si chiama Francesco Clementi e che posta su Facebook un video alle due del pomeriggio di ieri.
«Sono tornato ieri sera dalla Lanterna Azzurra, una serata fuori di testa e dunque faccio questo video perché c’è qualcosa che non mi quadra – dice – Come mai Sfera doveva venire da noi alle 12.40, quando è successo il parapiglia e a mezzanotte e dieci stava ancora suonando sul palco dell’Altromondo a Rimini?
Come è possibile che stava suonando lì, come è possibile che non ha mai scritto che veniva alla Lanterna Azzurra?
È un evento inventato, Sfera non c’è mai stato» 
La denuncia di un ragazzo che era in discoteca: «Come mai Sfera doveva già essere alla Lanterna Azzurra e invece era ancora a Rimini?»
Il suo video in cui dice «c’è qualcosa che non mi quadra», è diventato virale sui social
https://www.facebook.com/lellasar/videos/2533082276717067/
Ma non solo. Secondo il giovane, lo spray urticante potrebbe essere la trovata di chi, per giustificare l’assenza del trapper, voleva a quel punto far saltare la serata senza dover ridare indietro i soldi a chi aveva pagato il biglietto. Una tesi che al momento non trova alcuna conferma. «Era tutto organizzato – ribadisce Francesco Clementi nel video – Hanno fatto un evento finto per farci vedere uno che non c’era ma hanno calcolato male e ci sono stati i morti schiacciati».
La vignetta di MARIO BOCHICCHIO
La lettera delle figlie di Eleonora Girolimini: «Cara mamma, mi spiace che sei morta»
Paolo Curi, 43 anni, cerca invano di leggerlo fino in fondo senza lacrime. «Devo essere forte» si rimprovera. «Non posso stare qui a piangere tutto il giorno, ci sono quattro bambini piccoli che hanno bisogno di me. Devo riprendere il filo da dove l’ha lasciato lei…». Pausa. «Non ce la farò mai». «Lei», sua moglie Eleonora Girolimini, aveva 39 anni e «un milione di progetti per la testa», come dice Paolo. Venerdì sera è morta schiacciata sotto una folla di ragazzini che cercavano una via di uscita dalla discoteca diventata trappola. Erano tutti lì in grande attesa del loro idolo trapper, Sfera Ebbasta. E cinque di quegli adolescenti sono morti assieme a lei. 
«Questo bigliettino d’addio l’hanno scritto le mie figlie gemelle di sette anni. Mi hanno chiesto di metterlo nella bara perché così la loro mamma lo leggerà per sempre». Paolo stringe fra le mani un pezzetto di carta che trema assieme a lui. Da una parte il disegno di una bambina bionda: cuoricini, farfalle, fiori, colori. Dall’altra una cornice di cuori e di stelle e in mezzo il messaggio per Eleonora, la mamma. «Cara mamma mi dispiace che sei morta…».
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Spetterà agli investigatori accertate quest’ulteriore aspetto anche se al momento la priorità è stabilire quante persone vi fossero all’interno della discoteca. Un paio di dati certi però ci sono. Il primo è che per l’evento di venerdì sera erano stati stampati due biglietti identici – stesso colore, stessa foto di Sfera, stessa grafica – uno con l’indicazione l’Altromondo a Rimini l’altro con la Lanterna Azzurra di Corinaldo. Entrambi non riportavo né l’orario di esibizione né se si trattasse di un concerto o di un dj set.

Sui biglietti vidimati dalla Siae e venduti per la serata alla Lanterna, invece, l’orario indicato era quello delle 22. Inoltre, alla commissione provinciale cui spetta pianificare i servizi all’esterno dei locali in caso di eventi non è stato chiesto dai gestori della Locanda Azzurra nessun permesso. E gli stessi vertici locali delle forze dell’ordine – come loro stessi hanno spiegato ieri al ministro dell’Interno Matteo Salvini che chiedeva come mai fosse stato “sottovalutato” un simile evento – non erano state informate dell’arrivo di Sfera Ebbasta.

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