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LA NOTA CRIMINOLOGA SUL CASO PADRE GRATIEN ALABI

Oggi sentenza della Cassazione per Padre Gratien Alabi. Il frate congolese ha detto: “Dio sa che sono innocente”, non una negazione credibile perché dirsi “innocente” non equivale a negare l’azione omicidiaria. “Io non ho ucciso Guerrina” sarebbe stata una negazione credibile.

Dottoressa URSULA FRANCO : Analisi di un’intervista rilasciata da Padre Gratien Alabi a Giuseppe Pizzo – Posted on 29 novembre 2018  

Padre Gratien Alabi

Padre Gratien Alabi ha 48 anni, è di nazionalità congolese, ha studiato alla Facoltà di Teologia dell’Università Saint Augustin di Kinshasa, al momento della scomparsa della Piscaglia, da circa un anno, si occupava con altri frati congolesi della parrocchia di Ca’ Raffaello. Padre Gratien è stato condannato in primo grado a 27 anni di reclusione e in secondo grado a 25 per l’omicidio di una sua parrocchiana, tale Guerrina Piscaglia, comparsa da Ca’ Raffaello il primo maggio 2014. Alcuni dei suoi ormai ex parrocchiani lo adoravano e lo hanno descritto come estroverso, amichevole, capace di una parola per tutti, mentre i suoi detrattori lo detestavano in quanto ritenevano che i suoi modi non si addicessero ad un uomo di Dio, tanto che alcuni di loro hanno abbandonano la sua chiesa ed altri hanno segnalano i suoi comportamenti libertini alla curia vescovile di Arezzo che, nonostante tutto, non ha mai preso provvedimenti nei suoi confronti.

In un’intervista andata in onda il 28 novembre 2018 dalla trasmissione Chi l’ha visto?, Padre Gratien si è così espresso:

Giuseppe Pizzo: In una delle sentenze c’è scritto che lei ha ucciso a mani nude Guerrina.

Padre Gratien Alabi: (ride)

Giuseppe Pizzo: Con queste mani.

Padre Gratien Alabi: (ride) Allora, mi fa ridere, nel senso che… dicendo che… perché io sono robusto, per quel motivo io po… potevo strangolare quella donna, io penso che… boh… strangolare una donna… per strada e tutte passavano lì perché era la fiera quel giorno lì, ma non lo so… eh… come possono immaginare una cosa de genere.

Quando Gratien dice “io penso che… boh… strangolare una donna… per strada e tutte passavano lì perché era la fiera quel giorno lì, ma non lo so… eh… come possono immaginare una cosa de genere” non nega di aver ucciso la Piscaglia ma contesta (giustamente) la ricostruzione dell’omicidio fatta dagli inquirenti e dai giudici lasciando però aperta la possibilità che sia stato lui ad ucciderla ma non in strada.

Secondo gli inquirenti e i giudici, Padre Gratien uccise Guerrina in strada prima delle 14:34 del primo maggio 2014, una ricostruzione sbagliata che, come nel caso Ragusa, lascia spazio alla difesa.

Quel primo maggio, dopo aver pranzato a casa dei suoceri con il marito Mirko, Guerrina tornò a casa propria per poi allontanarsi di nuovo, intorno alle 14.30, per una passeggiata. La madre del marito ha riferito agli inquirenti di averla vista dalla finestra di casa sua sulla strada che conduce alla canonica di Ca’ Raffaello, percorso che Guerrina ormai faceva quotidianamente, a suo dire, per perdere un po’ di peso. Due testimoni hanno riferito di averla incontrata pochi minuti dopo, sulla strada verso Nuovafeltria. Infine, un ex postino ha raccontato di aver notato, verso le 15.00, una donna seduta sul muretto tra la strada principale del paese ed il sentiero che conduce alla chiesa di Ca’ Raffaello.

Sempre quel primo maggio 2014, una testimone ha raccontato agli inquirenti di aver incontrato Padre Gratien sulla strada, a circa 20 metri dalla casa della Piscaglia, alle 14.34, di essersi trattenuta a parlare con lui per circa 10 minuti, di aver notato nello stesso lasso di tempo l’Alessandrini intento a lavare la Ford del frate, macchina che l’uomo era andato a prendere in canonica alle 13.00.

Il marito della Piscaglia, Mirko Alessandrini ha invece riferito agli inquirenti di essere tornato in canonica con l’auto del frate pulita intorno alle 14.50, di aver suonato alla porta di Padre Gratien, di avergli consegnato le chiavi della Ford, di aver aspettato in cortile che il vice parroco si cambiasse gli abiti, per poi dirigersi a Presciano di Sestino Guerrina dove avrebbe dovuto officiare un funerale. Presciano di Sestino è una frazione di Sestino che si trova a circa diciotto chilometri da Ca’ Raffaello. Secondo i parenti del defunto, Padre Gratien Alabi, che era atteso a Presciano di Sestino per le 16.00, arrivò in ritardo.

Guerrina, quel primo maggio, aveva inviato al frate un messaggio dal seguente testo: “Vengo da te cucino il coniglio e poi facciamo l’amore”, Padre Gratien le aveva risposto: “Il coniglio l’ha cucinato un’altra signora”, evidentemente nell’intento di dissuadere la Piscaglia dal presentarsi da lui, ma poi, alle 13.45, al fine di evitare che la donna gli inviasse altri messaggi, si era visto costretto a scriverle: “La porta della canonica è aperta”

Il vice parroco non aveva però atteso Guerrina in canonica ma era uscito per non vederla; se Padre Gratien fosse riuscito ad evitate Guerrina fino al momento in cui Mirko non si fosse recato da lui per portarlo a Presciano di Sestino, avrebbe potuto non incontrarla per tutto il resto della giornata, per questo motivo il frate lasciò la canonica. Alle 14.34, incontrò sulla strada una parrocchiana e si intrattenne con lei a chiacchierare (si è potuto ricavare l’orario preciso dell’incontro con la parrocchiana grazie ad un messaggio ricevuto dalla donna mentre si trovava con il frate).

Dopo quell’incontro il vice parroco tornò in canonica per cambiarsi gli abiti per poi recarsi con l’Alessandrini ad officiare le due messe nei paesi vicini.

Solo al suo rientro in canonica, qualche minuto prima delle 15.00, il viceparroco trovò ad attenderlo la Piscaglia ed in seguito ad una discussione l’uccise.

Proprio subito dopo l’omicidio, Mirko arrivò alla canonica e suonò a Padre Gratien che, come da lui riferito, non lo fece entrare, tanto che l’Alessandrini rimase in cortile ad aspettare il frate che gli aveva detto di doversi cambiare gli abiti ma in realtà l’uomo era intento a nascondere temporaneamente l’ingombrante cadavere di Guerrina.

Se Padre Gratien avesse ucciso Guerrina tra le 13.46 e le 14.39, non sarebbe uscito e non avrebbe perso tempo in chiacchiere con una parrocchiana ma si sarebbe preoccupato di occultarne il corpo in quell’occasione e non sarebbe arrivato in ritardo al funerale; il frate nascose il cadavere della sua vittima, anche se temporaneamente, solo intorno alle 15.00, poco dopo averla uccisa uccisa e per questo motivo arrivò in ritardo al funerale.

Infine, Mirko e Padre Gratien si diressero in auto a Sestino e durante il tragitto il frate chiese all’Alessandrini di tornare indietro con la scusa di dover prendere un libro; il viceparroco, raccontò a Mirko una menzogna, Padre Gratien volle tornare indietro, forse per prendere il telefonino della Piscaglia o per altro, ma sempre per un motivo legato all’omicidio.

E comunque la motivazione addotta dall’Alessandrini non basta a giustificare quel ritardo, Mirko non ci dice quanto tempo Padre Gratien abbia impiegato per prendere il libro, né quanto tempo lo abbia fatto aspettare all’esterno della canonica mentre si cambiava gli abiti. Se lui e padre Gratien fossero partiti e tornati indietro solo per prendere un libro, come dice Mirko, ipotizzando un’inversione della marcia a circa metà strada, partendo alle 15.10/15.15 come da lui riferito, avrebbero impiegato solo 20 minuti in più e quindi sarebbero arrivati alle 15.55-16.00 circa, in tempo per il funerale fissato per le 16.00. Questo ritardo, che nessuno dei due uomini ha motivato per lunghi mesi, ci permette di inferire che evidentemente è successo qualcosa di critico intorno alle 15.00 e che il frate si è fatto attendere dall’Alessandrini per lungo tempo.

È possibile che Padre Giovan Battista fosse nella canonica durante l’omicidio e molto probabilmente aiutò Padre Gratien ad occultare definitivamente il cadavere di Guerrina quella stessa notte. Lo si evince da una chat di agosto, uno scambio di messaggi intercorso tra i due “religiosi”; mentre Padre Giovan Battista si trovava ad Haiti, che aveva raggiunto nel mese di luglio, Padre Gratien gli chiese aiuto e non avendo ricevuto risposta lo ricattò, minacciando di diffondere un video in suo possesso che avrebbe potuto danneggiarlo.

Riassumo i motivi per i quali si può ragionevolmente escludere che Padre Gratien abbia ucciso Guerrina in strada: – nel messaggio inviato da Gratien a Guerrina si parlava di una porta della canonica aperta;

– Gratien non avrebbe discusso in strada con Guerrina del loro rapporto sentimentale che voleva tenere nascosto, tanto che la uccise per evitare che divenisse pubblico; Gratien avrebbe discusso solo in un posto sicuro, lontano da orecchie indiscrete;

– un ambiente chiuso e protetto favorisce le reazioni violente al contrario di un luogo pubblico dove si corre il rischio di essere visti;

– Gratien non fece entrare Mirko nella canonica ma lo lasciò ad aspettare in cortile perché aveva appena commesso l’omicidio ed il corpo di Guerrina si trovava all’interno della struttura;

– se il frate avesse ucciso Guerrina tra le 13.46 e le 14.39, non sarebbe arrivato in ritardo al funerale; la uccise invece poco prima di partire ovvero qualche minuto prima delle 15.00 ;

– Gratien rientrò in canonica con la scusa di prendere un libro, il frate in realtà tornò sulla scena del crimine e probabilmente in quell’occasione prese il cellulare di Guerrina. Una riprova che il corpo della donna si trovava all’interno della canonica.

Giuseppe Pizzo: Lei, quel giorno, primo maggio…

Padre Gratien Alabi: Sì. Giuseppe Pizzo: … non ha incontrato Guerrina?

Il giornalista suggerisce al frate di negare.

Padre Gratien Alabi: No, no, no.

E il frate naturalmente nega. Il giornalista per ottenere informazioni utili avrebbe dovuto chiedere all’Alabi di raccontargli i suoi movimenti del primo maggio 2014 dalle 14:00 alle 15:00.

Giuseppe Pizzo: Perché poi questa donna avrebbe inventato un rapporto con lei, una gravidanza, lei addirittura che prende un appuntamento a Perugia in un ospedale per farla visitare?

Padre Gratien Alabi: No, non era che… no, nel senso che lei diceva che… come si dic… a lei piaceva avere uno figlio così de colore se sa… (interrotto).

L’Alabi non risponde a tono alla domanda ma riferisce che Guerrina aveva espresso il desiderio di avere un figlio di colore.

Giuseppe Pizzo: L’ha detto lei?

Padre Gratien Alabi: Sì, ma parlava così anche davanti a suo marito

Si noti l’uso della particella aggiuntiva “anche” che lascia supporre che anche in privato Guerrina avesse confidato al frate di desiderare un figlio di colore.

Giuseppe Pizzo: E lei cos’ha detto? Facciamolo noi?

Padre Gratien Alabi: No, no, no, no, perché… anche il fatto che la sua famiglia o gli altri negano che… la sua testa non andava bene… boh… mi dispiace di dire questa cosa per… perché è la TV.

L’Alabi non voleva un figlio da Guerrina e di sicuro sperava di non averla messa incinta in quanto sarebbe stato difficile negare ai suoi superiori di essere il padre di un bambino di colore nato dalla Piscaglia.

Quando l’Alibi, parlando di Guerrina, sostiene che “la sua testa non andava bene” dice il vero.

Giuseppe Pizzo: Però questa donna possibile che inventa “Io sono incinta di Padre Graziano”, “asp…”, “Vengo da lei facciamo l’amore” quindi… perché questa donna deve inventare questa storia?… e poi scompare questa donna.

Padre Gratien Alabi: No, ma… dire che era incinta di me, è troppo dire… eee… e dire che era innamorata di me… boh… io vedevo dei gesti ma… io non potevo chiedere a lei: “E’ così, così”.

L’Alabi non nega di aver avuto dei rapporti con la Piscaglia, afferma solo che “dire che era incinta di me, è troppo dire”.

Giuseppe Pizzo: Lei non ha mai avuto un rapporto con Guerrina (incomprensibile)?

Il giornalista suggerisce al frate di negare.

Padre Gratien Alabi: No, mai.

E il frate nega.

Giuseppe Pizzo: Però lei quel giorno, il primo maggio, prima della scomparsa, poche ore prima, no? Guerrina le manda dei messaggi, cosa… Tutti abbiamo letto quello che poi hanno scritto gli inquirenti: “vengo da te cucino il coniglio, facciamo l’amore” invece, in quei messaggi, Guerrina cosa scriveva? Cosa ha scritto Guerrina?

Padre Gratien Alabi: Ma hai detto già che ha scritto così, ha scritto così.

Giuseppe Pizzo: No, questo sappiamo noi, ok? Qual’è invece la sua versione? Cosa c’era scritto su quei messaggi?

Padre Gratien Alabi: Ma l’hai già detto.

Giuseppe Pizzo: Quindi Guerrina ha detto: “vengo da te cucino il coniglio e poi facciamo l’amore”.

Padre Gratien Alabi: Quella parole c’era, sì,

Giuseppe Pizzo: E lei cosa ha risposto?

Padre Gratien Alabi: Allora… (interrotto).

Giuseppe Pizzo: Non ha risposto: “Io sono un prete di Ca’ Raffaello, ma dove vai”?

Padre Gratien Alabi: No, no, ioo perchè ioo… io… io sapevo che… come ho detto che la sua testa a volta non andava bene, vedere un messaggio del genere per me e vedendo il suo comportamento, il suo carattere, io capisco che la testa non gira.

Il balbettio sul pronome personale “io” ci rivela lo stato di stress in cui versa il frate.

L’Alabi riferisce al giornalista di essersi allarmato alla lettura del messaggio.

Giuseppe Pizzo: Quindi lei aspetta la sentenza, non scappa, questo ce lo promette che non scappa?

Padre Gratien Alabi: (ride) mi fa ridere quella domanda perché, se io ero una persona che voglio scappare, ma da ora… oppure mi sentivo colpevole… bah… io potevo andarmene fino al mio paese e rimanere lì senza che nessuno lo sappia, ma io sono una persona cosciente, io sono prete, voglio fare le cose nella sincerità, nella verità, scappare per andare dove?

Ancora una volta, l’Alabi è incapace di negare di aver ucciso Guerrina.

Si noti che secondo il frate c’è una differenza tra “essere colpevole” e “sentirsi colpevole”, è probabile che l’Alabi ritenga che il movente faccia la differenza.

Il movente dell’omicidio di Guerrina è da ricercare nel rapporto sentimentale tra l’Alabi e la donna, rapporto che per la Piscaglia era divenuto un ossessione e per lui un incubo, forse Guerrina, quel primo maggio, sentendosi ignorata dal frate, lo minacciò di far scoppiare uno scandalo a Ca’ Raffaello e Padre Gratien, ormai consapevole di non poter gestire la Piscaglia, certo che le proprie doti manipolatorie non sarebbero bastate a tenere a bada una donna così perdutamente ed irragionevolmente innamorata di lui, la uccise. Nei giorni precedenti l’omicidio, la situazione era ormai fuori controllo, lo si evince dallo scambio di messaggi tra i due, la Piscaglia aveva inviato a Gratien un sms con il seguente testo: “Sono incinta e tu sei il padre del bambino”. Un intervento chirurgico cui era stata sottoposta in aprile la donna e la sua età fanno supporre che la Piscaglia non fosse incinta ma intendesse giocarsi la carta della gravidanza per avvicinare a sé Padre Gratien che percepiva ormai sfuggente. Dopo quel messaggio il frate aveva preso un appuntamento presso un ospedale dove lavorava una sua amica perché Guerrina si sottoponesse ad un test di gravidanza ma la donna non si presentò all’appuntamento, una riprova che mentiva sul suo stato. Per quanto riguarda i 4000 messaggi scambiati tra la donna ed il frate, quei messaggi, in massima parte, sono stati inviati da Guerrina Piscaglia, una Guerrina ormai stalker.

CONCLUSIONI

Anche in questa intervista Padre Gratien non è stato capace di negare di aver ucciso Guerrina ma soprattutto è apparso sottotono e rassegnato al suo destino giudiziario, un uomo sconfitto.

Si confronti il contenuto di questa recente intervista con quello dell’intervista che nel gennaio 2015 Padre Gratien Alabi ha rilasciato sempre all’inviato del programma televisivo Chi l’ha visto?, Giuseppe Pizzo:

Giornalista: Lei non sa dov’è Guerrina?

La domanda giusta da fare sarebbe stata: “Secondo lei, Guerrina dov’è?” e non una domanda diretta che tra l’altro suggerisce all’intervistato di negare.

Padre Gratien: Ss… come ho detto anche a voi, se voi come giornalista attraverso il vostro lavoro potete aiutare a chiedere anche informazioni alla gente, se l’hanno vista da qualche parte o conoscono qualcuno da.. con chi lei sta sarà una bella notizia per me, anche una bella notizia per altri… se io sapevo dove e con chi sta adesso, io potevo fare la denuncia anche adesso subito, perché mi libera.

Si noti l’iniziale “Ss”.

Il frate non nega in modo credibile di sapere dove si trovi Guerrina ma prova a manipolare il suo interlocutore attraverso una lunga tirata oratoria/appello ai telespettatori.

Giornalista: Si rivolga a Guerrina, la inviti a tornare a casa!

Il giornalista impone al frate di rivolgersi a Guerrina e gli suggerisce di invitarla a tornare a casa mentre avrebbe dovuto semplicemente chiedergli: “Vuol fare un appello?”.

Padre Gratien: Sì, ma quello io dico, se dove vede la tv come dicono le informazioni oppure la persone che sta con lei che vede.. anche come si… come si danno informazioni, che ha un cuore umano, che non deve far soffrire qualcuno per nulla. Io chiedo che possa ritornare a casa sua anche se non vuole stare più con suo marito, dichiarare chiaramente che io non voglio così, fa le sue cose… anche per me, per liberarmi… perché io non sono venuto in Europa per stare così a casa, sono venuto a lavorare come missionario… ma quando sto così dalla mattina fino alla sera, non so cosa fare mi fa… come persona, mi fa molto male.

Padre Gratien non è capace di dire: “Guerrina, torna a casa per tuo figlio, per tuo marito e per me” e allora intorbidisce le acque esibendosi in un’altra tirata oratoria durante la quale si dipinge come la vera vittima/protagonista di questa tragedia.

Da un punto di vista psicopatologico, Gratien è un soggetto con tratti narcistici di personalità, eccentrico, superficiale, egocentrato, un manipolatore con un’idea grandiosa di sé ed un estremo bisogno di ammirazione, è un opportunista che si è fatto frate, non perché avesse la vocazione, ma per approfittare della situazione da un punto di vista economico e per assicurarsi senza fatica rispetto e credibilità.

Giornalista: Lei l’ha incontrata dopo la scomparsa con questo Zio Francesco?!

La domanda giusta da fare sarebbe stata: “Quando ha visto Guerrina per l’ultima volta?”, il giornalista non avrebbe dovuto introdurre il fantomatico Zio Francesco ma lasciare il compito all’Alabi.

Padre Gratien: Eh… come ho detto quello… eeeh… non posso dire nulla nel senso che con il mio avvocato, che è più giovane di me ma un ragazzo bravissimo, intelligente, saggio che abbiamo fatto questa… ha fatto la proposta di questa scelta di non rispondere, il fatto che ho già detto tutto quello che conosco…

Padre Gratien non risponde a tono ma parla del suo legale e della scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere attribuendola in toto all’avvocato Luca Fanfani e cercando di far passare il messaggio che lui, nonostante tutto, non ha nulla da nascondere.

Il frate congolese, dopo aver finto di collaborare nelle prime fasi dell’inchiesta, nel solo intento di depistare, in seguito alla sua iscrizione nel registro degli indagati, si è avvalso della facoltà di non rispondere, comportamento quantomeno disdicevole per un religioso e sospetto.

Ma come ha potuto pensare l’Alabi di essere così furbo da riuscire a depistare gli inquirenti? Padre Gratien è un bugiardo abituale con un’alta opinione di sé e delle proprie capacità manipolatorie che ha testato, godendo di buoni risultati, fino al giorno della scomparsa di Guerrina. Questo passato di indiscutibili successi lo ha portato a credere di potersela cavare dopo aver commesso l’omicidio. La riprova che il frate gode di un’alta autostima, sono la frequenza con cui ha inviato messaggi dal telefonino di Guerrina dopo averla uccisa ed il fatto che abbia continuato a falsificare racconti surreali che hanno come protagonisti due personaggi, un venditore marocchino, amico della Piscaglia ed un fantomatico Zi’ Francesco, nel convincimento di potersi prendere gioco di tutti, familiari, giornalisti, inquirenti e magistrati.

Giornalista: Zio Francesco, ce lo descrive?

Padre Gratien: Sì, per come ho detto, per tutte queste cose voi potete, per cortesia… io vi chiedo di parlare con il mio avvocato perché secondo me, con quello che abbiamo già deciso anche lunedì…

Ancora una risposta evasiva.

Giornalista: Ma esiste questo Zio Francesco?

Padre Gratien: Non rispondo, per favore, non è che nascondo qualcosa, ma come ho detto, per correttezza verso di me stesso che abbiamo fatto questa scelta di non rispondere, perché ho detto tutto quello che conosco, ma se la procura non mi crede, fino che non rispondo alla magistratura non posso rispondere a qualcuno…

Un’altra risposta evasiva.

Con la frase al negativo “non è che nascondo qualcosa”, che non ha motivo di pronunciare,l’Alabi lascia intendere l’esatto contrario.

Padre Gratien ha raccontato al collega congolese Padre Faustino di aver incontrato un certo Zi’ Francesco che avrebbe accompagnato Guerrina a Sestino il primo maggio e che in chiesa gli avrebbe riferito che la donna stava piangendo nella sua auto, era disperata e non voleva tornare a casa. A mio avviso questo racconto è in parte reale, quelle che Padre Gratien ha descritto a Padre Fuastino sono le vere condizioni psichiche della Piscaglia quel giorno, con tutta probabilità, intorno alle 15.00 di quel primo maggio, poco prima dell’omicidio, la donna piangeva, era disperata e non voleva tornare a casa. Nei racconti e negli interrogatori i colpevoli mescolano verità e fantasia per rendere le loro narrazioni o deposizioni più scorrevoli e credibili. Questa storiella di Zi’ Francesco dalla quale Mirko è escluso, avendo sempre riferito l’Alabi che l’Alessandrini si trovava al bar, affranca Mirko da un eventuale coinvolgimento nella scomparsa della moglie, se infatti l’Alessandrini fosse stato complice del frate, ne sarebbe stato partecipe.

Giornalista: Lei come sta vivendo questi momenti?

Padre Gratien: Questi momenti è un po’ difficile per me, nel senso che come lo sapete con questa vicenda della storia della scomparsa di Guerrina, che non sono titolare di questa cosa, che non sono neanche vicino o lontano per la sua scomparsa, ma… sono… ero interrogato da, come si dice, dalla magistratura due volte, ho parlato… ho parlato e ho visto che la magistratura non mi crede a quello che dico io.

“non sono titolare di questa cosa” e “non sono neanche vicino o lontano per la sua scomparsa” non sono negazioni credibili.

Padre Gratien non ha mai negato in modo credibile di saper dove si trovi Guerrina né di averla uccisa ma nonostante tutto cerca di dipingersi come una vittima degli inquirenti.

Giornalista: Guerrina le inviava messaggi e diceva di aspettare un bimbo da lei, può dire se lei ha mai avuto rapporti con Guerrina?

La domanda giusta da fare sarebbe stata: “Che rapporti aveva con la scomparsa?”, invece il giornalista rivolge a Gratien una domanda diretta che, nonostante appaia il modo migliore di rivolgersi ad un sospettato, è purtroppo invece la peggior domanda da fare. Peraltro l’intervistatore introduce spesso, attraverso le domande, termini che viziano le risposte del frate. In caso di interviste come questa, un giornalista dovrebbe contenersi e lasciare all’intervistato il 95% della parole.

Padre Gratien: Sì, come ho detto mi dispiace di ripetere tutto la stessa cosa… perché come ho già parlato alla magistratura non posso rispondere a qualsiasi domande fuori dalla magistratura.

Gtratien risponde di “Sì” e poi continua a cercare di giustificare le sue risposte evasive.

Giornalista: Se lei ha avuto un rapporto intimo c’è lo può dire questo?

Padre Gratien: (fa cenno di sì con la testa) Come ho detto che non posso rispondere, mi dispiace che la famiglia, anche per me.. ma purtroppo non posso dire nulla di quello che, come ho detto, che non posso rispondere a qualsiasi domanda perc…

Il frate annuisce, il suo linguaggio non verbale lo tradisce.

Giornalista: Lei non ha fatto del male a Guerrina?

Ancora una domanda diretta attraverso la quale peraltro il giornalista suggerisce a Gratien di negare. La regola vuole che solo alla fine di un interrogatorio o di un’intervista si facciano domande chiuse, le risposte alle domande aperte forniscono sempre molte più informazioni di quelle a domande chiuse.

Molto spesso coloro che hanno ucciso qualcuno negano di avergli fatto del male, pertanto il giornalista suggerisce di negare un qualcosa che gli assassini sono in grado di negare.

Padre Gratien: No, non ho fatto del male, con coscienza, non sono vicino né lontano da questa vicenda della sua scomparsa, non sono titolare di questa vicenda, sono corretto verso me e verso il mio Signore e nella mia coscienza…

“No, non ho fatto del male” non solo sono parole ripetute a pappagallo ma rappresentano anche una negazione non credibile.

“non ho ucciso Guerrina” sarebbe stata una negazione credibile, una negazione che Gratien non ha mai pronunciato.

Durante la trasmissione, il giornalista ha riferito che Gratien avrebbe detto: “Secondo me Guerrina è in pericolo perché io non ho più visto quell’uomo (Zio Francesco)”. Gratien con questa frase ci dice che Guerrina è morta e vuol lasciar passare il messaggio che ad ucciderla sia stato il fantomatico Zi’ Francesco.

Padre Gratien durante un’intervista rilasciata ad un’altra popolare trasmissione televisiva ha detto: L’indagine su di me è indirizzata, penso di essere vittima di un’ingiustizia… Non ho mai avuto un rapporto sentimentale con lei. Non sono mai stato innamorato di lei e spero sia ancora viva.

Si noti che Gratien non riesce a dire “sono vittima di un’ingiustizia” ma dice invece “penso di essere vittima di un’ingiustizia”, un’affermazione molto debole.

Il frate aggiunge di non aver “mai avuto un rapporto sentimentale” con la vittima e di non essere “mai stato innamorato di lei”, ma non nega di aver avuto rapporti sessuali con lei.

CONCLUSIONI

Padre Gratien non ha negato di aver ucciso Guerrina e ha fornito risposte evasive.

Il peggior guaio dei narcisisti è l’intimo convincimento di essere più furbi degli altri.

Leggi anche: L’omicidio di Guerrina Piscaglia 

L’omicidio di Guerrina Piscaglia

Oggi sentenza della Cassazione per Padre Gratien Alabi. Il frate congolese ha detto: “Dio sa che sono innocente”, non una negazione credibile perché dirsi “innocente” non equivale a negare l’azione omicidiaria. “Io non ho ucciso Guerrina” sarebbe stata una negazione credibile.

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