DISSESTOPOLI A POTENZA: 17 A PROCESSO
Tanti i nomi illustri per l’inchiesta che riguarda i conti del Comune e i trasporti
Sono 17 le persone rinviate a giudizio dal Gup di Potenza nel processo nato dall’inchiesta sul dissesto del capoluogo e sulla lobby lucana del trasporto pubblico.
L’inchiesta ribattezzata “Dissestopoli” il prossimo 4 novembre arriverà al dibattimento in merito alle ipotesi di spese indebite che hanno pesato sulla situazione economico-finanziaria municipale. Tra i nomi illustri spiccano due ex consiglieri regionali, Franco Mollica e Vito Santarsiero (già sindaco di Potenza), l’ex assessore comunale alle Attività produttive della giunta De Luca, Carmen Celi, l’ex segretario dalla Fit Cisl Carlo Costa e il presidente del Cotrab Giulio Ferrara. Questi ultimi sarebbero coinvolti, insieme a Santarsiero e Mollica, nella turbativa d’asta per la gara sul trasporto pubblico indetta dal Comune, quando era in carica il sindaco uscente De Luca. Da quanto si apprende, pressioni sul decisore politico e sulla commissione aggiudicatrice, ricorsi al Tar e azioni sindacali, avrebbero provato ad alterare l’esito della gara d’appalto.
Un capitolo a parte riguarda altre persone sulla pulizia e custodia delle strutture, dove sarebbero stati pagati dei servizi mai eseguiti, in particolare del Palazzo di Gustizia, attraverso uno scambio fittizio d’informazioni. Tra questi anche diversi imprenditori come Nicola Auletta, il responsabile della Romeo gestioni spa, Riccardo Capuano, il referente di zona della coop Ariete, Vito Manzari, più un funzionario del Comune, Mario Giugliano, e l’ex segretario comunale Giovanni Moscatiello.
Nel corso dell’inchiesta emersa anche l’ipotesi di bancarotta fraudolenta nel passaggio d’appalto tra due società.