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È SOLO COLPA DELLA MAESTRA ? Bambino escluso dalla recita natalizia perché autistico

La notizia fa scalpore perché è proprio nelle scuole che un bambino autistico va sostenuto, o meglio, integrato, per imparare a crescere stando con gli altri

Una scuola elementare di Napoli ha escluso un bambino autistico di 5 anni dalla recita scolastica di Natale 2019

Bambino escluso dalla recita natalizia perché autistico


La mamma va su tutte le furie
“Escluso“. Questo era il messaggio del gruppo Whatsapp delle mamma della classe, riferendosi al piccolo bambino che è stato tenuto fuori dalla recita.

Per partecipare a questa recita, le famiglie avevano anche versato un piccolo contributo per la vendita di dolci e piccolo artigianato, attività collaterale, a sostegno della scuola privata dei propri figli.

Quello che è successo in questa scuola è ciò che tutte le mamme di bambini con difficoltà vorrebbero evitare.

La notizia fa scalpore perché è proprio nelle scuole che un bambino autistico va sostenuto, o meglio, integrato, per imparare a crescere stando con gli altri.

Ma questo la scuola non lo ha permesso.

Queste le parole della mamma del bimbo:

“Lo so che il mio piccolo non avrebbe partecipato. So che non parla e non riesce a stare in fila. Non c’e bisogno che lo sottolineasse la maestra, ma per me era importante anche solo vedere il suo nome su quella lista e vederlo quel giorno lì, a saltare e divertirsi a modo suo.Vedere quel suo sorriso dolce, sogno infranto da chi lo ha emarginato invece di integrarlo”

Una storia che fa rabbrividire perché la scuola ha il dovere morale, prima di impartirgli le lezioni di conoscenza, di saper vivere nel mondo attuale, un mondo difficile e che evidentemente non conta nulla o quasi per questa scuola.


COMMENTI A CALDO

Dott. CLAUDIO RICCIO :

“Aberrante, vergogna. Per esperienza professionale potrei dissertare in merito evocando magari concetti quali integrazione(sociale, culturale, scolastica), inclusione, piano di formazione, di recupero, piano pedagogico. Ma di fronte alla inadeguatezza (penso non solo della dirigente scolastica , ma anche dei cd “insegnanti curriculari”) anche il buon senso, in relazione al caso in oggetto, diventa parola vuota. Ho sempre pensato, convinto quasi ideologicamente, che il ruolo dell’insegnante, del “maestro” fosse di gran lunga e strategicamente più importante, più “delicato” di quello dei docenti e di tutti gli operatori di formazione, genericamente intesi. Voglio sperare che sia un caso isolato;la formazione, a qualsiasi titolo è cosa necessaria per alimentare crescita ed apprendimento (studiare, formazione continua, Piaget ); nel frattempo, solidarietà viva ed affettuosa alla signora, alla madre : Le assicuro che la nostra Scuola, la Scuola Italiana è una risorsa del Paese!!”

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