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INTERVISTA SCOMODA ALLA NOTA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

Le rispondo con Onfray: mi prendo gioco di quello che pensano di me, perché non sono in grado di misurare il mio valore poiché sono privi di competenze in campo criminologico, peraltro, nulla è eterno, neanche il potere di certi personaggi di distruggere le vite dei loro simili.

criminologa URSULA FRANCO

INTERVISTA SCOMODA ALLA CRIMINOLOGA URSULA FRANCO

  • Dottoressa Franco, sono in tanti a chiedersi il perché, nonostante lei sia consulente in importanti casi giudiziari, nessun programma televisivo la inviti mai per un contraddittorio o per esprimere un suo giudizio su un altro qualsiasi caso di cronaca.

Negli scorsi anni, i conduttori degli show del dolore e i loro opinionisti hanno trasformato Michele Buoninconti, un irreprensibile padre di famiglia, in un mostro e hanno poi fatto credere al loro pubblico di diversamente pensanti che io difendessi un femminicida, pertanto, riconoscermi delle competenze sarebbe come ammettere di essersi sbagliati su di lui, ma non è solo questo il motivo per il quale i conduttori non mi interpellano, sostanzialmente a loro la verità non interessa perché non fa spettacolo, le ricordo il vergognoso teatrino messo in piedi in seguito alla morte accidentale di Mattia Mingarelli, un caso chiaro sin dall’inizio, eppure chi ha accusato pubblicamente un innocente di un omicidio mai avvenuto, ha continuato a pontificare in tv.

Michele Buoninconti
  • Dottoressa Franco, quanto si sono sbagliati i Media su Michele Buoninconti?

Sono corresponsabili non solo della condanna a 30 anni di un innocente, ma anche di aver reso orfani quattro ragazzi.

  • Dottoressa, come vive il pregiudizio nei suoi confronti di gran parte dei giornalisti della carta stampata e dei conduttori televisivi?

Le rispondo con Onfray: “mi prendo gioco di quello che pensano di me, perché non sono in grado di misurare il mio valore” poiché sono privi di competenze in campo criminologico, peraltro, nulla è eterno, neanche il potere di certi personaggi di distruggere le vite dei loro simili”

Stefano Binda
  • Dottoressa Franco, fra qualche giorno comincerà il processo d’Appello che vede imputato Stefano Binda, già condannato all’ergastolo in primo grado, che può dirci?

Le carenze e gli errori di chi indagò all’epoca dei fatti hanno impedito di risolvere il caso. L’errore più eclatante è quello relativo alla ricostruzione dei fatti, un errore che non è mai stato corretto. L’omicida non si intrattenne sessualmente con la Macchi.

Lidia uscì di casa il pomeriggio del giorno della sua morte per incontrare un uomo che è sempre rimasto nell’ombra, quest’uomo è corresponsabile della condanna di un innocente.

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