CGIL CONTRO CISL SUL MASTERPLAN ARPAB
Sindacati in disaccordo sulla vertenza dell’Agenzia regionale
Il Masterplan in Arpab divide i sindacati lucani. “Siamo ormai al paradosso – spiega la segretaria regionale, FP Cgil, Giuliana Scarano – perché quando un’organizzazione sindacale si ripiega acriticamente a ciò che le viene richiesto da parte datoriale ha evidentemente perso di vista la sua funzione di rappresentanza”. Il riferimento è alla FPS Cisl del segretario, Locantore che sulla questione ha una posizione diversa. “Non stupisce che ciò avvenga da parte di una sigla che scopre solo oggi di essere titolata a presenziare ai tavoli di delegazione trattante in ARPAB e chiede improvvisamente di essere convocata proprio negli ultimi due incontri – aggiunge Scarano – con l’unico evidente scopo di avallare scelte del tutto discutibili della Direzione dell’Ente e che vanno nel senso di un rinvio delle selezioni pubbliche per contratti a tempo determinato. E’ inaccettabile che Organizzazioni sindacali si prestino a mantenere una condizione di precarietà e debolezza dei lavoratori piuttosto che rendersi parte attiva nel liberarli dalla palude della precarietà. A differenza del contratto in somministrazione, il contratto a tempo determinato alle dirette dipendenze dell’ente pubblico è la sola forma contrattuale che consente il pieno, autonomo e legittimo svolgimento delle attività che tale personale è chiamato a svolgere a supporto di funzioni delicatissime quali sono quelle inerenti ai monitoraggi ambientali, comprese le funzioni ispettive e di vigilanza.
E’ bene ricordare ai nuovi paladini della precarietà che nel verbale di accordo sottoscritto l’11 gennaio scorso da CGIL CISL e UIL era stato sancito un fondamentale ed inderogabile principio, quello del superamento del lavoro in somministrazione massivamente utilizzato in Arpab nello svolgimento delle delicate funzioni e attività connesse al Masterplan. In virtù di tale assunto la FP CGIL aveva scelto di aderire alla possibilità di derogare al tetto del 20% contrattualmente ammesso per il lavoro flessibile nel comparto sanità, subordinando tale deroga alla sua temporaneità di 60 giorni, tempo concordato tra le parti per l’espletamento delle procedure selettive per contratti a tempo determinato.
Non a caso si era definito di svolgere procedure snelle, con una selezione per soli titoli da individuare, da parte di una Task force appositamente costituita. Preso atto degli iniziali ritardi nella costituzione della task force, la FP CGIL si era resa disponibile ad una ulteriore proroga degli attuali contratti in somministrazione che non superasse il 31 maggio”. Qui la spaccatura. “In modo del tutto strumentale – conclude Scarano – le altre sigle sindacali, oltre a chiedere modifiche integrazioni sui titoli da valutare, hanno sostenuto una proroga incondizionata dei contratti flessibili sconfessando quanto in precedenza concordato. Singolare che in una prima fase si sia ritenuta adeguata una proroga di 60 gg ed oggi addirittura si valuta imprescindibile una proroga di sei mesi! Evidentemente, nascondendosi dietro la continuità del Masterplan, in questa regione, si preferisce coltivare la precarietà perseguendo uno scopo diverso da quello dichiarato.
E’ bene evidenziare che molte delle funzioni declinate nel masterplan sono incompatibili con il lavoro interinale. Portiamo indietro l’avanzamento che era stato fatto sancendo il superamento del lavoro interinale provando a riportare nell’alveo della trasparenza le relative procedure a garanzia di autonomia e terzietà nello svolgimento delle funzioni che l’ente è deputato a svolgere”.