MASSIMO MARANI “CHE NOIA, CHE BARBA: ANCORA TRIVELLE SI ~ TRIVELLE NO. NON SE NE PUÒ PIÙ”
Dobbiamo pretendere strategie razionali e realmente sostenibili sia dal punto di vista ambientale, sociale e economico, magari che non vengano ribaltate ad ogni cambio di governo.
Dalla pagina Facebook di : “I Lavoratori “Invisibili” dell’oil & gas” vi riportiamo una bella riflessione di MASSIMO MARANI sempre più in tema nella attuale fase di confusione con un governo del cambiamento “climatico”
CHE NOIA, CHE BARBA: ANCORA TRIVELLE SI ~ TRIVELLE NO. NON SE NE PUÒ PIÙ
”La colpa per tutte quelle trivelle di chi è? È del governo precedente? O di quello prima, o di quello prima ancora? Nononono….non di certo di questo”.
Conte ieri, a fronte di dati disastrosi sulla produzione industriale,ha trovato il tempo di dire che si rivedranno le regole sulle concessioni….proprio una priorità!!
Ma quali trivelle???
Ma….La colpa di cosa????
Di cosa stiamo parlando ancora?
Gli anni passano e sembra che cresca solo la confusione.
Certamente, come buona parte dell’umanità, sono molto preoccupato. Il clima si sta modificando in modo oggettivo e ho la percezione che gli eventi meteo catastrofici siano sempre più frequenti.
Certamente sarei disposto a fare ogni sacrificio per assicurare un futuro ed ambiente pulito e sano ai miei figli.
E anche per figli degli “altri”, di ogni nazione, razza e colore, per la precisione….
Sono fortunato. Forse perché mi accontento. Ogni giorno mi alzo col sorriso perché in famiglia abbiamo due stipendi, oltre a due figli ed un mutuo.
Non sono uno scienziato e la mia storia operaia mi ha sempre imposto di contare fino a cento prima di prendere decisioni, perché a volte non si può tornare indietro e meno sei ricco, meno riuscirai a rimediare.
È più forte di me.
Quando qualcuno mi racconta che un sogno diventa realtà, passando esattamente per la mia pancia, semplicemente con uno schiocco di dita, istintivamente appoggio il sedere a una parete e rifletto.
“Fermiamo le trivelle così usciamo dal medioevo”, scrive un ministro……
Troppo facile. Sono appoggiato ma mi brucia già….
Uno slancio di coraggio e follia! Va bene. Facciamolo.
Fermiamo le esplorazioni, le coltivazioni e qualsiasi forma di sfruttamento di gas naturale.
Usiamo solo energia rinnovabile. Tutta. Da domani. Lasciamo ferme le auto se non sono elettriche.
Anzi, lasciamole ferme tutte se l’elettricità con cui le ricarichi non proviene da fonti rinnovabili.
Non accendiamo lampade, stufette, riscaldamento, condizionatori, forni e fornelli se non siamo certi che l’elettricità non sia green al 100%. Soprattutto smettiamo di importare gas dalla Russia, dove si sta distruggendo la tundra e le popolazioni animali e umane che la abitano.
Smettiamo di importare gas dall’Africa, dove i disastri ambientali non fanno neanche più notizia e dove i costi di pompaggio fin da noi del gas sprecano un quinto delle risorse estratte.
Basta anche pensare di ricevere gas attraverso tubature maledette che ci sterminano gli ulivi e deturpano metri di paesaggio. Basta comprare energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari francesi o croate.
Abbiamo qualche migliaio di lavoratori nel settore Oil&Gas?
Peccato, ci sarà il reddito di cittadinanza…
Lasciamo a casa i lavoratori di un centinaio di aziende dell’indotto?
Speriamo arrivino a quota 100…
In un momento di crisi industriale abbiamo un comparto di eccellenza mondiale?
Chi se ne frega, ci sono i “nuovi lavori” digitali….fattorini Foodora, magazzinieri a perdere per Amazon…etc etc…
È o non è il governo del cambiamento?
Ma chi paga?
Purtroppo l’energia da fonti rinnovabili che produciamo non e’ sufficiente, non è costante ed è costosa….pazienza…..
Non ho ancora letto che blocchiamo le importazioni, ma sarà senz’altro così…..altrimenti a che serve???
O no?……….…….come sarebbe a dire “no”????
Per dirla tutta la bolletta elettrica mi sembra già troppo alta…
Poi io l’auto elettrica non me la posso permettere…a dir la verità nemmeno l’e-bike. Oh, neanche la casa ecosostenibile e autosufficiente. Anzi, fino a poco fa ero orgoglioso dei miei 70 metri quadrati al quinto piano di un condominio del ’64.
A suo tempo avevamo orgogliosamente rinunciato a passare al riscaldamento autonomo perché la caldaia centralizzata a metano era molto più ecologica. Evidentemente….l’amministratore ci ha mentito!
Ma chissà perché negli altri paesi non hanno fatto operazioni del genere?
Perché da anni i paesi più evoluti del mondo hanno varato e seguito strategie energetiche per sostituire gradualmente le fonti più inquinanti con quelle più sostenibili, come il metano, integrando nei loro piani anche una transizione tecnologica e lavorativa che preservasse le professionalità e l’occupazione?
Sarà che i nordeuropei non hanno la nostra creatività…..
O forse vogliono evitare che i costi dell’energia schizzino alle stelle, con un ritorno alla povertà energetica per ampie fasce di popolazione?
Forse vogliono evitare che il problema ambientale si sposti semplicemente in altri lidi, dove i “comitati di protesta” vengono sbattuti in cella?
Avranno mica elaborato il complesso concetto per il quale il pianeta è solo uno e respiriamo tutti nella stessa atmosfera?
Non è che qui qualcuno è troppo creativo??
Mi viene quasi un dubbio: non è che per sostenere un titolone per una campagna elettorale, l’energia diventi un bene di lusso ad uso e consumo di quei pochi ricchi, residenti nei paesi ricchi, che possono infischiarsene degli altri, di ogni nazione, razza e colore, sempre per la precisione….
Molto comodo parlare solo, senza generalizzare, con aziende, che “potrebbero” avere come unico interesse il profitto.
Con ambientalisti, che spesso non hanno mai visto una trivella in vita loro, ma hanno necessità di “apparire”.
Con i comitati locali, che spesso hanno delle ragioni, ma spesso sono accecate dall’egoismo o dalla strumentalizzazione.
Tutti interlocutori “scaricabili” al momento più opportuno con i pretesti di cui sopra, che possono vivere un momento di gloria e poi magari uscire sconfitti ma poi non troppo, già pronti ad una nuova sfida…..
Mi sembra incredibile che questo governo non voglia ascoltare le ragioni di chi nel comparto energetico ci lavora, magari tramite chi li rappresenta da sempre.
Fa così paura affrontare i fatti tecnici e scientifici esposti da chi lavora e vive accanto agli impianti, sulle piattaforme?
Con chi fa ricerca ed esplorazione per uno stipendio normalissimo, senza manie suicide, con la voglia di svolgere al meglio il proprio lavoro senza correre rischi né farne correre al prossimo?
È certo più complesso affrontare a viso aperto coloro che, assieme alla stragrande maggioranza del “popolo italiano”, che tanto piace citare, non sono disposti a pagare il prezzo della superficialità e dell’incompetenza.
Quelli che non credono alle barzellette.
Quelli che della propria competenza vivono.
Meglio parlarne con qualche gruppo ambientalista o con qualche comitato contro le estrazioni, stando bene attenti a non confondersi con quelli che protestano per il rumore delle pale eoliche, con quelli che accusano i pannelli solari di deturpare il paesaggio, quelli che non vogliono il termovalorizzatore, il deposito di gas naturale liquefatto, l’impianto geotermico (“li ho visti! Hanno usato una trivella anche loro!), la fabbrica chimica, l’autostrada, il ponte, la galleria, il centro di accoglienza, il campo nomadi e anche quel maledetto asilo pieno di bambinichefannouncasinochenonriescoafareilmiopisolino.
Tutte, ma dico tutte, tutte queste cose si possono benissimo fare “lontano da casa mia. Ecchecazzo!”
Forse il punto è proprio questo: del “bene comune” non importa più nulla a nessuno. Men che meno a chi ci governa.
In un paese normale avremmo iniziato da decenni a implorare i giovani più promettenti affinchè si dedicassero alla politica, in Italia continuiamo invece a veder strappare applausi da chi sostiene che è materia per corrotti, asserviti o incapaci.
E così, senza voler generalizzare, perché non è affatto vero che “tantosonotuttiuguali”, ci siamo ritrovati quantomeno con un parlamento affollato dall’ultima categoria.
Sta a tutti i cittadini italiani fare uno sforzo per non farsi abbindolare dall’hastag del momento: #sicurezzagalattica, #stopinvasione, #tuttimpensione, #soldipertutti, #dignitàcomechepiovesse, #unculocosìalleuropa, e infine #semplificazioneaprovaditonto, #stopalletrivellemannare.
Non stanchiamoci di guardare i contenuti, la realizzabilità, l’umanità, la prospettiva e soprattutto…..chi paga il conto…….perchè tanto…..lo sappiamo già chi sarà.
Dobbiamo pretendere strategie razionali e realmente sostenibili sia dal punto di vista ambientale, sociale e economico, magari che non vengano ribaltate ad ogni cambio di governo.
Dobbiamo pretendere la massima inclusività per rendere la strategia, qualunque essa sia, compatibile con la dignitosa esistenza di tutti, perché non parliamo del futuro di una parte politica o di qualche azienda e nemmeno dei soli “addetti ai lavori”.
Il metano, a km zero, è l’energia più economica e pulita per affrontare la transizione.
È una follia metterlo in discussione ora.
Senza motivo.
Senza alternativa.
Le scelte energetiche ed ambientali definiscono il futuro di tutti. Smettiamo di giocarci?
{di #MassimoMarani @MassimoMarani}