ASM, VERTENZA FASCE: L’ACCORDO SLITTA
Matera, il Dg Polimeni chiede la restituzione di oltre 800mila euro
Il Direttore generale dell’Azienda sanitaria di Matera (Asm), Joseph Polimeni, accogliendo parzialmente la richiesta dei sindacati ha deciso di differire «di ulteriori 30 giorni» il termine entro il quale sottoscrivere un accordo sulla «mitigazione» degli effetti negativi per i dipendenti in merito alla vertenza sul recupero delle somme economiche percepite a titolo di progressioni orizzontali. In tutto si tratta di oltre 800mila euro. Se ne riparlerà a metà mese prossimo. I sindacati sono da mesi sul piede di guerra. Come sostenuto nelle occasioni in cui hanno presidiato l’ingresso dell’Asm in segno di protesta, «non è accettabile la pretesa restituzione: erano fondi destinati ai lavoratori, si è concordato di destinarli a un istituto contrattuale, le fasce, piuttosto che a un altro, la produttività». L’Asm, a inizio anno, aveva deciso di annullare gli accordi sindacali del 2010 e del 2016. Il Dg Polimeni aveva dichiarato nulli «i trasferimenti di risorse tra il fondo produttività ed il fondo fasce derivanti dagli Accordi Sindacali di cui nel 2010 per l’importo di 634 mila euro e nel 2016 per l’importo di 200mila euro». Alle genesi della decisione dell’Asm un’ispezione del Ministero Economia e Finanza, dove venivano contestati come «contra legem» gli accordi. Ciò secondo il principio per cui le pubbliche amministrazioni non possono in ogni caso sottoscrivere in sede decentrata «contratti collettivi integrativi in contrasto con i vincoli e con i limiti risultanti dai contratti collettivi nazionali o che disciplinano materie non espressamente delegate a tale livello negoziale ovvero che comportano oneri non previsti negli strumenti di programmazione annuale e pluriennale di ciascuna amministrazione». Per cui Polimeni ha prima sospeso l’erogazione delle progressioni e poi ha attivato una serie di azioni per il recupero delle somme pregresse. Adesso il Dg Asm ha concesso una sospensione di 30 giorni. La vertenza, però, appare ancora lontana da una conclusione positiva. La Fsi, per esempio, continua a chiedere il «mantenimento giuridico della fascia 2010 e 2016» e se non verrà risolto l’aspetto giuridico «non firmerà alcun accordo».