LA CRISI DEL CENTRO SINISTRA A MELFI
Disamina di una situazione politica difficile
A Melfi ci si interroga ancora sulle ripercussioni che il terremoto politico regionale potrà avere sulla città a guida centro sinistra. Il Pd resta prono al duo Valvano-Simonetti. Del Psi neanche a parlarne, Destino escluso. Come succede a Potenza, dunque, anche a Melfi si prosegue nel “culto delle personalità minori” e non si avvia un serio e sincero processo di autocritica e departitocrazia. Il gruppo dirigente locale adesso sta cercando nuove collocazioni ed alleanze con ciò che rimane del Pd in Basilicata. Melfi è ancora pesantemente influenzata dall’ex Partito della Regione. I dirigenti non sembrano impegnarsi nel rinnovamento, invece che cercare donne e uomini nuovi, in ossequio al co-working zingarettiano, tutto resta fermo. Intanto l’alleato Psi frana! Pietrantuono prende meno voti dell’outsider M5S Giorgetti. L’assessore regionale uscente all’ambiente è sconfitto, il pentastellato è eletto! Caputo si allontana, Pietrantuono lascia a Di Ciommo, Destino non rinnova la tessera del partito. Il segretario D’Adamo continua a tacere, come sempre, senza compiere scelte per l’amministrazione comunale senza modelli e senza schematismi. Si spiega anche così la storica sezione del Partito Democratico di largo Araneo rimasta desolatamente vuota e buia il 24 marzo scorso. Mentre Simonetti e Valvano decidevano il loro futuro, Il Pd si è colpevolmente mosso tardi e poco per i propri candidati. Il caso di Gubelli solo contro tutti è emblematico. Il consenso paurosamente in calo del Psi ha finito per frenare Pietrantuono. Dopo un rimpasto di giunta discutibile l’amministrazione comunale sta cercando ora di correre ai ripari con qualche mediocre operazione di maquillage in città. Gli elettori diranno presto se Valvano è stato o meno un buon sindaco. Nodi e pettini!