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INFORNA UNO STRUDEL DA 40milaEuro

Padova, la fidanzata dell’ex guru del web: «Ho cucinato lo strudel e in forno c’erano 40 mila euro, tutti bruciati»
Processo per evasione fiscale, il colonnello della Guardia di finanza porta in aula le intercettazioni: Vazzoler nascondeva il denaro contante perché temeva un blitz della Finanza

Alberto Vazzoler

Lo strudel e i 40 mila euro

A prova del fatto che Vazzoler aveva la disponibilità di molto denaro contante (che secondo le indagini veniva portato all’estero) c’è l’intercettazione della sua fidanzata, Silvia Moro, che al telefono con la sorella dice: «Ho fatto una cazzata, ho cucinato uno strudel e dentro al forno c’erano 40 mila euro che sono andati bruciati».

Questo consente di comprendere il timore che Vazzoler aveva che un blitz della Guardia di Finanza potesse portargli via i contanti, e spiega la necessità di nascondere tutto nel forno, un metodo della nonna, a dire il vero, neanche tanto originale.
Ma è anche dalle intercettazioni ambientali registrate nell’auto dell’imputato che si evince il grado di coinvolgimento nel sistema illecito.

Vazzoler parla nella sua Porsche Macan e non sa che la Finanza lo ascolta; così quando lui e la giovane fidanzata Silvia ascoltano e commentano le notizie del giornale-radio, si capisce che nascondono qualcosa: ad esempio, quando il giornalista spiega le vicende del noto fotografo Fabrizio Corona, che aveva consegnato denaro contante alla fidanzata ritrovato dagli investigatori milanesi in una intercapedine della casa della donna.

Sentite le notizie, Vazzoler dice alla fidanzata che è proprio per questo, cioè per evitare di essere arrestato, che ha deciso di non tenere mai più soldi in casa. Un’altra intercettazione viene registrata alla fine del 2016, sempre nella Porsche, ed è indicativa del grado di sicurezza dell’uomo: «Io faccio una pernacchia a tutti, io il grano me lo sono preso, mi pago i processi vado via».

Era il dicembre del 2016, due anni dopo è finito in carcere e ora è ai domiciliari.

A una settimana dai sequestri che hanno svelato la sofisticata architettura societaria messa in campo per nascondere le tangenti del Mose, oltre a molto denaro nero di imprenditori padovani, a Padova si sta tenendo da qualche mese un processo ad un’altra faccia della stessa medaglia, ovvero quella dell’evasione fiscale. Altri (presunti) raggiri, altri vorticosi giri di soldi all’estero, identico l’obiettivo: sottrarre al Paese il denaro delle tasse.

Sul banco degli imputati c’è Alberto Vazzoler, sandonatese, padovano d’adozione, ex guru del web ai tempi di NetFraternity, arrestato nel giugno del 2016 insieme a commercialisti svizzeri, faccendieri, la fidanzata e la ex fidanzata, con la pesante accusa di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio transnazionale per aver portato all’estero fiumi di denaro: si parla di qualcosa come oltre 40 milioni di euro.

In aula il colonnello Vittorio Palmese, che comanda il Nucleo tributario della Guardia di Finanza di Padova, ha ricostruito davanti al tribunale collegiale i passaggi delle intercettazioni ambientali e telefoniche che confermerebbero l’esistenza di un sistema organizzato, che Vazzoler voleva proteggere ad ogni costo.

L’IMPRENDITORE ARRESTATO PER RICICLAGGIO

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Processo per evasione fiscale, il colonnello della Guardia di finanza porta in aula le intercettazioni: Vazzoler nascondeva il denaro contante perché temeva un blitz della Finanza

FONTE : di Roberta Polese
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