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Gela, la storia di un tragico parto della fine del V secolo a. C.L’archeologo Gianluca Calà durante gli scavi di via Butera a Gela

Gela, la storia di un tragico parto della fine del V secolo a. C.
15/02/2019 – 16:06 ~ di Maria Concetta Goldini
Durante gli scavi della posa della rete idrica affiorano altri resti di necropoli con cinque scheletri interi, due vasi ed una spilla in bronzo


Gela, la storia di un tragico parto della fine del V secolo a. C.L’archeologo Gianluca Calà durante gli scavi di via Butera a Gela


GELA – Il gran museo sotterraneo che sta venendo alla luce durante i lavori della posa della nuova rete idrica di Caltaqua continua a riservare sorprese e a costituire una miniera per gli studiosi di archeologia.

In via Butera è affiorato un lembo del cimitero di età greca. Ben cinque le sepolture affiorate e con esse gli scheletri di tre uomini adulti, una donna giovane ed un neonato che conclusero la loro esistenza alla fine del V secolo a. C. Gli scheletri degli adulti sono emersi in perfetta connessione anatomica e questo consentirà agli studiosi di poter approfondire vari aspetti della vita dell’epoca.

La nuova scoperta è stata effettuata dall’’rcheologo Gianluca Calà. Gli scheletri degli adulti sono stati sepolti nella nuda terra, il neonato e la giovane donna sono stati riposti ciascuno in una tomba. Una forma di rispetto per quella donna che forse morì dopo aver partorito il suo bambino? È una delle ipotesi che si possono avanzare a caldo alla luce delle modalità di sepoltura e della posizione degli scheletri.

Gli scheletri degli uomini adulti furono sepolti con gli arti superiori distesi lungo il tronco. Uno degli adulti però teneva con la mano destra due vasi che facevano parte del suo corredo funerario. Si tratta di uno skyphos cioè una coppa profonda con figurazioni a vernice vera che conteneva al suo interno uno lekythos in miniatura per gli oli che dovevano coprire il corpo del defunto.

La donna adulta è stata seppellita in modo diverso e cioè con l’arto sinistro disteso lungo il tronco e con quello destro piegato con la mano poggiata sul basso ventre. A pochi centimetri da lei è stato seppellito un neonato. Quella mano poggiata in quel luogo vuole indicare forse la morte di parto? E se così è non si salvò nemmeno il bambino (i resti ritrovati sono quelli di un neonato inferiore a 40 centimetri) che fu sepolto vicino alla sua mamma. Come corredo funerario della donna è stata trovata una bellissima spilla da balia in bronzo. Una triste storia che dovrà trovare conferma da studi successivi e più approfonditi.

Le tombe di fine V secolo (la datazione è ipotizzata alla luce del corredo funerario ritrovato) fanno parte di una grande necropoli che comprendeva le zone della via Crispi, la via Butera, via Genova e altre zone di Caposoprano tra cui via Cicerone. In via Genova come è noto è stato scoperto un lembo di necropoli, in via Cicerone una bellissima tomba a cappuccina con colonne interne.

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