Politica

S. CARLO, PITTELLA VOLONTARIO: «SCONCERTATO»

Scartato dalla radiologia: imputato in Sanitopoli non ha digerito la notizia

La notizia diffusa da Cronache relativa alla richiesta, «prontamente rigettata», dell’ex governatore Pittella, attuale consigliere regionale, di fare il volontario in Radiologia al San Carlo ha «sconcertato» pure il diretto interessato. Per Pittella non c’era notizia e, mettendo in dubbio la deontologia seguita da Cronache, si è rattristato per «l’informazione becera e irriguardosa della vita privata e professionale delle persone». Cronache colpevole di essersi occupata della vicenda quando ci sono «temi ben più importanti per la collettività». All’ex governatore, nonchè medico, allora è sfuggito un dato: la sua qualità di imputato nell’inchiesta Sanitopoli. La stessa deontologia, parametrata sull’ambito di riferimento, avrebbe dovuto condurre Pittella ad astenersi dalla richiesta di andare in corsia al San Carlo. E se etica e politica andassero a braccetto, con al seguito il vero concetto di garantismo, che in questo caso è quello nei confronti dei cittadini e non dell’eletto, Pittella avrebbe dovuto rinunciare anche alla ricandidatura. Non lo ha fatto e in questo caso dato che hanno scelto i lucani, nulla da aggiungere oltre la sottolineatura. La verità processuale stabilirà se le accuse di Sanitopoli, tra «bacini clientelari e scambio di utilità vicendevoli», sono fondate o meno. Nel frattempo, dato che pare che al medico urologo Pittella nessun altro medico abbia ordinato di fare richiesta di volontariato al San Carlo, per uno che è accusato non soltanto di aver usato la politica «nella sua sempre più fraintesa accezione negativa e distorta», ma anche di aver fatto della Sanità lucana una fonte di «soddisfacimento dei propri bisogni di locupletazione e di sciacallaggio di potere e condizionamento sociale», starsene lontano anno luci da certe richieste, almeno fino alla fine del processo e non per il bene suo, ma per rispetto della collettività, sarebbe cosa più idonea. Questo, consigliere regionale, glie lo si dice «non già perché fosse necessario, ma perché lei ci rifletta». Per usare le sue stesse parole. Su tutto una cosa: «La richiesta è stata prontamente rigettata»

Ferdinando Moliterni

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