Cronaca

«NEANCHE UN PARLAMENTARE LUCANO»

Anno giudiziario: tuonano Lapenna (Camera penale Basilicata) e Lorenzo (Aiga)

Lo stato di salute della Giustizia lucana e non solo non interessa ai parlamentari eletti in Basilicata. «Nessun parlamentare lucano ha presieduto alla cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario svoltasi al Palazzo di Giustizia di Potenza». Così il presidente della Camera penale distrettuale di Basilicata, l’avvocato Sergio Lapenna, e il presidente della sezione Aiga (Associazione italiana giovani avvocati) di Potenza, l’avvocato Luca Lorenzo, hanno esordito nel loro intervento critico sulla vicenda. «Rileviamo – hanno dichiarato Lapenna e Lorenzo – l’assoluta inadeguatezza dei parlamentari lucani, i quali hanno disertato l’evento. È fin troppo evidente che l’occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario rappresenti motivo di discussione e dibattito circa le problematiche presenti nel pianeta Giustizia con particolare riferimento non solo alle leggi approvate di recente, vedi l’abolizione della prescrizione, ma anche alle riforme in cantiere che riguardano i principi di civiltà giuridica esistenti nel nostro ordinamento». «L’assenza – hanno proseguito Lapenna e Lorenzo – dei parlamentari lucani desta meraviglia in quanto alcuni rivestono anche importanti incarichi istituzionali, come appunto quello di componenti della Commissione Giustizia al Senato della Repubblica». Per quanto il potere giudiziario rappresenti un potere a sé stante la questione Giustizia è anche una questione politica come appare evidente soprattutto in concomitanza delle recenti cronache governative. «E’ indispensabile che nel nostro paese – hanno spiegato Lapenna e Lorenzo – torni a imperare la cultura delle garanzie. La quale in questi ultimi anni è stata ormai abbandonata a favore di una cultura giustizialista che permea i cittadini nella speranza da parte di molti politici di catturare il facile consenso popolare». «Gli avvocati – hanno concluso Lapenna e Lorenzo – costituiscono ormai l’unico argine al giustizialismo e tutti insieme devono difendere i principi di libertà».

Ferdinando Moliterni

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