Politica

È SEMPRE CUPPARO IL “DISCOLO” PER BARDI

Cdx spaccato, nomine saltate: il Gen. vieta Bernardo Dg all’assessore

Faville e ceneri nella riunione di maggioranza presieduta dal governatore Bardi. E sotto la cenere di fine vertice c’è ancora fuoco che cova pronto a incendiare nuovamente i rapporti tra gli alleati della governance di centrodestra. Lo scontro che ha fatto registrare i livelli più alti di tensione ancora una volta è stato quello tra il governatore e l’assessore alle attività produttive Franco Cupparo. Nuovamente si è arrivati al punto di impatto consistente nel palesare in maniera esplicita che per uno dei due, stando così le cose, non c’è posto. Anche se pure le leve di forza dell’ex Generale della Finanza cominciano in qualche modo a incepparsi nei movimenti. Perchè è stata notata la discrepanza tra il fatto che nei vertici a via Verrastro il governatore alza la voce e sbatte i pugni, ma poi, in estrema sintesi, finita la riunione si mette in macchina per andare col “cappello in mano” a Roma a chiedere “lumi” in primis al Commissario regionale di Forza Italia, Giuseppe Moles. Ad ogni modo l’intesa che ha placato gli animi è la seguente. Bardi lascerà più o meno mano libera a Cupparo per l’individuazione del “suo” Direttore generale a condizione, che se non rispettata invalida l’accordo, non scelga Antonio Cupparo. Il tecnico che ha gestito i fondi europei per la Basilicata, sotto la legislatura Pittella, e coinvolto anche nel papocchio Arpab, il governatore non lo vuole. Ad ogni modo come previsto non sarà questa la settimana per le nomine dei Direttori generali dei Dipartimenti regionali. Fallita ancora una volta la “cattura” dell’amministrazione da parte del vertice politico. C’è di più. Perchè dato che tutti gli altri conferimenti incarichi di ruoli apicali negli Enti strumentali e nelle partecipate e controllate sono, nello scacchiere governativo, subordinati al riempimento delle caselle Dg in Regione, il tutto per Sviluppo Basilicata, Sel, i cui bilanci tra l’altro devono essere ancora approvati, potrebbe slittare, allo stato attuale delle cose, a settembre. In questi passaggi Bardi si è dimenticato, o fa finta di essersi dimenticato, che per legge Schiavone è decaduto da Direttore generale dell’Apt tre giorni fa. E lui non sostituendolo non ha ottemperato alle prescrizioni normative. È prevista sulle rotte lucane un picco discendente delle attività di governo nel mese di agosto. Per cui ciò che non si chiude entro questo mese è destinato ad essere affrontato al rientro dalle “vacanze”. Una nomina, intanto, è stata ufficializzata. Ed è quella, fiduciaria, di Massimo Calenda a direttore dell’Ufficio Stampa della Giunta regionale. Quando Bardi si sceglie un napoletano, stranamente, non succede ciò che succede per altri, vedi il caso del Dg del San Carlo, Barresi, e nessuno grida all’“esterofilia”. Tra l’altro il governatore ha fatto anche un bel regalo al suo uomo di fiducia maggiorandogli lo stipendio del 45%: 128 mila euro lordi all’anno. All’esterno, per ovvie ragioni, ciò che è stato comunicato del vertice di maggioranza non sono stati i litigi. «È stato deciso – ha comunicato dall’ufficio stampa – di calendarizzare riunioni periodiche tra maggioranza e giunta per un migliore e fattivo coordinamento sia per i lavori dell’esecutivo sia per i lavori delle Commissioni e d’Aula». «È stata fatta un’ampia disamina dei provvedimenti – così progue la comunicazione – fin qui fatti e sono state calendarizzate alcune iniziative. Il presidente e la Giunta hanno dato assicurazioni che tra breve sarà completato il quadro per la definizione dei nuovi direttori generali dell’Ente. Così come pure è iniziata la discussione sui criteri di massima da seguire per la definizione delle nomine di competenza della Regione».Per i Dg la partita sarà chiusa «a breve». Si ritiene entro fine mese, a meno che questo «a breve» non sia ogni volta, viene ripetuto da tempo ormai, una riattualizzazione che azzera il tempo trascorso e fa ripartire il timer per l’individuazione dei Direttori generali. «A breve» vacanze del centrodestra permettendo

Ferdinando Moliterni

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