2020, GOVERNO REGIONALE DEBOLE: NON CLASSIFICATO
lettere lucane
È assai difficile, e per certi versi imbarazzante, esprimere una valutazione sulla qualità politica di questo 2020 in Basilicata. Un anno “strano”, indubbiamente, non soltanto a causa della pandemia, ma anche per questa diffusa sensazione di essere governati da una classe dirigente un po’ improvvisata, un po’ stralunata, poco coesa, sempre con quell’aria di essere capitata lì per caso. “Non classificato”, verrebbe da pronunciare, perché si fa molta fatica a capire se è una classe dirigente che ha portato elementi di trasparenza e di equità in un ente dove dominavano familismo e clientelismo, oppure se si tratta di una classe dirigente incapace, inconsapevole, gravemente sprovvista di cultura politica e amministrativa. Sinora, anche per grande rispetto verso la democrazia, e per non esasperare gli animi in un momento difficile come questo, opinione pubblica e opposizione sono stati assai morbidi nel criticare le evidenti mancanze e lacune di questa classe dirigente. E io dico che è stato giusto così, perché bisogna dare tempo a un nuovo gruppo politico emerso vittorioso dalle urne di elaborare una visione, una strategia, un percorso, un gruppo di lavoro, ma anche un modus operandi efficace e condiviso. Ma io penso che nel 2021 questa maggioranza non avrà più l’indulgenza di cui ha potuto godere nel 2020. Perché ora è urgente che la Basilicata elabori degli obiettivi importanti, una visione, un programma ambizioso, un piano industriale affinché sia chiaro a tutti in che direzione si vuole far andare la Basilicata da un punto di vista istituzionale, economico, politico, ecc. Va bene governare l’emergenza, va bene occuparsi delle contingenze, va bene mettere toppe e pezze, ma la politica senza l’elaborazione di un percorso ambizioso rischia di far cadere la nostra Regione nell’irrilevanza e nella mediocrità. Un giorno in un bar di Potenza un signore mi ha detto: “Quelli di prima erano bravi ma rubavano, quelli di adesso forse non rubano ma non sono per niente capaci”. Al netto di alcune brutalità, mi pare che quella “sentenza” coglieva qualcosa di vero, anzitutto a proposito della sensazione di avere al governo una classe dirigente non tanto capace, un po’ improvvisata. Purtroppo giornali, siti, sindacati, associazioni di categoria e partiti non stanno vivendo un momento di grande vitalità, e questa stanchezza influisce non poco nell’accrescere la penuria culturale, politica, ideologica e programmatica della maggioranza, che vivacchia in un quotidiano disordinato, senza mai riuscire a dominare i processi o addirittura a suscitarli e a indirizzarli. Di “nuovo” sinora abbiamo visto ben poco. Certi vecchi vizi da notabilato, invece, o da macellai arricchiti, purtroppo, non sono scomparsi, ma questo fa parte evidentemente della miseria umana, che è un tema che riguarda tutti, ma che non dovrebbe riguardare chi ricopre cariche elettive o ha l’onore di svolgere incarichi pubblici. Insomma, la Basilicata politica vive in un limbo, in una sorta di nebbioso autunno un po’ intontito. Ovviamente la responsabilità principale ricade sul Presidente della Regione Vito Bardi, nel cui ruolo si sintetizzano tutte le anime e le posizioni culturali della maggioranza, ma a volte appare così estraneo a se stesso, così ignaro del ruolo che ricopre, così distante dalla storia sociale e culturale della Basilicata, così inconsapevole dei modelli con cui si confronta storicamente col suo ruolo, che quasi ci si sentirebbe in colpa a criticarlo, perché è pur sempre un uomo adulto con alle spalle una storia che merita rispetto. Ma se un Presidente non viene criticato solo per rispetto “paterno” non è un bel segnale