SCIVOLONE AL LIMITE DEL SESSISMO PER LIUNI
Il leghista costretto a cancellare il post. La Consigliera di Parità Pipponzi: “Si abbassino i toni”
E niente. Gli attacchi sessisti alle donne che fanno politica non smettono. «Ecco come reagisce una ragazzina viziata che non ottiene ciò che vuole…lunga vita ai “giardinieri”». Questa frase non è uscita da un bifolco maschilista che vuole zittire il discorso di qualche femminista ma da Marzio Liuni, segretario regionale della Lega di Basilicata. È bufera su Marzio Liuni, per il post sessista nei confronti di una donna lucana che sarebbe stata “colpevole” di aver commentato la sua posizione politica. In se per sè il post del segretario Liuni poteva sembrare innocuo peccato che ha dato origine ai classici cliché offensivi di matrice sessista volti ad attaccare una donna che fa politica e contesta una determina linea. Sessisti quasi tutti i post che susseguono e lo è altrettanto il commento che viene però da un rappresentante politico, e per questo suona ancora più deplorevole. Ci si saremmo aspettati che a dare il là a un vero e proprio linciaggio mediatico non fosse stato un segretario regionale di partito. Considerato che proprio la Lega più volte si è schierata a favore delle donne vittima degli haters. Addirittura arrivando ad espellere i propri iscritti ogni qualvolta avessero superato il limite. Il caso eclatante fu quello del consigliere comunale di Amelia che aveva attaccato qualche mese fa sui social la cantante Emma Marrone. Attacco che gli è costata l’espulsione. Per non arrivare a questo punto, Marzio Liuni ad un certo punto si sarà ravveduto dalla scelta di attaccare pubblicamente chi contestava il suo fare politico, soprattutto perché donna, e perchè la situazione stava prendendo una brutta piega tanto da decidere di rimuovere il post su Facebook. Peccato che però la frase del segretario regionale era diventata virale in pochissimo tempo più di quanto lui stesso, secondo noi, si sarebbe aspettato. E così l’azione di porvi rimedio è arrivata troppo tardi rispetto alle accuse di sessismo che gli si erano già state mosse contro. Le parole di Liuni sono state subito stigmatizzate dalla Consigliera regionale di Parità, Ivana Pipponzi che l’ha definita una questione di sensibilità. «È lecito rispondere a delle critiche – afferma la Consigliera di Parità Pipponzi- anche se si è un politico, ma il dialogo deve sempre mantenersi a un livello alto. Ogni qualvolta non si fa questo si può scadere nel sessismo in un attimo, proprio come è accaduto in questo caso. L’attacco di un uomo nei confronti di una donna corre sempre il rischio di scatenare attacchi sgradevoli, per questo è importante ricordarsi di esprimere il proprio pensiero mantenendo sempre una certa sensibilità». «Io stessa sono stata attaccata dagli haters – spiega la Pipponzi- per aver chiesto la rimozione della locandina sulla presentazione del Potenza calcio perché riportava la giornalista presentatrice dell’evento in minigonna. La mia richiesta nasceva per provare a stigmatizzare il solito stereotipi di genere. Cioè accostare sport, belle donne e calcio e la questione che i tifosi di calcio sono sempre e solo uomini, per cui si scelgono sempre donne a questi eventi. Una scelta sbaglia, e lo dico in primis da tifosa di calcio. Perchè non ci si chiede se a noi donne non piacerebbe vedere alla presentazione di una squadra di calcio un presentatore uomo e anche bello. Questo è solo un esempio per far comprendere che sono molto dispiaciuta da quello che negli ultimi anni sta accendendo ogni qualvolta un donna scelga di commentare l’azione di un politico». «È necessario abbassare i toni nell’alveolo della gentilezza e del confronto costruttivo. Attaccare una donna con i soliti stereotipi è sempre facile rimanere nella gentilezza invece è sempre più difficile», ha concluso la consigliera di Pari opportunità Pipponzi. Che Internet sia anche un luogo dove alla ricerca della battuta “brillante” o “ad effetto” spesso capiti di trascendere i limiti della decenza è cosa nota. Di esempi ne abbiamo anche troppi, c’è quello che fa la battuta sui morti e la chiama black humour e quello che fa la battuta sessista e quando viene beccato dice che la sua era solo una considerazione su un vestito. Questo fenomeno, che se volete potete chiamare pure stupidità o cattiveria gratuita, è trasversale. Nel senso che tutti, a destra e a sinistra prima o poi ci cascano. Una battuta? Certo. Una battuta sessista però, ed è questo il punto. E bene fa chi come la Consigliera di Parità si indigna per i commenti sessisti, per il bodyshaming e per gli insulti. Sbaglia però chi ne fa una questione di appartenenza politica. Le donne, dicevamo, fanno perdere la testa ai politici. Per precisione, si tratta solo delle donne che non la pensano come loro, o che non condividono il loro modello di partecipazione. Di sicuro nelle loro rabbiose reazioni ribolle un modello straordinariamente burbero, impaziente, dominante dell’Io dell’uomo. In questa sottile, ma enorme sfasatura rispetto al reale, si cela una grande debolezza dei nostri politici.