Politica

TRAMUTOLI: LACRIME DI COCCODRILLO DEL PROF

Potenza, con livore e boria il mancato sindaco analizza la sua sconfitta

Così Tramutoli liquida la sua sconfitta elettorale per la corsa a sindaco di Potenza: alludendo a giochi di potere e tiratori franchi nel centrosinistra. Riduttiva e livorosa l’analisi del professore, potrebbe, ma non si applica, che invece di fare seria autocritica sulle sue strategie e scelte ironizza sul programma dell’avversario che lo ha battuto. Su cinque, incluso lui, eletti della sua coalizione di nuovo c’è poco. In quanto Tramutoli vero è che ci ha messo la faccia per la prima volta, ma è persona che ha sempre navigato negli ambienti di una certa politica, finanche dalemiano in passato. Due dei “suoi” consiglieri sono l’uno, Casella, già amministratore di Potenza eletto col Pd e l’altro, Giuzio, figlio dell’attuale presidente regionale del Partito democratico. Tramutoli che ha rifiutato apparentamenti col centrosinistra, tacciandoli come nemici sin dalle regionali, ha avuto poi l’ardire di lamentarsi pubblicamente perchè dal Pd, Articolo uno e alleati di coalizione non l’hanno votato. L’altra vera incoerenza che Tramutoli evita coscientemente di cogliere è che lui in rappresentanza di quella sinistra della sinistra, quella che realmente dovrebbe parlare alle masse popolari, ha fallito proprio nelle contrade. Al prof l’ha votato, non casualmente, ma causalmente, il centro storico del capoluogo. Le periferie, non ritendolo credibile, gli hanno voltato le spalle. Le spiegazioni sono plurime e chiare, ma se le trovi il docente che è appare come la copia mal riuscita di Nichi Vendola che anni fa prese in mano e rilanciò una certa sinistra della sinistra, non potendo purtroppo prevedere che a Potenza parte del progetto sarebbe finito in mano alla borghesia. Il professore sa, ma evita di dire: Tramutoli a rivederci all’esame di riparazione. Con una prescrizione però. Non si faccia fare ripetizioni private da quei “vecchi tromboni” della politica che pubblicamente dice di evitare e subire, ma che poi privatamente cerca per un pugno, inutile, di voti in più

Ferdinando Moliterni

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