SCOPRIRE AREA ARCHEOLOGICA DI MORGANTINA con la Ns inviata speciale LAURA SCOLLO
L’area di Morgantina riveste una certa importanza archeologica
Una passeggiata attraverso quest’area così suggestiva e lontana dai centri abitati vi mostrerà l’interessante planimetria dell’agorà emersa dagli scavi.
Sulla parte superiore sono ancora presenti i resti del bouleutérion (che ospitava il consiglio delle antiche polis greche) e del ginnasio romano.
C’è una bellissima fontana monumentale che precede un lungo portico fatto da colonne di cui a oggi restano ancora visibili le basi, per arrivare poi allo spiazzo centrale dove risiedeva il macellum, un complesso di botteghe di età romana.
Alle spalle del portico c’è una strada lastricata dalla quale è possibile accedere alla salita che porta sulla collina, qui aveva sede il quartiere residenziale di levante, composto da abitazioni signorili con decorazioni parietali raffinate e mosaici pavimentali figurati, come la casa del Capitello dorico e la casa del Ganimede.
Nella parte inferiore dell’agorà, sul lato ovest, è visibile un teatro, mentre le cinta murarie al centro della piazza sono state interpretate come un santuario dedicato a divinità sotterranee, quelle a est come un lungo granaio, oltre il granaio invece ci sono le fornaci per la produzione ceramica.
L’area di Morgantina riveste una certa importanza archeologica.
I primi insediamenti risalgono alla prima età del bronzo (2100 -1600 a.C.).
Ritrovamenti attestano la presenza di un villaggio preistorico di capanne, sia circolari che rettangolari.
Il villaggio faceva parte, sicuramente, della Cultura di Castelluccio, confluita, poi, nella successiva cultura di Thapsos.
Queste iniziali forme di società si caratterizzavano per primitive forme di organizzazione sociale e iniziali abilità artigianali.
L’area ebbe contatti con la contemporanea cultura micenea, comprovati da ritrovamenti di anfore e vasellame greco.
Di notevole rilevanza i reperti provenienti da questo sito, fra questi la famosa Venere di Morgantina, scolpita probabilmente nel V sec. a.C. da un discepolo di Fidia, attualmente esposta al Museo Archeologico di Aidone.