LUIGI MARSICO: riflessione considerazioni e critiche al M5S senza mezze misure
Il M5 stelle non è riuscito a vincere in nessuna realtà locale, sia in competizioni Regionali che in competizioni Amministrative nei Comuni più o meno grandi a meno di poche, virtuose realtà (dove uomini e territorio hanno saputo cogliere a pieno lo spirito M5s ed applicarlo esprimendo la giusta competenza e fiducia).
Alcune riflessioni e considerazioni, dopo ogni tornata elettorale sono doverose, vanno fatte e partecipate.
Il M5 stelle non è riuscito a vincere in nessuna realtà locale, sia in competizioni Regionali che in competizioni Amministrative nei Comuni più o meno grandi a meno di poche, virtuose realtà (dove uomini e territorio hanno saputo cogliere a pieno lo spirito M5s ed applicarlo esprimendo la giusta competenza e fiducia).
Oggi con il risultato inaspettato e forse nemmeno lontanamente immaginato della competizione Europea si apre uno scenario inedito che da spazio ad una serie di considerazioni strutturali e ad accuse nei confronti del capo Politico Luigi Di Maio.
Prima di ogni altra considerazione politica e non, vorrei esprimere la mia COMPLETA ED INCODIZIONATA vicinanza a Luigi Di Maio, in primis come Uomo e poi come Capo Politico del M5s.
Ho avuto il piacere di calcare il palco più volte con Luigi e seguirlo da vicino in diverse occasioni, dalle Parlamentarie prima, alle Regionali in Basilicata poi.
Per tanto mi sento ssolutamente vicino e dalla parte di Luigi.
Tornarndo al tema strettamente politico, questo dato offre diverse interpretazioni.
Molti affermano che il movimento sia in calo, altri dicono che stia subendo una profonda crisi intestina, io mi sento di affermare con estrema convinzione che il movimento stia subendo una profonda metamorfosi, che se non regolamentata e correttamente indirizzata può portare il movimento su sentieri contorti senza vie di uscita.
Il Movimento è cresciuto in modo esponeziale nel giro di un anno, è diventato grande, al punto di essere la prima forza politica del paese, ma non ha avuto la maturità, l’intuito, e la scaltrezza di consolidare questa crescita e renderla strutturale, adottando modifiche e azioni che garantissero una vision di lungo termine, e soprattutto arrivare ad essere realmente inclusivi intorno ad idee e progetti.
Occorre definire ciò che si vuole essere e come si debba farlo.
Occorre un radicamento sui territori reale e non solo virtuale, abbandonando la mentalità di piccolo movimento di opposizione iniziando a ragionare da movimento leader dello scenario Politico Nazionale, quale si è.
Occorre per tanto strutturare una Governance ed una classe dirigente Territoriale che sia in grado di esprimere sui territori, attraverso uomi credibili, preparati e riconosciuti dalla società, ciò che il movimento esprime a livello Nazionale e ciò che esso incarna nei sui principi cardine.
Occorre appunto realmente essere inclusivi nei confronti di chi si avvicina e può essere un valore ed un Plus per il movimento, e non invece chiudersi a riccio, per tutelare e coprire le mancanze e le lacune di talcuni portavoce miracolati più attenti a garantirsi la rielezione, che lavorare sul territorio e per il territorio, e di una base spesso inadeguata al ruolo, chiusa intorno al concetto di prelazione di idee vantando diritti acquisiti per il solo fatto di aver sottoscritto una iscrizione un anno prima o aver presenziato qualche banchetto qua e la.
Non è appiattendo il livello al limite inferiore che si tutela e si preserva il movimento, ma esattemente facendo il contrario, innalzando il livello dei temi, dei contenuti e dell’approccio alla soluzione.
Ciò ovviamente non vuol dire abbandonare o mettere da parte la Base del movimento.
Assolutamente.
Essa ha avuto ed ha un ruolo fondamentale per il M5s, ma credo ora sia giunto il momento di ragionare da organismo strutturato, in cui ogni ingranaggio ha la sua importanza e svolge il proprio indispensabile ruolo, ed in esso si preserva e si rinnova il principio cardine dell’UNO vale UNO, ma con una nuova accezione del concetto stesso.
In questo momento vi è la necessità che tutti si mettano in discussione e con umiltà aprano le porte ad alleanze civiche ed a figure che sul territorio abbiano valenza sociale e cultura Istituzionale, con la consapevolezza e l’umiltà di aspirare a ruoli e posizione commisurate alle reali capacità e potenzialità dei singolo, remando nella stessa direzione e verso il medesimo obiettivo.
Poco deve importare la storia degli uomini, ma certamente accertarsi che la stessa ci parli di onestà e disponibilità al bene comune e di appartenza ad i territori o alle idee che esprimono.
Se vogliamo cambiare l’Italia dobbiamo dare la stessa importanza tanto alle elezioni politiche quanto a quelle amministrative, e vi è un solo modo per farlo, ovvero mettendo in campo uomini credibili e preparati, riconosciuti come tali dalla società civile, in grado di incarnare, far propri, e trasmettere i valori del Movimento, senza però alienarsi dalla società e dal contesto territoriale in cui sono calati.
Tutto questo in un contesto dove gli Enti locali hanno più deleghe dello Stato, e per tanto necessitano di competenze, eccellenze, professionalità, idee, soluzioni, intuizioni, e non yes man, e sterili esecutori e replicatori seriali di post e slogan.
Per far questo è inevitabile un lavoro quotidiano