OMICIDIO DI MARCO VANNINI, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: NESSUN DUBBIO SULL’IDENTITÀ DELLO SPARATORE
Si continua a speculare sull’identità del soggetto che avrebbe sparato a Marco Vannini. Siamo tornati ad intervistare la criminologa ursula Franco.
OMICIDIO DI MARCO VANNINI, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: NESSUN DUBBIO SULL’IDENTITÀ DELLO SPARATORE
Si continua a speculare sull’identità del soggetto che avrebbe sparato a Marco Vannini. Siamo tornati ad intervistare la criminologa ursula Franco.
- Dottoressa Franco, che valore hanno le dichiarazioni di Davide Vannicola riguardo a ciò che gli avrebbe riferito l’ex maresciallo Izzo?
Solo chi ignora gli atti d’indagine può pensare che a sparare possa essere stato Federico. Con ciò non sto dicendo che Izzo non abbia lasciato intendere a Vannicola di avere dei dubbi sull’identità dello sparatore, ma una cosa sono gli eventuali dubbi di Izzo, un’altra cosa sono le risultanze investigative, le indagini hanno appurato che fu Antonio Ciontoli a sparare. Aggiungo anche che Izzo ha riferito ad una giornalista di Quarto Grado che, a suo avviso, i Ciontoli non mentirono quella sera sull’identità dello sparatore perché glielo riferirono, senza il timore di venir smentiti, prima che Marco morisse, un’inferenza logica supportata dalle risultanze investigative. La verità è agli atti e, come in altri casi giudiziari, non coincide con le speculazioni di opinione pubblica e opinionisti.
- Dottoressa Franco, perché Vannicola ha rilasciato l’intervista a “Le Iene”?
Il motivo per il quale Davide Vannicola ha rilasciato l’intervista a “Le Iene” è personale ed è legato al suo rapporto con Roberto Izzo, un rapporto che, per una qualche ragione, si era incrinato, è stato lui a rivelarlo additando Izzo come “uno che pensavo fosse il mio miglior amico” e riferendo pubblicamente di avergli detto: “sei un coglione, non t’aspettare nulla da me”
- Dottoressa Franco, c’è ancora chi sostiene che sia stato omicidio volontario.
Un caso va analizzato nella sua totalità, Antonio Ciontoli chiamò i soccorsi con Marco cosciente, accettando il “rischio” che avrebbe raccontato la dinamica del ferimento, perciò l’omicidio volontario non rientra nell’ambito delle possibilità, la diatriba è più raffinata ed è tra la colpa cosciente e il dolo eventuale.
- Dottoressa Franco, perché Antonio Ciontoli mentì all’operatrice del 118 sulla causa del ferimento?
Perché voleva parlare riferire lui al medico di aver sparato a Marco per chiedergli di non rivelare la causa della ferita. Per questo motivo voleva portarlo Antonio al pronto soccorso. È un dato che emerge senza se e senza ma dai racconti dei suoi familiari, dalla telefonata di soccorso e dai fatti: appena arrivò al PIT, Antonio Ciontoli rivelò al medico di aver ferito Marco con un’arma da fuoco.
E, una volta valutate le condizioni di Marco, al medico è bastato sapere che era stato attinto da un colpo d’arma da fuoco per capire che aveva un’emorragie interna. Il resto sono speculazioni gratuite.