ACERENZA DICE NO ALL’EOLICO
Per il sindaco Scattone la comunità è indisponibile all’impianto
Il consiglio comunale di Acerenza ha detto no alle pale eoliche. L’assise municipale ha votato all’unanimità la delibera che tutela il territorio di Acerenza. Lo scorso 12 febbraio, nella città della magnifica cattedrale lucana, si era svolta un’assemblea pubblica voluta dall’amministrazione comunale per informare la cittadinanza del progetto presentato dalla società IVPC POWER 8 per il quale è stato avviato il procedimento di VIA (valutazione di impatto ambientale) per la realizzazione di un impianto di energia elettrica rinnovabile da fonte eolica. Ebbene il consiglio comunale, riunito in seduta pubblica aperta del 26 febbraio scorso, si è espresso negativamente sulla realizzazione dell’impianto. Diciotto aero generatori alti comprensivi di pale 152 metri e del diametro di 120 metri, sono localizzati come da progetto ad una distanza inferiore ai 4 chilometri dal centro abitato e dagli altri comuni confinanti di Genzano di Lucania, Forenza, Palazzo San Gervasio. “Un segnale forte per difendere il nostro territorio – afferma il sindaco di Acerenza, Fernando Scattone – indirizzato alle società che negli ultimi anni hanno intravisto nell’alto Bradano un territorio di conquista per ogni forma di energia. Tale dissenso ha trovato anche il sostegno di alcuni sindaci del territorio dell’alto Bradano tra cui Cancellara, Pietragalla, Oppido Lucano, Palazzo San Gervaso e Banzi. Un dissenso che scaturisce principalmente dalle inevitabili alterazioni che le installazioni di impianti di energia rinnovabile sul nostro territorio, già peraltro saturo e martoriato da tempo, producono sul piano ambientale e paesaggistico”. Il primo cittadino incalza. “A tutti – aggiunge Scattone – amministratori pubblici e associazioni cittadine, sta a cuore la tutela della rilevante importanza paesaggistica e storico monumentale del centro storico di Acerenza che è riconosciuta come meta turistica rinomata anche internazionale, luogo di storia e cultura tanto da essere pure sede arcivescovile. Nella valutazione costi benefici non si è calcolato il peso che la comunità di Acerenza dovrà sostenere a causa dell’alterazione dei delicati equilibri che verrebbero inevitabilmente compromessi in quanto è un’area agricola fortemente antropizzato in cui sono presenti diverse aziende agricole che producono prodotti di qualità e che verrebbero fortemente compromessi dalla realizzazione del parco eolico”. C’è un altro aspetto che non convince il sindaco acheruntino. “Appare davvero inverosimile che solo nel marzo 2016 Acerenza e l’Alto Bradano diventano il secondo distretto turistico rurale in Italia meridionale – ribadisce Scattone – e di contro nella stessa area si autorizzino così tante società ad installare manufatti aerogeneratori così impattanti con il paesaggio e le attività rurali. Il neo Distretto turistico ha l’obiettivo di far decollare la zona attraverso il turismo rurale anche attraverso il collegamento con con le eccellenze enogastronomiche ed il fascino paesaggistico e naturalistico ancora sconosciuto ai flussi turistici di massa. Ecco perché sono troppo gli aspetti negativi per la comunità, forte lo squilibrio tra produzione di energia elettrica e la modifica del territorio, marginali i benefici per la comunità e quindi la proposta è irricevibile”. Infine un chiarimento definitivo. “Siamo indisponibili a cedere il territorio – conclude il sindaco di Acerenza, Fernando Scattone – e per questo faremo valere le nostre ragioni anche attraverso la rete dei comuni che da subito hanno mostrato sensibilità e si sono impegnati a sottoscrivere le osservazioni che giungeranno nelle prossime ore al Ministero dell’ambiente tutela del territorio oltre che alla regione Basilicata.