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Sea Watch: finanziamenti e soccorsi in mare. Come agiscono gli attivisti

Bandiera dei Paesi Bassi ma organizzazione tedesca. Si finanzia con le donazioni e dice di aver salvato in mare 35 mila migranti

DOMANDE E RISPOSTE

Sea Watch: finanziamenti e soccorsi in mare. Come agiscono gli attivisti

Bandiera dei Paesi Bassi ma organizzazione tedesca. Si finanzia con le donazioni e dice di aver salvato in mare 35 mila migranti

di CACCIA

Sea Watch: finanziamenti e soccorsi in mare. Come agiscono gli attivisti

1 Cosa è la Sea Watch?

La Sea Watch è un’ organizzazione non governativa umanitaria tedesca, senza scopo di lucro, fondata a Berlino a fine del 2014 da Harald Höppner. Nel suo sito (Sea-Watch.org) dichiara di avere come scopo la «ricerca e salvataggio in mare» nella regione del Mediterraneo. È composta «principalmente da volontari provenienti da tutta Europa». È «politicamente e religiosamente indipendente»

2 Come si finanzia ?

Si finanzia «unicamente» attraverso le donazioni. Il registro delle donazioni ricevute è pubblicato online: nel 2018 l’incasso complessivo è stato di un milione 797.388,49 euro a fronte di spese per un milione 403.409,26 euro; il 55,9 per cento, pari a circa 784 mila 210 euro, è andato al finanziamento della Sea Watch 3.

3 Cosa è la Sea Watch 3?

È la nave battente bandiera dei Paesi Bassi che è gestita direttamente dall’ong di Berlino.

4 Quanti salvataggi ha compiuto?

Dalla fondazione ad oggi Sea-Watch è stata finora «coinvolta nel salvataggio di oltre 35 mila migranti».

5 Il primo problema con l’Ue ?

Il 2 luglio 2018 la nave fu bloccata nel porto di Malta dal governo di La Valletta che prese provvedimenti nei confronti di tutte le navi di soccorso battenti bandiera olandese per presunte irregolarità nella registrazione. Così la Sea Watch 3 rimase ferma tre mesi e solo il 20 ottobre scorso riprese il soccorso in mare.

6 Il primo problema con l’Italia?

Il 9 gennaio di quest’anno, dopo l’ennesima trattativa tra i Paesi Ue per ripartirsi le quote dei migranti salvati, la Sea Watch 3 viene di nuovo autorizzata a sbarcare a Malta. Dopo un duro confronto notturno tra Salvini e il premier Conte, l’Italia accetta di prendersi in carico una quota dei migranti a bordo della nave ong, grazie alla disponibilità della Chiesa valdese, ma senza oneri per lo Stato.

7 Successivamente la Sea Watch 3 è stata protagonista di un’altra «azione» a Catania?

Il 30 gennaio la Sea Watch 3 con a bordo altri 47 migranti viene fatta approdare dopo 13 giorni d’attesa a Catania. Qui, però, il primo febbraio, subisce il fermo amministrativo della Guardia costiera per violazioni delle norme su sicurezza e tutela dell’ambiente marino. Il 22 febbraio va a Marsiglia per sottoporsi ai lavori di adeguamento e l’11 maggio torna a navigare.

8 Lo scorso maggio c’è stato un ennesimo braccio di ferro con il ministro Salvini?

Il 19 maggio, mentre Salvini in diretta tv da Massimo Giletti (su La7) nega lo sbarco alla Sea Watch 3, che si trova alla fonda a Lampedusa con 47 migranti, il procuratore di Agrigento invece l’autorizza, pur disponendo il sequestro probatorio della nave e l’apertura di un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione nei confronti del suo comandante, Arturo Centore. La stessa Procura, però, facendo infuriare Salvini, il primo giugno decide per il dissequestro e il 10 giugno la Sea Watch 3 lascia Licata. Fino all’ultimo scontro di ieri.

15 giugno 2019 (modifica il 15 giugno 2019 | 22:42)
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