GIANNIPAOLO FERRARI: Incubi riaffiorano alla memoria e con loro alcune delle molte vittime del bullismo e dell’omertà nei nostri paesini
È tutto caduto in un profondo e lontano oblio, dove abitano i fantasmi e gli spettri di tutti quei bambini e persone vessati e umiliati che ancora ne conservano il ricordo dentro di loro e continuano a soffrire cercando di reprimere quegli incubi che di tanto in tanto riaffiorano.
Incubi riaffiorano alla memoria e con loro alcune delle molte vittime del bullismo e dell’omertà nei nostri paesini…
Tra tutti due donne povere e anziane che non avevano mai fatto del male a nessuno: Lucia detta “a Vertel” a Nemoli e un’altra “povera crista” che viveva in Piazza Plebiscito a Sapri e della quale pur sforzandomi non ricordo il soprannome (il nome non l’ho mai saputo…).
Unica colpa delle due poverette?
Aver perso un po’ il senno durante la vecchiaia! Ero un bambino che non si sapeva difendere e come loro ero spesso oggetto di atti di bullismo per altre ragioni relative al mio status sociale…
Ricordo gli indiscriminati insulti e gli sfottò per tutto il giorno, in continuazione; ricordo che entravano in casa delle povere vecchie durante la notte, le spaventavano, le toglievano il sonno e la dignità!
Ricordo gli attacchi dei ragazzini più piccoli e dei ragazzi più grandicelli alle case delle disgraziate.
Tutti trasformati in aguzzini, i loro occhi brillavano di una cattiveria che non avevo mai visto prima, anche quando ero io o qualche altro amico poco fortunato ad essere oggetto dei loro sfottò, schiaffi o calci nel sedere!
Ogni giorno, per anni, è andata in scena una guerra tra bande di teppisti e queste povere donne di fronte all’indifferenza di intere comunità, che hanno sempre difeso i loro figli anche se maleducati e delinquenti a discapito delle tante Lucie e dei tanti poveri cristi nei nostri paesi che sono stati oggetto di bullismo nelle loro già misere esistenze.
Oggi, che le povere donne sono morte e sepolte, il senso di colpa per questi reati impuniti non pesa su nessuno: né sui protagonisti ormai adulti, diventati uomini rispettabili, padri di famiglia o sono rimasti perditempo e siedono in qualche bar a giocare a carte e a ubriacarsi; né sulle comunità omertose che hanno coperto i loro giovinastri e li hanno lasciati fare perché erano solo “giochi di ragazzi”
È tutto caduto in un profondo e lontano oblio, dove abitano i fantasmi e gli spettri di tutti quei bambini e persone vessati e umiliati che ancora ne conservano il ricordo dentro di loro e continuano a soffrire cercando di reprimere quegli incubi che di tanto in tanto riaffiorano.
Un amico mi ha ricordato il soprannome: Tocola-Tocola. Nei ricordi d’infanzia che vanno sbiadendo, facevo confusione con il soprannome di una famiglia di Nemoli che ha molte assonanze con il soprannome della “povera crista” di Piazza Plebiscito a Sapri.