Eventi e Cultura

IL MISTERIOSO PRINCIPE DI SANGRO

Il geniale alchimista fu allevato dalla nonna lucana

A Napoli c’è chi giura che esistono presenze in quel palazzo maledetto; si sentono ancora di notte rumori, gemiti, carrozze fantasma che passano in  Piazza San Domenico Maggiore (attualmente al n. 9) che, già di per sé, gode di triste fama; si racconta infatti che nel 1590 l’allora padrone del Palazzo, il celebre compositore Carlo Gesualdo Principe di Venosa, avesse sorpreso la propria moglie Maria d’Avalos con il suo amante, il Duca Fabrizio Carafa, e li avesse uccisi per poi portarne i corpi sullo scalone e ammettere il popolo al palazzo perché potesse vedere la sua onta lavata con il sangue. Ma il successivo proprietario ebbe ancora più triste fama; anzi c’è chi solo a sentirne pronunciare il nome ancora si fa il segno della croce, tanta è la paura del Principe Maledetto; rampollo di nobili famiglie del regno di Sicilia, addirittura vantavano una discendenza da Carlo Magno. Di certo fu un personaggio inusuale anche per la Napoli del 700, ricordato come alchimista, esoterista e massone, in realtà era un uomo coltissimo. Merito anche dell’ambiente dove crebbe, orfano di madre fu cresciuto dalla nonna materna la poetessa dell’Arcadia Lucinda Coritesia ovvero la principessa Aurora Sanseverino di Saponara l’odierna Grumento Nova, in provincia di Potenza.  Parliamo di Raimondo di Sangro, o de Sangro, VII principe di Sansevero  nato a  Torremaggiore il  30 gennaio 1710  e morto a Napoli il  22 marzo 1771.

Appassionato di araldica e geografia poi  studiò retorica, filosofia, logica, matematica e geometria, scienza, fisica, greco, latino, . La sua fama è legata alla

cappella Sansevero (detta anche chiesa di Santa Maria della Pietà o Pietatella) è tra i più importanti musei di Napoli.  Questa chiesa, oggi sconsacrata, è attigua al palazzo di famiglia dei principi di Sansevero, da questo separata da un vicolo una volta sormontato da un ponte sospeso che consentiva ai membri della famiglia di accedere privatamente al luogo di culto. Oltre ad essere stato concepito come luogo di culto, il mausoleo è soprattutto un tempio massonico carico di simbologie, che frutto del genio e il carisma di Raimondo di Sangro, , committente e allo stesso tempo ideatore dell’apparato artistico settecentesco della cappella Mentre una leggenda vuole che la chiesa sia stata eretta su un preesistente antico tempio dedicato alla dea Iside

La cappella ospita capolavori come il Cristo velato di Giuseppe  Sanmartino un’opera dove il Cristo morto, sdraiato su un materasso, è ricoperto da un velo che aderisce perfettamente alle sue forme, Da circa tre secoli, infatti, molti visitatori della Cappella, colpiti dal mirabile velo scolpito, lo ritengono erroneamente esito di una “marmorizzazione” alchemica effettuata dal principe, il quale avrebbe adagiato sulla statua un vero e proprio velo, e che questi si sia nel tempo marmorizzato attraverso un processo chimico.

Poi  la Pudicizia e il Disinganno, ed è nel suo insieme un complesso singolare e carico di significati. Essa ospita anche numerose altre opere di pregiata fattura o inusuali, come le macchine anatomiche, due corpi totalmente scarnificati dove è possibile osservare, in modo molto dettagliato, l’intero sistema circolatorio. I due corpi, secondo una leggenda popolare, sarebbero il risultato di esperimenti effettuati da Raimondo di Sangro, Secondo la leggenda popolare, citata già nella guida settecentesca e tramandata tra gli altri anche da Benedetto Croce, il Principe avrebbe usato per i suoi esperimenti due servi iniettando nei loro corpi una sostanza di sua invenzione che avrebbe trasformato in metallo e così salvaguardato il circuito sanguigno. .  Nel febbraio del 2014 un gruppo di medici dell’ospedale San Gennaro di Napoli ha eseguito un esame sulle macchine anatomiche è  emerso che lo scheletro è vero e che il sistema circolatorio è finto, ma compatibili con la vita e che il sistema coronarico è stato riprodotto con grande maestria, benché all’epoca la sua conoscenza era ridotta.

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