DISABILI: LA PROTESTA DALLE SCUOLE AL TAR
I conti di Cupparo non tornano: genitori oltre al ritirare i figli dalle classi
Alunni con disabilità e assistenza scolastica: per qualsiasi mancanza passata, attuale e futura della Regione non esistono scuse: neanche la copertura economica non sufficiente. «Giova inoltre precisare che il provvedimento finale dell’Istituto scolastico attributivo di un determinato numero di ore di insegnamento di sostegno non si può basare su un vincolo derivante dalla carenza di risorse economiche che non possono, in modo assoluto, condizionare il diritto al sostegno sino a esigere e sacrificare il diritto fondamentale allo studio e all’istruzione». Questo è il principio puntualmente ribadito dai giudici amministrativi del Tar nelle controversie giuridiche proposte dai genitori di alunni con disabilità ai quali è assegnato, per il sostegno scolastico, numero insufficiente di ore settimanali. La situazione in Basilicata è al limite data l’assenza nelle scuole lucane degli assistenti fisici e degli addetti alla comunicazione per gli alunni con disabilità fisiche e sensoriali, con conseguenti problemi di autonomia. Oggi, l’importante incontro tra i genitori che scioglieranno la riserva sulla scelta di ritirare i figli dalle scuole. L’atto non è solo per protesta, ma anche in favore della salute fisica dei loro figli che non possono, l’anno scolastico è iniziato l’11 settembre scorso, “vegetare” in classe. Il corpo docente unitamente ai dirigenti scolastici è impegnato a mediare tra la Regione e le famiglie sia per sopperire a scuola come meglio è possibile alla lacuna amministrativa dell’assessore regionale alle attività produttive, Cupparo, che ha anche la delega al sistema scolastico, sia per cercare di scongiurare l’estremo atto paventato dai genitori degli alunni con disabilità. I numeri sciorinati dall’assessore regionale, però, non tornano. Per questo se se prima o poi dalla Regione inizieranno a sbloccare i fondi, la “toppa” potrebbe non bastare. Le stesse modalità con cui Cupparo ha trattato l’argomento, sembrano indicatori di come la presenza di alunni disabili invece di rappresentare un’occasione di crescita per tutti gli agenti nel sistema scuola, sia un’emergenza da presidiare con pratiche disimpegnate che impoveriscono un generale processo di sviluppo pedagogico e culturale, poichè riducono il tutto all’adempimento formale di pratiche burocratiche. Lo stesso assessore ha ammesso di essere in ritardo, salvo poi, quasi come fosse un vanto, precisare che è, però, meno in ritardo rispetto alle precedenti legislature. Ad ogni modo dato che i conti economici sulle risorse finanziarie che la Regione vuole mettere in campo presentano un differenziale negativo rispetto alle esigenze, si potrebbe generare una grande battaglia legale sull’assegnazione di un determinato quantum di ore di sostegno. Dalle certificazioni mediche delle Aziende sanitarie locali competenti all’individuazione del numero delle ore di sostegno ci sono una serie di passaggi che coinvolgono una pluralità di operatori. Alla fine, però, l’impiego delle figure professionali, insegnanti di sostegno, assistenti fisici e addetti alla comunicazione, devono essere idoneamente calibrati, integrati ed equilibrati tra loro, in Basilicata come altrove, non sui soldi, per rimanere nei confini regionali, che l’assessore Cupparo girerà agli Enti erogatori, ma esclusivamente sulle reali esigenze degli alunni lucani con disabilità. Questi i numeri asetticamente elencati dall’assessore regionale: «825mila euro per la Provincia di Potenza, di cui 452mila euro a Potenza, e 357mila per la Provincia di Matera». Insolito che Cupparo abbia rotto il silenzio su una tematica tanto delicata quanto importante, il giorno successivo alla riunione svoltasi, la scorsa settimana, in Prefettura a Potenza, tra Comune, sindacati, Regione e cooperative del settore, nella quale è emerso che a fronte delle 34mila ore stimate, la richiesta effettiva degli Istituti scolastici del capoluogo è stata di circa 90mila ore. Dati che impongono lo stanziamento, per il solo capoluogo, di circa 800mila euro in più rispetto agli 800mila che si prevedevano disponibili: per un totale complessivo di 1milione e 600mila euro. Allo stato attuale delle cose la protesta dei genitori degli alunni diversamente abili rischia di spostarsi dall’oggi che è nelle scuole, a un domani che sarà nelle aule del Tribunale regionale amministrativo (Tar)