BOMBA SU ARISA: MADRE TRA FALSI INVALIDI
Santarsiero nei guai: «commedia» sedie a rotelle, 805 euro al mese
«Voglio vedere se la figlia va a cantare e non la pagano …(…)…ehi no, no. pensano che la gente lavora gratis per loro». Questo uno dei dialoghi intercettato tra l’avvocato Santarsiero e la procacciatrice di falsi invalidi Di Giacomo. La figlia cantante è Arisa di Pignola. Tra i “clienti” del sistema Covella per truffare l’Inps anche la madre della famosa cantante lucana: Assunta Santarsiero. Accusata di aver intascato illecitamente 24mila e 156 euro. Questa la cifra dell’ingiusto profitto, per l’accusa, ai danni dell’Inps. Anche la madre di Arisa, per gli inquirenti dell’inchiesta sui falsi invalidi a Potenza, si è prestata alla «commedia» riuscendo a trarre in inganno il perito del Tribunale civile di Potenza. Il club dei falsi invalidi voleva incassare un’altra indennità di accompagnamento e ci è riuscita. Assunta Santarsiero si finse, dice la Procura, affetta da gravi patologie tali da renderla incapace di attendere autonomamente agli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continuativa. «Viene accompagnata dal marito – scriveva il consulente del Tribunale – e trasportata su carrozzina perché non in grado di camminare autonomamente… al momento del nostro esame clinico si è dimostrata impossibilitata a provvedere ai suoi elementari bisogni e a svolgere gli atti quotidiani della vita senza assistenza». Obiettivo raggiunto: 805 euro mensili per l’indennità di accompagnamento. I video della Polizia, però, dimostrano altro: la madre di Arisa è «perfettamente autonoma – scrivono gli investigatori – e capace di gestirsi in piena autonomia. E stata fotografata, addirittura, mentre coltiva un appezzamento di terreno». Conclusione tranciante: «La visita sulla sedia a rotelle era evidentemente tutta una messinscena».
Registrati anche i dialoghi, mentre andavano a riscuotere i soldi dalla madre di Arisa, avvenuti tra la broker di anziani Di Giacomo e l’avvocatessa che ha seguito la pratica. Di Giacomo fa subito i conteggi dell’importo ricevuto ovvero il 20% degli arretrati percepiti ovvero 1.600, euro. «E insomma, diciamo, 1.600 euro non siamo andati male? ». L’avvocato Santarsiero conta i soldi «tre, quattro, cinque, sei, sette ed otto» e consegna pertanto la somma di 800 euro alla sodale aggiungendo «con la buona salute». Un cruccio tra i due sodali rimane, la madre di Arisa non ha ancora firmato un documento importante: «Dovevamo far firmare la carta a questo (inc) che questi sono un po’ falsi…(…)…mo che viene mercoledì… fagliela firmare, in modo che stai tranquilla».
«E’ di tutta evidenza – concludo gli inquirenti – la famelica logica spartitoria degli arretrati degli assistiti dall’Inps che, a volte, gli avvocati cercano di camuffare rilasciando parcelle dagli importi gonfiati»