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Autostrada A6, radar e sensori hi-tech per controllare la frana del viadotto

NICOLA CASAGLI , docente dell’Università di Firenze, spiega il sistema che porta alla chiusura automatica dell’autostrada in caso di allarme

A6, ecco tutti i motivi per cui potrebbe chiudere di nuovo
Ci sono 3 possibili cause, differenti e indipendenti tra loro: scopriamo quali
di D. Strizioli – A. Chiovelli – 02 Dicembre 2019 – IVG.it
Savona “Apri A6. Chiudi A6”
Sembrano le parole dell’iconico maestro Miyagi di “Karate Kid” (e già diversi meme sono comparsi sui social in merito), ma purtroppo, per i liguri e non, è la triste storia recente dell’A6 Torino-Savona.
E c’è poco da scherzare.
Era stata chiusa lo scorso 24 novembre a causa del crollo, dovuto ad una frana, del viadotto di Madonna del Monte.
Quindi, riunioni, possibili date per riapertura parziale e poi a tutti gli effetti (dovrebbero volerci circa 4 mesi per rivedere il viadotto al suo posto) e il protocollo in Prefettura, che ne ha sbloccato la riapertura, avvenuta venerdì scorso.
Ma ieri è scattata una nuova chiusura, solo precauzionale (che all’inizio sembrava dovuta ad una nuova frana).
E IVG.it, per fare chiarezza e fornire strumenti utili in termini di viabilità ai cittadini, ha deciso di approfondire l’argomento venendo a conoscenza del fatto che sono 3 i motivi, ben distinti e “indipendenti” tra loro, che, anche nei prossimi giorni, settimane e mesi, potrebbero portare a nuove interdizioni del tratto “Savona-Altare”.
Andiamo con ordine.
Due delle tre motivazioni riguardano i “famosi” sensori installati nei pressi del punto franato.
Esistono due sistemi di sensori differenti, entrambi monitorati da Fondazione Cima e Università di Firenze.
Il terzo, infine, riguarda i livelli di allerta meteo. Il primo sistema misura la quantità di pioggia caduta sul posto e in caso di superamento di una certa soglia scatta la chiusura. Il secondo, invece, è legato al movimento della frana (caso specifico riconducibile alla decisione di ieri): in caso venga registrato uno smottamento (o simile) superiore ad una certa entità, ci sarà una nuova chiusura.
L’ultimo riguarda i vari livelli di allerta meteo: in caso di allerta gialla, il tratto resterà sempre aperto (previo “benestare” dei sensori di cui sopra); in caso di allerta rossa, chiusura immediata e per l’intera durata del periodo di allerta (ad esempio, caso recente, dalle 8 a mezzanotte), riaprendo poi al termine; in caso di allerta arancione, infine, la situazione è leggermente più complessa perché scatterà sì la chiusura, ma non dall’inizio alla fine dell’allerta bensì dal momento in cui le prime piogge cominceranno ad interessare il tratto (esempio, allerta arancione dalle 8 alle 24, ma inizio precipitazioni alle 10,30: la A6 chiuderà dalle 10,30 e fino alla fine del fenomeno).
Nota conclusiva importante: tutti e tre i sistemi sono automatici, il che significa che sono previsti proprio dal protocollo siglato in Prefettura e si attueranno senza alcun passaggio burocratico e/o altra autorizzazione.
Autostrada A6, radar e sensori hi-tech per controllare la frana del viadotto

di ARIANNA CODATO 03 DICEMBRE 2019 su IL SECOLO XIX

Savona – «Si tratta di uno dei movimenti franosi più controllati d’Italia in questo momento»: per sorvegliare l’area interessata dalla frana che ha abbattuto un viadotto dell’autostrada A6 è stato messo in campo un sistema di monitoraggio costante all’avanguardia e complesso con diversi macchinari posizionati da cima a valle della collina.

«Si tratta di una frana che risponde direttamente alle precipitazioni e ancora in movimento– spiega Nicola Casagli, professore di geologia applicata dell’università di Firenze – per questo abbiamo messo in campo un monitoraggio complesso e all’avanguardia che rende il movimento franoso tra i più controllati in Italia».

Sulla cima della collina è stato posto un pluviometro in telemisura che misura la quantità di pioggia trasmettendo in diretta i parametri sui telefonini e i computer dei tecnici di Autostrade, dei due centri di competenza nominati dalla Protezione Civile, Fondazione Cima e Università di Firenze, il Comune, la Regione e le forze dell’ordine.

«Poco sotto è stato posizionato un interferometro radar che, ogni tre minuti, mappa tutte le deformazioni della parte alta della frana dove si trovano “appesi” i 10 mila metri cubi di terra e controlla ogni eventuale movimento». Ma è dentro al percorso della frana che si trovano i tre sensori multiparametrici che fanno scattare la chiusura automatica dell’autostrada.

«Sono sensori normalmente usati per le valanghe – prosegue il geologo – e se vengono colpiti attivano automaticamente la sbarra di chiusura. Infine al termine della frana ci sono altri due interferometri che controllano le pile del viadotto con il bypass dove sono installati tutta una serie di prismi riflettori la cui posizione è rilevata da una stazione topografica, tutto collegato online»

Ogni frana è diversa dalla altre, e i sensori per valanghe non erano mai stati usati prima della terra, perciò i sistemi sono stati calibrati più volte: «Domenica, in allerta gialla, alle 23.01 il radar superiore che guarda la frana era andato già in preallarme e, dalle immagini, abbiamo visto una massa di mille metri cubi che si stava muovendo, alle 23.30, con autostrada già chiusa, il primo sensore è stato colpito dalla colata franata molto velocemente. Ieri invece c’è stato un falso allarme, con una piccola pietra che ha colpito il sensore, per questo continuiamo a lavorare per calibrare i macchinari».

Non è semplice agire su una frana e farla scendere.

Si tratta di una situazione particolare, da un lato c’è la priorità di garantire la sicurezza e dall’altra la necessità di mantenere aperto il collegamento tra Liguria e Piemonte

«È possibile che nei prossimi giorni la natura ci aiuti. Lo scenario più probabile è che si frantumi piano piano, o portata via dal rigagnolo di acqua che si è formato lungo il percorso della frana o cadendo a pezzi – spiega Casagli – ma in giornate di pioggia è presumibile che ci siano altre chiusure»

Il sistema di blocco del traffico, una volta che scattano i sensori, viene attivato dal centro di controllo e da società Autostrade che ha predisposto una postazione fissa con degli addetti in prossimità dei varchi, come previsto dal piano di emergenza stabilito con tutti gli enti preposti. In caso di nuove allerte meteo, in gialla si è in fase di attenzione, in arancio e rossa in preallarme.

L’allarme e la conseguente chiusura dell’autostrada, scattano solo quando i pluviometri rilevano la pioggia o se si superano le soglie calibrate negli altri strumenti.

 

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