Inps per la famiglia, la pagina Facebook diventa virale per le risposte agli utenti sul Reddito di cittadinanza.
I commenti del responsabile della pagina Facebook INPS per la Famiglia sono veri e pubblicano un post di scuse, ma a creare scompiglio è stata una pagina falsa creata per l’occasione
La pagina Facebook falsa «INPS per le Famiglie», ma i commenti di quella ufficiale sono veri
I commenti del responsabile della pagina Facebook INPS per la Famiglia sono veri e pubblicano un post di scuse, ma a creare scompiglio è stata una pagina falsa creata per l’occasione
Molti hanno dubitato sul fatto che il responsabile della pagina Facebook INPS per la Famiglia, ampiamente criticato, abbia realmente «blastato» i cittadini che richiedevano informazioni sul Reddito di cittadinanza.
A creare confusione è stata un’altra pagina quasi omonima: INPS per le Famiglie, in plurale.
A spiegare il tutto è stato il sito Butac.it questa mattina, intercettando i commenti fasulli pubblicandone gli screenshot. In pratica, la pagina falsa rispondeva in quella vera creando enorme confusione tra gli utenti e non solo. Anche gli amministratori della pagina ufficiale si erano resi conto dell’intrusione dovendo poi intervenire per riportare ordine.
Inps per la famiglia, la pagina Facebook diventa virale per le risposte agli utenti sul Reddito di cittadinanza.
“Social media manager eroe nazionale”
Risposte secche e dirette, senz’altro poco ‘istituzionali’. Come quando invita un utente a rivolgersi ai “rappresentanti politici” per le sue considerazioni di rabbia (“E’ uno schifooo”, aveva postato il cittadino) visto che l’Inps applica solo le leggi e non ha potere discrezionale.
Il profilo Facebook “Inps per la famiglia”, che l’Istituto per la previdenza conferma essere uno dei suoi canali di dialogo con il pubblico, sta facendo il boom di contatti. Non solo perché si trova a gestire migliaia di commenti di utenti interessati al reddito di cittadinanza.
Ma soprattutto perché le risposte che si trovano sono del tutto fuori dai ‘canoni’ del rapporto con la Pubblica amministrazione.
Tanto da guadagnare “like” come se piovesse.
Il web se n’è accorto in fretta e nel giro di poco tempo è anche nata una pagina che definisce il social media manager dell’Inps un “Eroe nazionale” e riporta una serie di screenshot delle risposte più inusuali.
D’altra parte, non manca chi nota un altro aspetto della questione: la ‘qualità’ delle domande degli utenti, che in molti casi denotano un alto bisogno di assistenza per accedere al beneficio e una scarsa conoscenza dei suoi meccanismi. Vengono rimarcate anche le lamentele circa le cifre messe sul piatto, in alcuni casi discrepanti rispetto a quel che era stato prospettato ai Caf.
In altri casi, la rete prende le parti dei cittadini che interrogano l’Inps e censura l’atteggiamento dei gestori della pagina, sarcastici e duri in alcune risposte.
Tanto che giovedì mattina è lo stesso Inps a prender posizione, visto il caso montato. In un post si legge: “In linea con quanto previsto dalla netiquette e dalla social media policy della pagina e in considerazione del grande interesse e impatto del #redditodicittadinanza e di altre misure a favore della famiglia, risponderemo solo a commenti inerenti agli aspetti tecnici delle prestazioni erogate da Inps. Cogliamo l’occasione per scusarci con quanti possano essersi sentiti toccati od offesi da cune nostre risposte”. In serata, poi, è il neopresidente Tridico a cospargersi il capo di cenere per il “toni inadatti”.
Ecco la pagina reale con i commenti «blastanti»
Ecco alcuni elementi utili per comprendere che si tratta di una pagina ufficiale.
Le scuse dalla pagina ufficiale sono arrivate tramite un post pubblicato alle ore 10 del 18 aprile 2019, che riportiamo di seguito:
“In linea con quanto previsto dalla netiquette e dalla social media policy della pagina e in considerazione del grande interesse e impatto del #redditodicittadinanza e di altre misure a favore della famiglia, risponderemo solo a commenti inerenti agli aspetti tecnici delle prestazioni erogate da Inps. Cogliamo l’occasione per scusarci con quanti possano essersi sentiti toccati od offesi da alcune nostre risposte.”