CORTE DEI CONTI: «RECUPERATI 627 MILA EURO»
In Basilicata «gestione delle risorse pubbliche non tranquillizzante»
Una congerie di circostanze e una patologia gestatoria dell’apparato burocratico non ha permesso una trattazione delle complesse istruttorie nei tempi oridinari, ma comunque l’impegno profuso ha consentito di raggiungere buoni risultati. E’ quanto emerso dalle relazioni e dagli interventi che si sono susseguiti nel corso della cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario presso la Corte dei Conti di Basilicata a Potenza. Per la Procura contabile dalle denunce e dall’attività istruttoria svolta emerge un quadro complessivo della gestione amministrativo finanziaria della Basilicata non tranquillizzante. Il 2018 ha portato al rientro nelle casse pubbliche di una somma pari a 627mila euro, entità economica progressivamente crescente e significativamente superiore a quella degli anni precedenti. Una buona parte delle contestazioni sono state relative a danni erariali derivati a varie amministrazioni dalla illegittima attribuzione di incarichi dirigenziali, posizioni organizzative e indennità accessorie. La Procura regionale contabile ha sottolineato come dalle denunce e dagli esposti, spesso ponderati e documentati, emerge un variegato quadro di illegittimità, nonchè disfunzioni a vari livelli dell’apparato amministrativo. La magistratura inquirente, ha evidenziato il procuratore regionale Luigi Cirillo, si impegna quotidianamente a dare soluzioni alle problematiche di mala gestio delle risorse pubbliche in Basilicata e a fornire risposte alla “fame di giustizia” dei cittadini lucani. Tra i procedimenti più significativi dell’attività del 2018 ci sono quelli relativi alle indennità dei dottori delle guardie mediche, alla parifica del Bilancio della Regione Basilicata e altri quali quelli sui “furbetti del cartelli” che per esempio citando solo due processi, hanno riguardato violazioni all’Azienda ospedaliera San Carlo e all’Alsia per 20mila e 27mila euro. Ad ogni modo nel 2018, ha aggiunto il procuratore Cirillo, si riscontrano molteplici casi di violazione di regole cogenti dell’azione amministrativa, e di gestione illegittima, inefficiente e diseconomica delle risorse pubbliche, spesso erogate in mancanza di presupposti legali o per scopi diversi da quelli sanciti dalla legge, o senza ragione alcuna,in particolare la spesa per finanziamenti a privati e per retribuzioni, talora anche a causa di attività truffaldine dei percettori