A MURO POESIA, MUSICA E NATURA
Con il Centro Culturale Franco-Italiano “Il Respiro della Terra, le sonorità del profondo”
Si sono intrecciati come fronde nel vento, poesia e natura, musica e storia. E’ accaduto a Muro Lucano, in un evento curato dal centro Culturale Franco-italiano dal titolo “Il Respiro della Terra, le sonorità del profondo”. L’appuntamento è cominciato dalle scalinate di Via Seminario, lì dove “Le parole sono pietre”, o dove le pietre diventano parole leggere. Quella strada che porta all’ingresso del Museo Archeologico Nazionale, luogo affascinante, architettonicamente e paesaggisticamente suggestivo, oltre che custode di reperti che raccontano con pezzi unici e straordinari la storia lucana è ora un museo a cielo aperto. E dalle parole trasformate in pietre, alle pietre che diventano percorso per la poesia, lungo il “Sentiero delle Ripe e dei mulini”, dove Pagliuca ha realizzato un percorso di lettura poetica con scrittori provenienti anche da fuori regione. Nell’aria le note melodiche del canto di Maria Rosa Zarriello che lungo il sentiero ha propagato, echeggiata dalle rocce, le canzoni di Pino Daniele. Alla realizzazione dell’evento hanno contribuito, insieme a Pagliuca e Zarriello, anche Joey Guerra, Antonio Oliveto, Vito Pantuosco, Francesco Senatore, Filippo Verova, Cristina Lepore e Claudia Troiano e poi i volontari Musamba e le ragazze della Ludoteca di Muro, gli sponsor e l’elettricista. L’ultimo tratto, tra il ponte romanico e i vecchi mulini ad acqua illuminati, ha condotto tutti ad una tipica cena, rigorosamente plastic-free, da consumare in convivio intorno all’antichissima fontana prima dell’evento musicale: Alfio Antico in Concerto. Suggestive note vibranti nella notte, «quando la musica sorge dalle viscere della terra, ordina il caos ed espelle le impurità. La natura parla e le cose prendono il loro posto nel mondo. Prima del linguaggio, la mano che danza sulla pelle del tamburo compie il prodigio della nascita del suono, come la mano del fabbro quando percuote il metallo o quella del pastore quando ritma il tempo della festa e della veglia», si racconta così questo straordinario musicista che con i suoi oltre settanta tamburi, tutti fabbricati da sé e meravigliosamente intarsiati con immagini di divinità agresti, racconta in musica segni antichi che racchiudono una saggezza eterna.