IL GOVERNO E LE TRIVELLE IN BASILICATA: UNA VITTORIA DI PIRRO
La soluzione individuata potrà forse anche essere utile a fini elettorali (visto che la Basilicata tornerà presto al voto), ma non porrà al riparo lo Stato da un ricorso dinanzi al giudice amministrativo.
Si accettano scommesse.
Avv. Giovanna Bellizzi : “Ci prendono per i fondelli pur di sostenere una campagna elettorale debole. Vi invito a leggere e a riflettere”
Buona Lettura analisi di Enzo Di Salvatore : IL GOVERNO E LE TRIVELLE IN BASILICATA: UNA VITTORIA DI PIRRO
IL GOVERNO E LE TRIVELLE IN BASILICATA: UNA VITTORIA DI PIRRO
“Il Consiglio dei Ministri ha “respinto” ieri la richiesta avanzata dalla società petrolifera Rockhopper di poter cercare idrocarburi in Basilicata.
Si tratta del progetto denominato “Masseria La Rocca”
A darne notizia sono Luigi Di Maio il candidato alla Presidenza della Regione Basilicata Antonio Mattia e l’assessore regionale all’ambiente Francesco Pietrantuono
Di cosa si tratta esattamente?
Il comunicato stampa della riunione del Consiglio dei ministri non lo dice.
Nell’attesa di leggere la delibera, provo a raccontarlo io nel modo più semplice possibile.
La società Rockhopper aveva presentato anni fa una richiesta per poter cercare petrolio in Basilicata.
Per ottenere il permesso aveva però bisogno di due cose: di un provvedimento di valutazione di impatto ambientale e dell’intesa della Regione.
Nel 2009 la Regione riteneva di non dover sottoporre a valutazione di impatto ambientale il progetto di ricerca, in quanto si trattava solo di acquisire ed elaborare dati sismici già disponibili.
Qualora invece si fosse voluto cercare petrolio con il pozzo esplorativo il discorso sarebbe stato diverso.
La Regione, quindi, adottava un provvedimento di non assoggettabilità a VIA della durata di tre anni.
Nel frattempo, avrebbe dovuto dare l’intesa per il rilascio del permesso di ricerca.
E arriviamo al 2012: il procedimento di rilascio del permesso non è ancora concluso e il provvedimento di esclusione VIA è in procinto di scadere.
A quel punto, la società petrolifera chiede che le sia prorogato il provvedimento di esclusione VIA.
Ma la Regione non dà seguito a questa richiesta e, anzi, non rilascia neppure l’intesa.
Cosa fa la società petrolifera?
Impugna entrambi i “no” davanti al TAR e vince.
Successivamente vince anche dinanzi al Consiglio di Stato.
Conclusione: poiché la Regione non ha dato l’intesa gli atti devono passare alla Presidenza del Consiglio dei ministri, competente ad esercitare il potere sostitutivo e a superare lo stallo come vuole la legge.
Ma la Regione non ci sta e propone ricorso per conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale (un ricorso che ho avuto modo di seguire da vicino e che è tuttora pendente).
E siamo arrivati alla giornata di ieri.
A Roma si riunisce il Consiglio dei ministri e alla riunione partecipa anche l’assessore all’ambiente della Regione.
Cosa decide il Consiglio dei ministri?
Si pronuncia sia sulla VIA sia sulla mancata intesa della Regione: per la VIA non concede la proroga del provvedimento di esenzione; per la mancata intesa sostanzialmente ratifica il “no” della Regione.
Il punto è che il Consiglio dei ministri ha esercitato, nei fatti, un potere che non gli compete, giacché la legge gli attribuisce una sola competenza: superare il “no” della Regione, non già bloccare il procedimento e, quindi, non rilasciare il permesso di ricerca e non rilasciare il provvedimento di proroga di esenzione della VIA.
Questi due atti sono, rispettivamente, di competenza del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell’ambiente.
E quando dico atti del Ministero intendo dire provvedimenti amministrativi, non atti “politici“: non è il ministro che li rilascia, ma il dirigente competente.
La legge affida una sola e specifica competenza alla Presidenza del Consiglio dei ministri: superare lo stallo esercitando il potere sostitutivo perché il procedimento possa proseguire.
La decisione adottata ieri dal Consiglio dei ministri avrebbe richiesto che si modificasse prima la normativa esistente con LEGGE (o con decreto-legge), giacché il Consiglio dei ministri non può attribuire a se stesso un potere che non ha.
La soluzione individuata potrà forse anche essere utile a fini elettorali (visto che la Basilicata tornerà presto al voto), ma non porrà al riparo lo Stato da un ricorso dinanzi al giudice amministrativo.
Si accettano scommesse.”
Francesco Pietrantuono assessore regionale Ambiente ed Energia :
MASSERIA LA ROCCA: GOVERNO CONDIVIDE DINIEGO REGIONE
Nel Comune di Brindisi di Montagna non si ricercheranno idrocarburi liquidi e gassosi.
Lo ha stabilito stamane il Consiglio dei Ministri, accogliendo il diniego della Regione Basilicata alla richiesta di permesso presentata dalla società Rockhopper Italia spa nell’area “Masseria La Rocca”
A condividere le motivazioni della Regione Basilicata, rappresentata nella riunione di oggi a Roma dall’assessore all’Ambiente ed energia Francesco Pietrantuono, sono stati il presidente Giuseppe Conte e tutto il Consiglio dei Ministri.
“A nome del governo regionale esprimo profonda soddisfazione per il risultato di oggi.
Nella mia nota indirizzata al primo ministro Conte – dichiara l’assessore Pietrantuono – ho trasferito le motivazioni di incompatibilità di questo permesso di ricerca con le caratteristiche territoriali, paesaggistiche e ambientali dell’area, sottolineando il suo forte contrasto con la visione di sviluppo che la Basilicata si è data.
La Regione, interpretando la voce del territorio, ha percorso un iter di grande partecipazione con il Comune di Brindisi di Montagna, le associazioni, a partire da No Triv, la Conferenza delle autonomie a cui vanno i ringraziamenti per i tanti contributi offerti.
Ho rimarcato – aggiunge – come la procedura adottata dalla Regione Basilicata fosse estremamente corretta e questa convinzione ci ha spinti, dopo l’annullamento del nostro diniego arrivato con le sentenze del Tar Basilicata e del Consiglio di Stato, a promuovere il ricorso alla Corte costituzionale.
Al presidente Conte ho trasferito la ferma volontà della Basilicata di negare ogni altro permesso di ricerca e successiva possibilità di estrazione, ricordando il nostro grande contributo in termini di estrazione di petrolio e gas”
Nel corso della riunione, i ministri Costa e Di Maio hanno condiviso le motivazioni della Regione Basilicata, richiamando anche la strategia energetica nazionale che non considera le estrazioni petrolifere come settore strategico del Paese.” (di Francesco Pietrantuono)