AUTOSTRADE PER L’ITALIA: L’INDICAZIONE DEL CDA DELLA SOCIETÀ È SEMPRE STATA QUELLA DI NON ACCETTARE IN ALCUN MODO RISCHI OPERATIVI SULLE INFRASTRUTTURE
Per quanto riguarda l’area dei rischi operativi, nella quale rientrava anche la scheda del Ponte Morandi, il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia ha sempre espresso l’indirizzo di mantenere la propensione di rischio al livello più basso possibile.
ASPI: NUOVO MODELLO DI MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA DI PONTI E VIADOTTI. AVVIATA LA SELEZIONE DI UNA PRIMARIA SOCIETA’ DI LIVELLO INTERNAZIONALE.
ILLUSTRATO PIANO CHE PREVEDE 350 INTERVENTI SULLE OPERE D’ARTE, PER UNA SPESA SUPERIORE A 360 MLN, CON TEMPI DI INTERVENTO DIMEZZATI.
IN FASE DI SVILUPPO UN INNOVATIVO SISTEMA DIGITALE DI GESTIONE DELLE INFRASTRUTTURE.
Roma, martedì 22 ottobre 2019 – L’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi, nella seduta odierna, ha informato il Consiglio di Amministrazione della Società che le attività di monitoraggio e sorveglianza di legge sulle opere d’arte saranno affidate a una primaria società del settore di livello internazionale, la cui selezione è già stata avviata. Pertanto tali attività non verranno più effettuate da SPEA Engineering.
Entro la fine dell’anno sarà inoltre conclusa l’attività di verifica e asseverazione su tutte le 1943 opere d’arte della rete di Autostrade per l’Italia, attività iniziata nel mese di ottobre 2018 e svolta da società di ingegneria esterne al Gruppo.
Sempre sul fronte dei monitoraggi, l’AD ha informato il CdA che Autostrade per l’Italia sta sviluppando operativamente dal mese di maggio 2019 un innovativo sistema digitale per consentire la più efficiente gestione del patrimonio infrastrutturale, dalla fase di ispezione fisica fino al completamento delle attività di manutenzione.
L’AD ha inoltre illustrato al Consiglio di Amministrazione il piano, avviato già a inizio 2019, finalizzato a dare un significativo impulso ai lavori su ponti e viadotti della rete autostradale, dimezzando i tempi di intervento. Il piano prevede risorse per oltre 360 milioni di euro e più di 350 interventi sulle opere d’arte di tutta la rete gestita da Autostrade per l’Italia. Tale importo si va ad aggiungere al programma di manutenzione e investimenti in corso sulla rete di ASPI.
Ponte Morandi “dal 2014 Autostrade e Atlantia avevano in mano un report che avvertiva del rischio crollo”
Per 4 anni nessun intervento
Autostrade per l’Italia e Atlantia, la capogruppo della famiglia Benetton, sapevano che il Ponte Morandi era a “rischio crollo” già dal 2014.
I pm di Genova Massimo Terrile e Walter Cotugno, racconta Repubblica, hanno in mano il documento che lo attesta: è stato trovato dai finanzieri nella sede di Atlantia a Roma e anche in quella di Aspi.
Un documento stilato dall’Ufficio Rischio che dal 2014 al 2016 parla di “rischio crollo”: dicitura che poi nel 2017 diventa improvvisamente “rischio perdita stabilità“
In ogni caso, soltanto 4 anni più tardi, nel febbraio 2018, viene sottoposto alla valutazione del provveditorato alle Opere pubbliche il progetto di retrofitting finalizzato al consolidamento del ponte.
I lavori vengono pianificati per il successivo autunno.
È troppo tardi: il 14 agosto 2018 il ponte crolla e a Genova muoiono 43 persone
La rilevazione di Repubblica smentisce quanto finora i dirigenti di Autostrade hanno dichiarato a magistrati e media.
I risultati dei monitoraggi sul ponte Morandi “non avevano segnalato motivi di allarme o di urgenza”, rispondeva Autostrade nell’ottobre 2018, due mesi dopo la strage.
Il Fatto Quotidiano ha invece raccontato come Aspi fosse consapevole delle fragilità del viadotto già dal 2011, quando parlava di “rischio inagibilità“
Sempre a ottobre 2018, uno dei primi ex dirigenti di Aspi a parlare davanti ai magistrati della procura di Genova fu Mario Bergamo:
“Nel 2015 ricevemmo dei dati sullo stato del viadotto che ci fecero avviare il progetto di retrofitting nello stesso anno. Quei dati mi fecero notare un problema importante. Andai via da Autostrade nel 2016, non so perché si bloccò il progetto“
Il professore Carmelo Gentile docente del Politecnico di Milano che nel novembre 2017 consegnò il suo studio ad Autostrade segnalando le anomalie sul pilone 9 per le “deformate non conformi”, aveva spiegato già un anno fa al pm Terrile che Spea sapeva, aveva calcolato il livello di efficienza che “era sotto uno” e “con quel dato il ponte andava chiuso”
Più di recente, il Finacial Times ha riportato di un rapporto interno ad Atlantia, commissionato dopo il crollo, secondo cui i problemi di sicurezza del ponte Morandi si erano manifestati nei dieci anni precedenti.
Spea è una società controllata da Autostrade che fino a un mese fa era delegata al monitoraggio e alla sorveglianza della rete autostradale.
Ora che dalle inchieste – quella sul Morandi ma anche il filone bis della strage di Avellino – sta emergendo secondo chi indaga un sistematico insabbiamento dei problemi di ponti e viadotti, il gruppo Atlantia ha deciso di togliere il compito di monitoraggio alla sua Spea per affidarsi a un’altra società “di livello internazionale”
Ora emerge un altro documento che, stando a quanto riporta Repubblica, sarebbe poi stato insabbiato.
I pm Terrile e Cotugno ne chiederanno conto ai 73 indagati per omicidio e disastro colposo plurimi.
Secondo il quotidiano, il report era stato presentato ai consigli di amministrazione sia di Atlantia che di Autostrade, proprio per programmare interventi e chiedere consulenze esterne.
Dal 2014 in poi sarebbero infatti aumentate le polizze assicurative sul Morandi
mentre i primi lavori vennero pianificati solo 4 anni più tardi.
AUTOSTRADE PER L’ITALIA: L’INDICAZIONE DEL CDA DELLA SOCIETÀ È SEMPRE STATA QUELLA DI NON ACCETTARE IN ALCUN MODO RISCHI OPERATIVI SULLE INFRASTRUTTURE
Roma: 20 novembre 2019
In relazione a quanto pubblicato oggi da un importante quotidiano nazionale Autostrade per l’Italia, al fine di evitare errori di interpretazione sui contenuti e sulle finalità del sistema di risk management di gruppo, precisa che come ogni altra grande società dispone di una procedura strutturata di gestione preventiva del rischio, nella quale vengono individuati e valutati i potenziali rischi a cui è soggetta la società.
Il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia definisce quindi ad inizio anno la propensione al rischio tollerabile per ogni area aziendale e a fine anno recepisce dal risk officer l’avvenuto rispetto da parte dei dirigenti responsabili – che devono mettere in atto ogni azione preventiva per la gestione di ogni specifico rischio – delle linee guida individuate.
Per quanto riguarda l’area dei rischi operativi, nella quale rientrava anche la scheda del Ponte Morandi, il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia ha sempre espresso l’indirizzo di mantenere la propensione di rischio al livello più basso possibile.
Diversamente dall’interpretazione fornita dall’articolo, ciò significa in realtà che la società non è quindi in alcun modo disponibile ad accettare rischi operativi sulle infrastrutture.
Di conseguenza, l’indirizzo del Consiglio di Amministrazione alle strutture operative è di presidiare e gestire sempre tale tipologia di rischio con il massimo rigore, adottando ogni opportuna cautela preventiva.