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OMICIDIO DI LIDIA MACCHI: LA NOTA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO REPLICA ALLE PARTI CIVILI

Riportiamo la replica alle parti civili della dottoressa Ursula Franco, criminologa della difesa di Stefano Binda

“I fatti parlano chiaro, l’omicidio di Lidia Macchi non è un omicidio sessuale e la psicopatologia di chi lo commise è quella di un predatore violento, personalmente non ho mai parlato di serial killer fermo restando che da un punto di vista psicopatologico chi commise l’omicidio è equiparabile ad un omicida seriale.
Potrebbe essere una coincidenza ma un soggetto con una psicopatologia compatibile con quella dell’assassino di Lidia Macchi viveva a poche centinaia di metri dal luogo del ritrovamento del suo cadavere, si tratta di Giuseppe Piccolomo, 36 anni nel 1987, un uomo noto per la sua indole violenta e con un curriculum di un certo rilievo, nel 2003 ha ucciso la propria moglie, Marisa Maldera, nel 2009 ha ucciso, e proprio a coltellate, la signora Carla Molinari premeditandone l’omicidio, ma soprattutto ha confessato alle proprie figlie non solo l’omicidio di Carla Molinari ma anche quello di Lidia Macchi, ed infine, l’identikit realizzato raccogliendo le testimonianze di alcune donne importunate nel parcheggio dell’ospedale di Cittiglio poco prima che Lidia venisse uccisa era strettamente somigliante a Giuseppe Piccolomo.
In ultimo, anche se faccio fatica ad abbassarmi a tanto, invito chi in futuro intendesse screditarmi a dare prima un’occhiata al mio curriculum che è on line.
Peraltro l’argumentum ad personam è una strategia che non fa onore a chi la mette in atto”
L’identikit del molestatore dell’ospedale di Cittiglio e una foto di Giuseppe Piccolomo scattata nel 1987
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