Cronaca

IL CASO: INSEGNANTE IN ROMANIA, IN LUCANIA NO

Assunto il Miur stoppa Coviello: non può insegnare nelle medie di Potenza

Proseguirà a Roma la battaglia giuridica del lucano Aurelio Vincenzo Coviello finalizzata all’ottenimento del permesso all’insegnamento nelle scuole italiane. Si dice che l’Europa sia unita, ma evidentemente per certe questioni non è proprio così. Lo dimostra proprio il caso di Coviello. Il quale dopo aver ultimato la «formazione professionale» in Romania era tornato in Italia e dopo quasi tre anni di ricerca aveva, solo sulla carta, trovato anche lavoro. Il primo marzo scorso Coviello ha sottoscritto la proposta dell’Ufficio scolastico regionale per la Basilicata consistente nell’«assunzione con contratto a tempo indeterminato per un posto nella scuola secondaria di primo grado nella provincia di Potenza». Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) ha, però, ha stoppato tutto. Lo ha fatto con due atti. Nel primo dal Ministero hanno eccepito che «i titoli denominati “programului de studii psihopedagogice, Nivelun I e Nivelun II” conseguiti dai cittadini italiani in Romania non soddisfano i requisiti giuridici per il riconoscimento della qualifica professionale di docente ai sensi della Direttiva europea». Di conseguenza, ha aggiunto il Miur, «le istanze di riconoscimento presentate sulla base dei suddetti titoli sono da considerarsi rigettate». Le “carte” ottenute da Coviello prima, per il livello 1, dal Departamentul Pentru Pregatirea personalului didactic” (Dipartimento per la formazione del personale didattico), e poi, per il livello 2, dall’Universitatea Din Pitesti, in Italia, e conseguentemente in Basilicata, non è che non sono valide, è che sono, ha sostenuto il Miur, «necessarie ma non sufficienti» per il rilascio dell’ok per svolgere la professione di insegnante. Così con il secondo atto, invece, il Miur ha formalmente «respinto l’istanza fini di riconoscimento in Italia della formazione professionale conseguita in Romania per l’esercizio della professione docente». Coviello, da parte sua, ha subito impugnato i provvedimenti del Miur chiedendo al Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Basilicata di annullarli. Il Tar lucano, però, vagliato il caso non ha potuto far altro che dichiarare «la propria incompetenza a decidere il ricorso», individuando come competente il Tar del Lazio. Qualunque sarà l’esito, il caso Coviello costituirà un precedente rilevante sulla questione abilitazioni conseguite in Romania. Per di più, come ha evidenziato l’Avvocatura dello Stato, se Coviello dovesse vincere la causa, potrebbe insegnare in una qualunque scuola media italiana e non soltanto della Basilicata. Per questo l’eventuale esito positivo del ricorso, producendo effetti diretti non limitati alla «circoscrizione territoriale» del Tar di Basilicata può essere sancito soltanto dal Tar del Lazio. Un lucano, Coviello, formatosi professionalmente in Romania che va contro il Ministero dell’istruzione: verso fine agosto la sentenza di primo grado

Ferdinando Moliterni

3807454583

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