LA FESTA DI SAN BIAGIO A MARATEA
Il Santo patrono e protettore della perla del tirreno
Nella Basilica Pontificia a San Biagio dedicata, la comunità Sacerdotale le autorità civili e militari e il popolo di Maratea ha festeggiato come fa da secoli il suo patrono e protettore San Biagio Vescovo e Martire. Santo amato e venerato a Maratea e in tante Città in Basilicata in Italia e nel Mondo, ma è a maratea, dove nella Cappella Regia si conserva l’Urna benedetta con il Sacro torace del Martire Armeno. La traslazione delle reliquie di San Biagio avvenne nel 732 d. C. durante la persecuzione iconoclasta indetta dall’imperatore d’Oriente Leone Isaurico quando, secondo una leggenda, la nave che le trasportava fu sospinta contro l’isolotto di Santo Janni da una violenta ed improvvisa tempesta. L’imbarcazione fu poi trattenuta nei pressi dell’isolotto da una forza misteriosa che gli impedì di riprendere il mare, evento interpretato come un segno della volontà del Santo di fermarsi proprio a Maratea.. Stupenda la statua in argento realizzata nel 1979 dallo scultore Romano Vio, che sostituì il precedente simulacro, eseguito nel 1706 da Domenico De Blasio, trafugato da ignoti nel 1976 e mai più ritrovato. Simulacro che i devoti di San Biagio venerano e portano in processione il giovedì che precede la domenica della seconda settimana di Maggio coperta da un manto rosso per sottolineare la forma privata della processione, che arriva in località Capocasale e li che avviene lo scoprimento dal manto rosso e viene accolta dalle autorità che consegnano le chiavi della città e il parroco mette le insegne episcopali sul busto argenteo di San Biagio. Il Sabato solenne processione per le strade della Città e la Domenica mattina il ritorno al Santuario dove al termine della S. Messa si potrebbe verificare come si è verificato nei secoli il prodigio della Manna a cui il popolo attribuisce capacità curative ritenendo che possa restituire la sanità agli infermi, si presenta simile all’acqua, di un colore biondo, e trasuda solitamente non soltanto dall’Urna ma anche dai marmi e dalle colonne della Cappella.