“Dovrebbero astenersi nel voto di investitura e lasciare governare Sanchez, che ha vinto le elezioni, come fece il Psoe ai suoi tempi con Rajoy”, ha detto Garamendi a El Mundo
Un inatteso sostegno al leader socialista spagnolo Padro Sanchez – che ha vinto le elezioni di domenica scorsa ma non ha la maggioranza per formare il governo – arriva dagli imprenditori e dalle banche della penisola iberica.
Gli imprenditori spagnoli, a sorpresa, chiedono che a governare sia il socialista Sanchez
Sono sollecitazioni a cui ha indirettamente risposto lo stesso governo. La portavoce Isabel Celaa ha infatti sottolineato che che il “mondo economico sostiene con fiducia” sia la presidenza del governo che un futuro esecutivo socialista
Un inatteso sostegno al leader socialista spagnolo Padro Sanchez – che ha vinto le elezioni di domenica scorsa ma non ha la maggioranza per formare il governo – arriva dagli imprenditori e dalle banche della penisola iberica.
Il primo a prendere posizione è stato il presidente della Confederazione spagnola delle Organizzazioni Imprenditoriali, Antonio Garamendi, che evoca il rischio che Sanchez sia costretto a piegarsi ai diktat di Podemos e degli indipendentisti. Di qui l’invito alla “responsabilità” a Ciudadanos e al Partito Popolare:
“Dovrebbero astenersi nel voto di investitura e lasciare governare Sanchez, che ha vinto le elezioni, come fece il Psoe ai suoi tempi con Rajoy”, ha detto Garamendi a El Mundo.
“Non dico che debbano regalare l’astensione, ma sarebbe positivo che (l’astensione) fosse il risultato di accordi di interesse generale per il Paese di fronte al rallentamento economico”. L’imprenditore basco – che raccomanda a Sanchez di non non cercare l’accordo con Podemos puntando a creare un esecutivo di centro-sinistra o “monocolore” – ha aggiunto che “grandi, medie e piccole imprese hanno bisogno della stessa cosa: moderazione e stabilità”
“Spetta ai partiti politici” fare in modo che sia garantita la “fiducia” di cui ha bisogno l’economia spagnolo, ha detto da parte sua l’amministratore delegato di Santander, Josè Antonio Alvarez. “Dobbiamo dare fiducia agli investitori” e rendere la Spagna un Paese attraente da investire, “in modo da risolvere altre questioni”, a cominciare dalla riduzione del tasso di disoccupazione, ha aggiunto Alvarez.
Sono sollecitazioni a cui ha indirettamente risposto lo stesso governo. La portavoce Isabel Celaa ha infatti sottolineato che che il “mondo economico sostiene con fiducia” sia la presidenza del governo che un futuro esecutivo socialista. Secondo Celaa “ci sono alcuni segnali importanti che provengono dal mondo economico”.
Nell’ottica di un governo di minoranza, il Psoe ha già fatto sapere che intende negoziare con gli altri partiti presenti in Parlamento per raggiungere di volta in volta singoli accordi su determinati temi. “Siamo pronti a parlare con chiunque, per facilitare il lavoro del governo”, ha detto ancora Celaa. “C’è abbastanza tempo, siamo solo agli inizi”, ha aggiunto. Tra i possibili ambiti d’intesa vi sarebbero in particolare l’economia e la politica sociale.
Il nuovo parlamento si riunirà il prossimo 21 maggio. I socialisti sono usciti dalle urne con 123 seggi su 350: pertanto è necessario il sostegno dei partiti minori per passare nuovi provvedimenti di legge. Finora il Psoe ha fatto sapere che non intende avviare colloqui volti alla formazione di una coalizione per arrivare alla maggioranza di 176 seggi.