IL PONTE DI RICCARDO MORANDI A GENOVA POTEVA ESSERE SALVATO ?
In ogni caso il ponte va mantenuto perché parte integrante della storia di Zena e testimonianza del genio dell’Ing. Morandi che nessuna colpa ha dell’accaduto, semmai noi della nostra generazione che non abbiamo saputo mantenerlo ed aggiornarlo alle nuove tecnologie.
Un quesito che in tanti si sono posti ed affrontano nel gruppo costituito su FB “Salviamo il ponte Morandi” un Gruppo pubblico con 1172 membri tra i quali molti professionisti e specialisti del settore costruzioni grandi opere .
Si legge nel GRUPPO le finalità : (Il “Morandi” non va demolito. Genova è una città particolare il cui traffico rispetta esattamente i tiranti del Morandi: sempre sotto stress. La SS. Aurelia e l’autostrada vivono da sempre in simbiosi e il benchè minimo imprevisto su una delle due porta al collasso dell’intero sistema viario. I tracciati delle due sono inamovibili a meno di stravolgimenti che impatterebbero con il tessuto urbano con tempi inimmaginabili solo per le pratiche burocratiche e con gravi difficoltà tecniche. Ergo che la via maestra è il ripristino di una struttura dove si trova oggi il Morandi a meno dell’abbattimento comunque delle abitazioni sottostanti. Demolizione e nuova struttura? Tempi biblici per i nostri standard. Rimane la sola via obbligata: ripristinare velocemente il tratto collassato ed approfittare dell’assenza di traffico durante questa tempistica per fare velocemente i rinforzi e le manutenzioni straordinarie sulle parti superstiti del Morandi.
In ogni caso il ponte va mantenuto perché parte integrante della storia di Zena e testimonianza del genio dell’Ing. Morandi che nessuna colpa ha dell’accaduto, semmai noi della nostra generazione che non abbiamo saputo mantenerlo ed aggiornarlo alle nuove tecnologie.
Per onore di cronaca riportiamo una nota di Marcello Savorani Amministratore del gruppo corredata di fotografie :
“Gabriele Camomilla, Alessandro Pignagnoli le mie supposizioni circa i trefoli trasversali sono suffragate dalla relazione MIT (PAGINA 24, Primo documento tecnico), loro hanno avuto accesso alle relazioni di calcolo di Morandi, io no purtroppo quindi ho dovuto utilizzare quanto avevo a disposizione. Tutto conferma quanto ho scritto. Cavi secondari (costituiti da 4 trefoli ciascuno) solidarizzati all’impalcato. Io aggiungo: incrociati in modo tale da aggiungere una precompressione automatica e irrigidire il trasversone. Con il grande vantaggio di equilibrare la struttura. Un’idea geniale di Morandi che può essere rivista e applicata.
Praticamente si equipartivano parzialmente (vedi relazione del 1973, introduzione) i carichi sugli altri stralli per disimmetria eventuale.
In termini di Analisi Tecnica di Borsa: Sistema Controbilanciato.
Grazie Alessandro Pignaioli per la lunga discussione telefonica. Ora è tutto chiaro. Quindi le barre (tipo phi 24) che Morandi usava negli altri ponti sono state rimpiazzate da questo sistema.”
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