OPERAZIONE BLONDS
1.L’accusa è di aver costituito una associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di vari delitti contro la pubblica amministrazione, come quelli di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e di frode nelle pubbliche forniture, nonché i delitti di estorsione e di maltrattamenti
Arrestato il re delle cooperative “Così lucrava sui migranti”Giro d’affari da 20 milioni di euro. NOMI
CATANIA – Corruzione, frode, estorsione, maltrattamenti: arrestato il re delle cooperative.
Stamattina la Procura Distrettuale della Repubblica, nell’ambito di indagini collegate con la Procura della Repubblica di Gela – ha delegato ai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa il 4.12.2018 dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Catania nei confronti di 12 persone.
- Biondi Pietro Marino, cl.’56 tradotto carcere Catania Piazza Lanza.
- Chylewska Hatarzyna Eugenia, detta “Kasia” cl.’80, ai domiciliari.
- Di Franca Natale, cl.‘59; ai domiciliari.
- Duca Paolo, cl.‘68; ai domiciliari.
- Favatella Clara, cl.‘82; ai domiciliari.
- Foti Giuseppina, cl.‘72; ai domiciliari.
- Giannone Alessandro, cl ‘83; ai domiciliari.
- Iapichello Gemma, cl.’76, tradotto carcere Catania Piazza Lanza.
- Palumbo Giuseppe Maria, cl. ‘57; ai domiciliari.
- Pasqualino Liliana Giuseppina, cl.‘63; ai domiciliari.
- Politi Francesca Provvidenza, cl.‘85; ai domiciliari.
- Ventimiglia Francesca, cl.’61, ai domiciliari.
L’accusa è di aver costituito una associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di vari delitti contro la pubblica amministrazione, come quelli di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e di frode nelle pubbliche forniture, nonché i delitti di estorsione e di maltrattamenti; compagine delinquenziale promossa e organizzata da Biondi Pietro Marino e Iapichello Gemma; in particolare, è stato creato un sistema che, fra l’altro, si fondava sul fatto di assumere nelle varie cooperative/associazioni i parenti dei funzionari pubblici addetti al controllo del settore, creando una commistione tra controllore e controllato, circostanze dalle quali il sistema anche corruttivo traeva considerevoli vantaggi. Al centro delle inchieste delle Procure di Catania e di Gela, c’è la gestione di cooperative e associazioni che si occupavano di migranti minorenni non accompagnati, per un giro d’affari complessivo stimato in circa 20 milioni di euro. I reati contestati, a vario titolo, sono corruzione, frode, estorsione e maltrattamenti. Secondo l’accusa era stato creato un sistema che, grazie anche alla collaborazione di due dipendenti dell’Inps, Natale Di Franca a Catania, e Paolo Duca a Sondrio, si “fondava sull’assunzione in cooperative e associazioni dei parenti dei funzionari pubblici addetti al controllo del settore, creando una commistione tra controllore e controllato”.
Le indagini, dirette dalla Procura Distrettuale ed eseguite dai Carabinieri della Sezione di P.G., avviate sin dal giugno 2017, consentivano di acquisire concrete fonti di prova in ordine alla sussistenza e attività dell’associazione criminale. Nel dettaglio, le indagini, hanno permesso di acclarare che:
– Biondi Pietro Marino, Ventimiglia Francesca, Palumbo Giuseppe Maria, Favatella Clara, Giannone Alessandro, Foti Giuseppina e Chylewska Hatarzyna Eugenia, detta Kasia, nell’ambito “di un ben determinato progetto criminale, indeterminato nel tempo e variegato nell’essenza, a vario titolo, amministravano – secondo magistratura – diverse cooperative e associazioni attive nell’opera socio-assistenziale di minori extracomunitari non accompagnati, persone diversamente abili ed anziani, allo scopo di accumulare, massimizzandoli, i profitti economici che, poi, venivano reinvestiti in altre lucrose attività imprenditoriali; le condotte illecite consistevano nell’eludere metodicamente e fraudolentemente l’osservanza degli obblighi contrattuali stipulati con vari enti della pubblica amministrazione, condotte che si concretizzavano, nel somministrare ai minori cibo di scarto, non garantendo loro condizioni igienico sanitarie adeguate e non fornendo la dovuta assistenza tramite personale qualificato”;
– Biondi Pietro Marino, Di Franca Natale e Duca Paolo, questi ultimi due rispettivamente dipendenti dell’INPS di Catania e Sondrio, allo scopo di ottenere illeciti profitti e/o vantaggi (consistenti per il Di Franca in ulteriori benefici per i propri congiunti dipendenti di cooperativa riconducibile al sistema “Biondi” e per il Duca di riavere assunta la moglie) compivano vari atti contrari ai propri doveri d’ufficio, come favorire e trattare con priorità le pratiche di gestione delle associazioni e/o informare Biondi e i suoi collaboratori, riguardo all’imminente esecuzione di controlli o ispezioni, nonché tralasciando di applicare le sanzioni previste per le infrazioni rilevate durante le verifiche compiute;
– Biondi Pietro Marino, Giannone Alessandro, Palumbo Giuseppe Maria, Ventimiglia Francesca, sempre nell’ambito delle cooperative e associazioni riconducibili agli indagati, “maltrattavano gli ospiti a loro affidati; maltrattamenti consistiti nell’offrire ai giovani un insufficiente abbigliamento sia estivo che invernale, nel somministrare loro pietanze solitamente insufficienti e talvolta avariate, così non garantendo la dovuta e salutare alimentazione, nel fornire posti letto con effetti letterecci infestati da pulci, tanto da indurre i giovani a dormire in terra per lunghi periodi, ciò al fine di evitare di essere bersaglio dei pericolosi parassiti. Tutte condotte aggravate dal fatto che erano compiute ai danni di soggetti in condizione di minorata difesa, sia per l’età sia per la loro condizione di stranieri”.
– Biondi Pietro Marino, Favatella Clara, tentavano di farsi consegnare 400 euro da giovane extracomunitario loro ospite, in cambio di un contratto di lavoro presso le cooperative da loro gestite, contratto che avrebbe consentito al giovane di ottenere il permesso di soggiorno e, quindi, la possibilità di rimanere in Italia evitando, di fatto, la sicura espulsione dal territorio Italiano.Le indagini, implementate sotto la direzione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, al fine di ottenere i necessari riscontri alle diverse dichiarazioni acquisite inizialmente, sono state condotte dalla Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri presso la A.G. attraverso un’articolata serie di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali che, corroborate da diverse attività istruttorie (sommarie informazioni di persone informate sui fatti e l’acquisizione di corposa documentazione) e mirata consulenza economico/finanziaria (che evidenziava in capo al sistema Biondi un considerevole patrimonio), consentivano di acquisire elementi dall’elevata carica probatoria; difatti, si ottenevano riscontri precisi e individualizzanti in ordine alle gravissime ipotesi delittuose sopra illustrate.
Per tali motivi, il Gip del Tribunale di Catania, concordando sul quadro indiziario rappresentato dalla Procura della Repubblica di Catania, emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Biondi Pietro e Iapichello Gemma, mentre per i restanti disponeva la misura cautelare degli arresti domiciliari; inoltre, accogliendo la richiesta formulata dalla Procura della Repubblica, disponeva il sequestro preventivo delle seguenti cooperative e associazioni: Associazione Solidarietà 2000, Cooperativa Comunità Per Vivere Insieme, Cooperativa Onlus Pianeti Diversi, Cooperativa Progetto Vita Onlus, Cooperativa Comunità Il Quadrifoglio Onlus, Cooperativa Alba, Cooperativa Le Fata Dell’arcobaleno, Associazione Albero Della Vita che, nell’insieme, si è stimato avere una valore patrimoniale di circa 3 Milioni e un giro di affari di circa 20 milioni.