Politica

CAFONAL, LA TARGA DI “VILLA CUPPARO”

Ipertrofismo egoico e trash politico: nuova chicca dell’assessore regionale


Cafonal: l’album politico lucano si è arricchito di una nuova figurina, quella dell’assessore regionale Cupparo. Un professionista della politica con tanto di targa certificata, ma verosimilmente non autorizzata, apposta nei pressi di una delle sua proprietà: Regione Basilicata, Assessore Francesco Cupparo.  Tra kitsch e trash: l’inutile è tra i nuovi volti del populismo lucano. Uffici di rappresentanza territoriale, entro certi limiti e con determinati criteri, sono anche concessi dai relativi regolamenti regionali. Ma una targa con il simbolo della Regione Basilicata, lo scudo sannitico di color argento riportante quattro fasce ondate azzurre, tante quante i principali fiumi lucani, inchiodata nella pietra delle “mura di casa” è un fatto davvero insolito. Al di là della superflua scritta, risulta piuttosto evidente cosa il “cartello” voglia segnalare oltre la carica elettorale. Interessante il feudalesimo moderno nel quale l’agro di Francavilla in Sinni è ripiombato. A breve, chissà, verrà restaurato anche lo ius primae noctis. E poi, proseguendo, ci sarà da nominare tutta la pletora di vassalli, valvassori e valvassini. Se non la segnalazione fine a sé stessa, dinanzi ai suoi concittadini, di un potere da lui detenuto, trovare una ragione alla nuova targa di “Villa Cupparo” è impresa difficile. Oppure semplicemente, ma inverosimile, Cupparo avrà trasferito la sede dell’assessorato da lui retto, quello alle attività produttive, nei pressi di una sua proprietà. Sarà una modalità sui generis di telelavoro da casa. L’istrionismo destrorso a livello nazionale ha ora una nuova chicca: dal Papeete con mojito e ballerine di Salvini alla targa di “Villa Cupparo” la personalizzazione della politica, tanto a livello nazionale quanto a quello regionale, raggiunge ogni giorno nuove vette. O, chissà, nuovi abissi

Ferdinando Moliterni

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