NAPOLI: « SI INVESTA IN RICERCA E INNOVAZIONE»
Il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia sull’export lucano
«Tra le regioni meridionali, la Basilicata è la regione con la più elevata propensione all’export con il 32,3 per cento del Pil regionale legato ai flussi di esportazioni». È quanto afferma Michele Napoli, capogruppo di Fratelli d’Italia al Comune di Potenza, commentando gli ultimi dati del Rapporto Check-Up Mezzogiorno 2019 redatto dall’Osservatorio Banche Imprese. «L’export verso i Paesi dell’Unione Europea è cresciuto in maniera intensa. L’andamento positivo deriva da una netta ripresa delle esportazioni nei paesi dell’area euro, in particolare Spagna e Francia, mentre si sono ridotte le vendite in Germania. Nel complesso, nel 2018 le esportazioni regionali sono aumentate del 4,2 per cento su base annua. La dinamica positiva è stata sostenuta in ragione dalla ripresa del settore automobilistico, che rappresenta oltre l’80 per cento dell’export totale. Altro settore trainante è quello estrattivo infatti l’export è cresciuto nei primi nove mesi del 2018 del 50 per cento. E sono proprio comparto automobilistico e petrolio che consentono alla provincia di Potenza di registrare un +5 per cento nell’export rispetto alla provincia di Matera che presenta nelle esportazioni un dato negativo pari a – 3,7 per cento». «E allora, alla luce di questi dati – sostiene Napoli – abbiamo la necessità di investire in ricerca ed innovazione altrimenti la Basilicata è destinata ad un ruolo marginale, dove ricerca significa tecnologia applicata al sistema produttivo. Per il raggiungimento di questo obiettivo, secondo Napoli, la Regione deve necessariamente «integrare le politiche in materia di ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e alta formazione, promuovendo azioni in sinergia con soggetti pubblici e privati e, in particolare, con università, istituti di ricerca, parchi tecnologici, distretti, istituti tecnici superiori. O anche attraverso la qualificazione del lavoro dei giovani ricercatori e la valorizzazione delle start up giovanili innovative, lo sviluppo della ricerca privata, anche in forma associata, e la sua integrazione con la ricerca pubblica».