Finisce in Parlamento il NO della RAI alla proposta di Rula Jebreal al Sanremo2020
Il punto è che così è stato avvalorato il modello di squadrismo digitale che per ottenere ciò che vuole produce sistematici linciaggi e gogne mediatiche
#iostoconRula
Finisce in Parlamento il no della Rai alla Jebreal a Sanremo
Il Pd: “Chi ha posto il veto?”
VALERIA FEDELI :
Chi può avere qualcosa in contrario a portare sul palco del festival di Sanremo una denuncia forte della violenza contro le donne? Credo che tutte le forze politiche, senza distinzioni di parte, dovrebbero esprimere un convinto sostegno alla proposta di Rula Jebreal di invitare a questo scopo Michelle Obama o Oprah Winfrey, personaggi straordinari, tra le donne più famose al mondo e da sempre impegnate su questo fronte. Leggo con sgomento che, nonostante anche il conduttore e direttore artistico della kermesse canora Amadeus si fosse detto entusiasta dell’iniziativa e fossero già da tempo partite le trattative con l’ex First Lady, inspiegabilmente tutto si sarebbe fermato. Chi ha posto il veto? La Rai cosa ha da dire? Se addirittura il Papa nella sua omelia ha messo al centro la donna e denunciato l’oltraggio della violenza, non si capisce perché non si possa parlare di questo, dell’obbligo che ha l’Italia di dare piena attuazione alla legge 71 che attua la Convenzione di Istanbul, anche in prima serata, sulla prima rete della tv pubblica, in occasione dell’appuntamento televisivo più seguito dell’anno. Sarebbe un’occasione straordinaria che va realizzata e sostenuta a tutti i livelli: politico, istituzionale, culturale e del mondo radio televisivo.
La decisione della Rai di dire no alla giornalista Rula Jebreal sul palco di Sanremo finisce in Parlamento
Italia Viva attacca: “Discriminazione di Stato”
Il presidente dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, attacca:
“Dieci donne a Sanremo2020 ma non Rula Jebreal. Nessuno spazio ad una nuova italiana di successo. Nella narrazione sovranista stona e anche parecchio. La Rai, la tv pubblica, si piega al diktat di Salvini. Credo sia semplicemente vergognoso. Ho deciso di portare il caso in vigilanza Rai ed intanto denuncio pubblicamente un’autentica discriminazione di Stato. Non possiamo stare zitti”
Critica sulla decisione della Rai anche Valeria Fedeli del Pd:
“Chi può avere qualcosa in contrario a portare sul palco del festival di Sanremo una denuncia forte della violenza contro le donne? Credo che tutte le forze politiche – afferma -, senza distinzioni di parte, dovrebbero esprimere un convinto sostegno alla proposta di Rula Jebreal di invitare a questo scopo Michelle Obama o Oprah Winfrey, personaggi straordinari, tra le donne più famose al mondo e da sempre impegnate su questo fronte. Leggo con sgomento che, nonostante anche il conduttore e direttore artistico della kermesse canora Amadeus si fosse detto entusiasta dell’iniziativa e fossero già da tempo partite le trattative con l’ex First Lady, inspiegabilmente tutto si sarebbe fermato. Chi ha posto il veto? La Rai cosa ha da dire?. Se addirittura il Papa nella sua omelia ha messo al centro la donna e denunciato l’oltraggio della violenza, non si capisce perché non si possa parlare di questo, dell’obbligo che ha l’Italia di dare piena attuazione alla legge 71 che attua la Convenzione di Istanbul, anche in prima serata, sulla prima rete della tv pubblica, in occasione dell’appuntamento televisivo più seguito dell’anno. Sarebbe un’occasione straordinaria che va realizzata e sostenuta a tutti i livelli: politico, istituzionale, culturale e del mondo radio televisivo”
La Rai ha deciso: Rula Jebreal non sarà al fianco di Amadeus al prossimo Festival di Sanremo
Il presentatore aveva lanciato la proposta. La Rai in queste ore, al momento della firma del contratto, si è tirata indietro.
Meglio di no. Meglio dare retta a Capezzone e ai razzisti da tastiera.
Meglio dare retta e far decidere a questa Italia che odia, piuttosto che all’Italia che avrebbe desiderato sul palco una giornalista preparata, colta, capace.
E non solo di bella presenza.
Fosse solo figa sarebbe andata bene.
Però diciamocelo: ha questa storia qui della testa pensante che non va bene. E poi queste sfumature epidermiche così fastidiose. E la preparazione, le lingue, le origini non ariane.
No. Meglio di no. Meglio seguire i gusti di Capezzone e Napalm58.
Perché Sanremo è Sanremo. E l’Italia è l’Italia. Complimenti.
Hanno insultato, hanno offeso, hanno intimidito.
E oggi la Rai gliela dà vinta: Rula Jebreal non andrà a Sanremo.
La sua presenza è stata infatti valutata e bocciata “per questioni di opportunità”
Una brutta pagina è stata allora scritta.
Perché il punto non è Rula.
Il punto non è che questa donna possa piacere o non piacere a tutti.
Il punto è che così è stato avvalorato il modello di squadrismo digitale che per ottenere ciò che vuole produce sistematici linciaggi e gogne mediatiche.
Ancora peggio: così si è detto al sovranismo che se qualcosa o qualcuno non gli piace gli basta urlare e insultare per farlo mettere da parte.
Per ottenere ciò che vuole.
E questo è un qualcosa che in democrazia non dovremmo accettare.
Anzi: che non dobbiamo accettare.
Per nessuna ragione al mondo.
#sapevatelo2020
CASO Rula Jebreal
Potevano descriverla in vari modi tra cui:
– giornalista italiana
– giornalista italiana di origine palestinese
– “giornalista palestinese, naturalizzata italiana”.
– giornalista italopalestinese
Hanno scelto la terza ipotesi. Secondo voi cambia qualcosa al senso della storia che si vuole raccontare?
La Rai ha detto NO alla sua presenza a Sanremo. È così tutto faticoso.
«Sabato scorso mi hanno telefonato dalla RAI pregandomi di fare io il passo, di rinunciare spontaneamente a Sanremo. Mi sono rifiutata. Gli ho mandato un messaggio scritto: se volete censurarmi dovete essere voi ad assumervene la responsabilità. Evidentemente qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi, a persone diverse come me che appartengono a un’Italia inclusiva, tollerante, aperta al mondo, impegnata in missioni di dialogo e di pace.
Salvini?
Certo in Rai c’è un brutto clima e gli attacchi sono partiti da persone a lui vicine. Trasmettono un’immagine chiusa, vecchia dell’Italia.
Cosa vuol dire essere italiani?
Avere tutti la pelle dello stesso colore e le stesse idee?
L’Italia che noi sogniamo per i nostri figli è un paese collegato al resto del mondo. È un’Italia in cui c’è posto per Salvini ma anche per Liliana Segre e, se permettete, per Rula Jebreal. Io ho solidarizzato con Giorgia Meloni quando ha subito insulti misogini. Non vorrei che donne prestigiose e testimoni di violenza si sentissero allontanate dalle nostre manifestazioni più importanti. Mia madre si è suicidata dopo aver subito uno stupro. Penso sempre a lei quando visito i paesi in guerra. Sono stata la prima donna inviata dal New York Times in Siria dopo lo scoppio del conflitto»
IO STO CON RULA!