MORTE DI ANNAMARIA SORRENTINO, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: LETTERA APERTA A FEDERICA SCIARELLI
Inventarsi un omicidio non è indolore per nessuno, in caso di archiviazione, i familiari del deceduto non riusciranno a farsene una ragione; in caso di condanna, un innocente pagherà per un omicidio mai avvenuto
MORTE DI ANNAMARIA SORRENTINO, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: LETTERA APERTA A FEDERICA SCIARELLI
Ursula Franco è medico e criminologo, è allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (una tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari.
È stata consulente dell’avvocato Giuseppe Marazzita, difensore di Michele Buoninconti; è consulente dell’avvocato Salvatore Verrillo, difensore di Daniel Ciocan; ha fornito una consulenza ai difensori di Stefano Binda dopo la condanna in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi.
Binda, il 24 luglio 2019, è stato assolto per non aver commesso il fatto.
Dall’ottobre scorso, la Franco è consulente di Paolo Foresta, che è difeso dall’avvocato Giovanni Pellacchia.
Gentile Federica Sciarelli
in vista della puntata di mercoledì la invito a moderare i toni riguardo al signor Paolo Foresta, marito della povera Annamaria Sorrentino.
Prima di esprimervi sul caso ascoltate nuovamente l’intervista che vi ha rilasciato il marito della dottoressa che per prima soccorse Annamaria, un’intervista che prova senza ombra di dubbio che Annamaria fece tutto da sola.
Non c’è modo di cambiare i fatti relativi ad un caso giudiziario. Le cose accadute sono immarcescibili.
Chi falsifica o dissimula non è paladino di una nobile causa ma nemico della verità e della giustizia.
Ve lo dico non solo per Paolo Foresta ma anche per i familiari di Annamaria.
Non esistono verità di comodo, in un caso giudiziario esiste solo la verità dei fatti. Troppe volte avete lasciato credere ai familiari di soggetti che si sono suicidati o a quelli di vittime di morte accidentale che ci fosse un omicida da punire.
Mi riferisco alla morte di Sissy Trovato Mazza, Mario Biondo, Licia Gioia, Mattia Mingarelli e a quella di Elena Ceste.
Nel caso Ceste siete complici di un grossolano errore giudiziario, in altri casi avete impedito ai familiari dei deceduti di elaborare il lutto e li avete costretti ad una vita di odio e di rabbia.
Inventarsi un omicidio non è indolore per nessuno, in caso di archiviazione, i familiari del deceduto non riusciranno a farsene una ragione; in caso di condanna, un innocente pagherà per un omicidio mai avvenuto.
In fede
Ursula Franco, consulente della difesa di Paolo Foresta
*