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OMICIDIO DI KATHLEEN PETERSON, CRIMINOLOGA FRANCO: NESSUN GIALLO

Tra il 2014 e il 2015 la criminologa Ursula Franco ha analizzato l’omicidio di Kathleen Hunt Atwater Peterson e ha pubblicato i risultati sul suo blog (MALKE CRIME NOTES). Nell’agosto del 2017, il Daily Mirror ha consigliato ai suoi lettori di leggere l’analisi della telefonata di soccorso di Michael Peterson fatta dalla nostra criminologa.

Michael Peterson e Kathleen Hunt Atwater Peterson
OMICIDIO DI KATHLEEN PETERSON, CRIMINOLOGA FRANCO: NESSUN GIALLO

Tra il 2014 e il 2015 la criminologa Ursula Franco ha analizzato l’omicidio di Kathleen Hunt Atwater Peterson e ha pubblicato i risultati sul suo blog (MALKE CRIME NOTES). Nell’agosto del 2017, il Daily Mirror ha consigliato ai suoi lettori di leggere l’analisi della telefonata di soccorso di Michael Peterson fatta dalla nostra criminologa.

Il 21 dicembre 2017, il tema del 100esimo episodio del famoso podcast americano “My Favourite Murder” è stato l’omicidio di Kathleen Hunt Atwater, la conduttrice, Georgia Hardstark, ha riportato l’analisi criminologica del caso e quella della telefonata di soccorso di Michael Peterson elaborate dalla criminologa Franco.

Dall’aprile 2018 è disponibile un documentario americano dal titolo The Missing Pieces: The Staircase con alcuni interventi della criminologa italiana Ursula Franco.

Criminologa URSULA FRANCO
Abbiamo chiesto alla dottoressa Franco di ricostruire per noi l’omicidio di Kathleen Peterson dopo che il caso è stato trattato su Netflix.

“Michael Iver Peterson è un bugiardo patologico convinto di essere un buon mentitore tanto da aver permesso al regista francese Jean-Xavier de Lestrade di girare un incriminante documentario sulla sua vicenda processuale, The Staircase (2004).

Dal documentario The Staircase emerge con forza il profilo psicopatologico di Michael Peterson e quello della sua famiglia allargata, uno straordinario esempio di famiglia narcisistica.

Peterson ha abusato mentalmente delle sue due mogli (Patricia Sue e Kathleen), dei due figli avuti con la prima moglie Patricia (Todd e Clayton) e delle due figlie adottive (Margaret e Martha, figlie di Elizabeth Ratliff), l’unica componente della famiglia che è sfuggita alle manipolazioni di Peterson è la figlia di Kathleen, Caitlin Veronica Atwater.

Michael Peterson è un uomo arrogante, ossessionato da se stesso e dai propri bisogni, privo di empatia, incapace di stabilire relazioni sane con gli altri esseri umani e convinto erroneamente di essere più intelligente dei suoi interlocutori.

Kathleen non è morta in seguito ad una caduta dalle scale né Peterson ha usato l’attizzatoio per colpirla, come invece sostenuto dall’accusa. Michael Iver Peterson ha ucciso sua moglie Kathleen tra le 23:08 e le 23.53 del 9 dicembre 2001 e ha commesso l’omicidio con le mani nude.

Michael Iver Peterson ha ucciso sua moglie Kathleen prendendola per i capelli e facendole sbattere ripetutamente e violentemente la testa contro gli scalini di legno della scala di servizio della loro villa di Durham, North Carolina.

Durante l’aggressione, che si è sviluppata in almeno due tempi, in un’occasione Michael Peterson ha stretto la gola di Kathleen e con il pollice della mano sinistra le ha rotto il corno superiore della cartilagine tiroidea di sinistra.


All’esame autoptico il medico legale ha riscontrato multiple lacerazioni sul cuoio capelluto della vittima e nessuna frattura della teca cranica.

Secondo il medico legale tali lacerazioni furono causate da un oggetto piatto.

Nessun oggetto piatto colpì la testa di Kathleen, fu la testa di Kathleen ad impattare contro gli scalini di legno della scala di servizio.

Tra le mani di Kathleen, sugli ultimi scalini della scala di servizio dove Kathleen trovò la morte e sulla lattina di Diet Coke dalla quale aveva bevuto Michael Peterson dopo l’omicidio, furono repertati alcuni capelli strappati appartenenti alla vittima.

Michael Peterson strappò i capelli a Kathleen durante l’omicidio perché li usò per trattenerla e sbatterle la testa a terra, Kathleen se ne strappò altri nel tentativo di liberarsi dalla presa mortale del marito, per questo motivo vennero ritrovati tra le dita di entrambe le sue mani.

È chiaro che se i capelli ritrovati sulla scena del crimine fossero stati analizzati al microscopio, i risultati dell’analisi avrebbero permesso agli investigatori di differenziare i capelli strappati da quelli che si erano rotti in seguito all’impatto del cuoio capelluto con gli scalini.

La grande quantità di sangue presente sul cavallo dei pantaloni di Michael Peterson si spiega facilmente:

Michael Peterson assaltò Kathleen una prima volta e la credette morta, Kathleen invece si riprese tanto da riuscire ad alzarsi in piedi, a questo punto Peterson l’aggredì nuovamente dopo essersi seduto su di lei per immobilizzarla, in quell’occasione con i propri pantaloni assorbì il sangue fuoriuscito dalle ferite della moglie e colato sugli abiti della stessa dopo il primo assalto.

Questa ricostruzione è l’unica cui si confanno tutte le risultanze investigative:

– Kathleen non patì alcuna frattura della teca cranica perché la sua testa impattò contro degli scalini di legno.

– Sul cadavere di Kathleen vennero rilevate alcune contusioni nell’area posteriore delle braccia e sulla schiena perché la donna urtò le braccia e il dorso durante l’aggressione.

– Non furono riscontrate contusioni su coste, gambe, piedi o ginocchia di Kathleen perché Kathleen non cadde dalle scale.

– Alcune contusioni furono invece rilevate sui polsi e sulle mani di Kathleen perché la donna si difese cercando di liberare i propri capelli dalla stretta del marito.

– La distribuzione delle macchie di sangue, il tipo di macchie (low/medium velocity blood spatters), l’assenza di cast off nella ristretta area in cui fu perpetrata l’aggressione, l’assenza di un pattern riferibile ad un corpo contundente sia sui muri, che sul cranio della vittima, che sulle sue lesioni da difesa, escludono che Peterson abbia usato un’arma per uccidere sua moglie.

– Infine, nessuna frattura del massiccio facciale è stata rilevata all’esame autoptico; è chiaro che se Kathleen fosse stata aggredita da dietro in quell’area così ristretta, ogni qualvolta fosse stata colpita posteriormente, la donna sarebbe caduta urtando il volto.

Nel 1985, a Gräfenhausen, in Germania, un’amica di Michael Peterson, Elizabeth Ratliff fu ritrovata morta ai piedi delle scale di casa sua dopo che Peterson l’aveva accompagnata a casa.

In questo caso, all’esame autoptico eseguito in seguito ad una riesumazione dei resti della Ratliff avvenuta dopo l’omicidio di Kathleen, il medico legale ha rilevato lesioni molto simili a quelle presenti sul corpo di Kathleen, oltre ad una frattura della base cranica.

Michael Peterson perpetrò l’omicidio della Ratliff con le stesse modalità. In questa prima occasione, fracassò la testa della sua vittima contro un pavimento di mattonelle di terracotta e non contro degli scalini di legno”

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