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PERDONACI PRINCE «è la puntuale conseguenza di un decreto sicurezza inumano»

Prince Jerry era nato nei pressi di Benin City ed era arrivato il 16 giugno 2016 sulle coste siciliane. Subito dopo si era trasferito a Genova. Chi l’ha conosciuto riferisce che parlava benissimo italiano, faceva volontariato con i ragazzi delle Scuole della Pace e per iniziative come lo Staccapanni della Caritas. «Un ragazzo speciale e straordinario, molto sensibile e anche colto. Era laureato e amava conoscere e apprendere», ha ricordato don Giacomo. «Aveva fatto richiesta di asilo politico, ma non era stata accolta e lo aveva saputo alla metà di dicembre, il 17 per la precisione. E non rientrava in quello status, non più previsto dalle norme, che prima garantivano il permesso umanitario»

#PERDONACI

#PrinceJerry viveva in #Liguria era #laureato aveva #25anni e studiava chimica.
Era arrivato dalla #Nigeria su un barcone.
A causa del “#decretosicurezza” si è visto negare il rinnovo del #permessodiasilo
Preso dalla sconforto, si è lanciato sotto un treno.
Non so quanti, leggendo della sua morte, si sentiranno più sicuri. Non so quanti esulteranno perché finalmente c’è un ministro che si traveste da poliziotto e “difende i nostri confini” da ragazzi come #Prince
Non so quanti “poveri italiani” si ritroveranno qualche soldo in più sul conto in banca e quanti terremotati vedranno risorgere le loro case dalle macerie con tanto di abusi condonati.
So che dovremmo chiedergli scusa.
E vergognarci.
#VergognarciTanto #sapevatelo2019Staff #CiaoPRINCE

Permesso d’asilo negato: 25enne nigeriano si toglie la vita
Prince Jerry era sbarcato in Italia nel 2016 con una laurea ed era perfettamente integrato. Si è gettato sotto un treno a Tortona.
Prince Jerry si è tolto la vita a Tortona lunedì 28 gennaio gettandosi sotto un treno dopo essersi visto negare il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Il primo a darne notizia è stato monsignor Giacomo Martino, responsabile della Migrantes di Genova, in un messaggio alla chat dei propri parrocchiani, poi circolato in serata sui social.
Il messaggio doveva restare privato per non strumentalizzare in alcun modo la morte del giovane. «È impropriamente girato un mio post privato scritto ai membri più stretti della mia comunità parrocchiale», ha scritto il sacerdote su Facebook. «Erano parole di dolore e di sofferenza personale confidate a degli amici.
Avevo scelto di non parlare di Prince Jerry per rispettare il dolore della sua morte e desolazione. Vi sono indagini giudiziarie che stanno stabilendo esattamente i fatti ed eventuali responsabilità. Non desidero in nessun modo che questo ragazzo e la sua triste storia vengano strumentalizzate per discorsi diversi da quelli di compassione per una vita stroncata e di un lungo sogno interrotto».
Giacomo Martino :

“Questa sera è impropriamente girato un mio post privato scritto ai membri più stretti della mia Comunità parrocchiale.
Erano parole di dolore e di sofferenza personale confidate a degli amici.
Avevo scelto di non parlare di Prince Jerry per rispettare il dolore della sua morte e desolazione.
Vi sono indagini giudiziarie che stanno stabilendo esattamente i fatti ed eventuali responsabilità.
Non desidero in nessun modo che questo ragazzo e la sua triste storia vengano strumentalizzate per discorsi diversi da quelli di compassione per una vita stroncata e di un lungo sogno interrotto.
Venerdì 1 febbraio alle 11:30, è vero, ci sarà il funerale nella Chiesa dell’Annunziata dove, come cristiano, lo saluteremo affidando il suo sogno al Dio che sogna con noi,
al Dio che rende reali i nostri sogni così come farà con quelli di Prince…. per sempre.”

PRINCE JERRY ERA ARRIVATO SU UN BARCONE NEL 2016

Prince Jerry era nato nei pressi di Benin City ed era arrivato il 16 giugno 2016 sulle coste siciliane. Subito dopo si era trasferito a Genova. Chi l’ha conosciuto riferisce che parlava benissimo italiano, faceva volontariato con i ragazzi delle Scuole della Pace e per iniziative come lo Staccapanni della Caritas. «Un ragazzo speciale e straordinario, molto sensibile e anche colto. Era laureato e amava conoscere e apprendere», ha ricordato don Giacomo. «Aveva fatto richiesta di asilo politico, ma non era stata accolta e lo aveva saputo alla metà di dicembre, il 17 per la precisione. E non rientrava in quello status, non più previsto dalle norme, che prima garantivano il permesso umanitario»

CGIL GENOVA: «IL DECRETO SICUREZZA È INUMANO»

Dura la reazione della Cgil Genova. La tragica morte di Prince Jerry, ha dichiarato la segreteria, «è la puntuale conseguenza di un decreto sicurezza inumano che ha annullato la possibilità di richiedere e ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari». Si tratta di «un decreto che la Camera del Lavoro di Genova non smetterà mai di contrastare. Questo giovane ragazzo era perfettamente integrato, nel suo paese era laureto in chimica e stava studiando per farsi riconoscere anche qui il titolo di studio».

fonte Lettera43

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