STRAGE DI ERBA, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: L’INTERVISTA RILASCIATA DA ROSA BAZZI È UN AUTOGOL
Le premetto che l’intervista trasmessa non è integrale ed è affetta da tagli e ricomposizioni, in pratica molte risposte della Bazzi sono state costruite a tavolino durante il montaggio, ma nonostante tutto l’intervista si è rivelata un clamoroso autogol
Nel maggio 2011, Olindo Romano e sua moglie Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo in via definitiva per omicidio plurimo pluriaggravato e tentato omicidio. L’11 dicembre 2006, i due coniugi hanno ucciso Raffaella Castagna, 30 anni, suo figlio Youssef, 2 anni, la madre della Castagna, Paola Galli Castagna, 60 anni, una vicina, Valeria Cherubini, 55 anni, e hanno tentato di uccidere Mario Frigerio, marito della Cherubini.
Il programma televisivo “Le Iene” ha mandato in onda alcuni stralci di un’intervista rilasciata da Rosa Bazzi ad Antonio Monteleone dal carcere, ne abbiamo parlato con la criminologa Ursula Franco che li ha analizzati.
- Dottoressa Franco, dal punto di vista dell’analisi del linguaggio che può dirci dell’intervista rilasciata dalla Bazzi?
Le premetto che l’intervista trasmessa non è integrale ed è affetta da tagli e ricomposizioni, in pratica molte risposte della Bazzi sono state costruite a tavolino durante il montaggio, ma nonostante tutto l’intervista si è rivelata un clamoroso autogol.
Le spiego il perché:
1) Rosa Bazzi non ha mai negato in modo credibile di aver commesso il quadruplice omicidio per il quale sta scontando una condanna all’ergastolo. Rosa Bazzi non è riuscita a dire “Io non ho ucciso Valeria, Paola, Raffaella e Youssef, sto dicendo la verità“, né “Sono in carcere perché sono stata accusata di aver commesso una strage, ma la verità è che io non l’ho commessa e sono stata condannata ingiustamente”, perché avrebbe mentito.
2) La Bazzi ha mostrato di non potersi avvalere del cosiddetto “muro della verità”, che è una potente ed impenetrabile barriera psicologica che permette a coloro che dicono il vero di rispondere con poche parole alle domande relative al caso giudiziario in cui sono coinvolti, in quanto non hanno la necessità di convincere nessuno di niente.
3) Rosa Bazzi non è stata capace di emettere parole di condanna morale nei confronti degli autori della strage, né nei confronti dell’autore dell’omicidio del piccolo Youssef perché è stata lei ad uccidere il bambino.
4) La Bazzi ha ammesso di essere uno degli autori della strage quando ha detto: “io sono colpevole”, “son salita”, “pago i miei sbagli” e “sono io quella che ho sb… che ha sbagliato”. In un’occasione ha detto: “Il mondo sa che siamo stati noi”, non “il mondo crede” o “Il mondo ritiene” ma “Il mondo sa”, un’ammissione equiparabile ad una pietra tombale. E alla domanda di Antonino Monteleone: “C’è chi pensa che arrestando te e Olindo, invece, la giustizia italiana abbia fatto centro”, Rosa Bazzi ha risposto: “Sì, hanno fatto centro, peròòò…”.
- Dottoressa Franco, ci elenca i tentativi della Bazzi di negare un suo coinvolgimento?
“Ma noi non l’abbiamo fatto, non siamo saliti noi”, “non siamo stati noi due”, “non abbiamo fatto niente”, “non era successo niente”, “Ma non c’entro niente”, “perché io non gli ho fatto del male” e “perché non siamo stati noi a fargli del male” non sono negazioni credibili. La Bazzi non ha mai negato in modo credibile di aver commesso l’omicidio, anzi, ha affermato non di aver sbagliato ad uccidere, ma solo di aver sbagliato a confessare. E ha poi detto di essere stata strumentalizzata senza dirci da parte di chi e per fare cosa. Il fatto che abbia palesemente preso le distanze da Olindo, ci aiutai a svelare l’arcano.
- Dottoressa Franco, ci spiega il perché durante le confessioni di Olindo Romano e Rosa Bazzi sono imprecise, perché i due coniugi si sono dilungato nella descrizione di aspetti periferici della vicenda e non nella descrizione di quelli centrali?
All’epoca della confessione, il Romano e la Bazzi non ricordarono e non ricorderanno mai con precisione tutti i dettagli relativi alla strage a causa di un’amnesia di fissazione. Il ritmo con cui si svolsero i fatti ha impedito che nella loro memoria si formasse una traccia mnestica definitiva o secondaria. Una traccia mnestica primaria, che è temporanea, una volta formatasi, richiede infatti un certo tempo per essere consolidata e quindi ritenuta, se nel frattempo però intervengono nuovi elementi la traccia non si consolida. Peraltro, le confessioni dei due coniugi sono imprecise non solo a causa di questa amnesia di fissazione ma anche perché sia Rosa che Olindo cercarono di coprire il ruolo l’una di Olindo, l’altro di Rosa, attribuendosi tutti e 4 gli omicidi ed il tentato omicidio di Mario Frigerio.
- Dottoressa Franco, sappiamo che lei ritiene che certi programmi siano di intralcio alla giustizia, vuole aggiungere qualcosa?
Voglio che sia chiaro che certi programmi non sono la voce della verità. Il materiale mandato in onda da “Le Iene” e da altri show del dolore viene manipolato per convincere il pubblico televisivo, distratto e incompetente, dell’innocenza o della colpevolezza del protagonista o dei protagonisti di un certo caso giudiziario e, una volta manipolata, l’opinione pubblica viene usata come testa d’ariete per fare pressione sui giudici.