BasilicataEventi e Cultura

A BELLA, “ROMEO TI LOVVO”

Da 40anni combattiamo un’unica malattia: il pregiudizio e il teatro ci aiuta

Con lo spettacolo teatrale “Romeo ti lovvo” Aurora, i ragazzi e le ragazze dell’Associazione Italiana Persone Down della provincia di Potenza, presso la Sala Periz di Bella hanno regalato un pomeriggio di sano divertimento, grazie anche all’impegno dell’Amministrazione Comunale di Bella.  «Lo spettacolo è il frutto sapiente di un laboratorio che per molti mesi è stato portato avanti dai ragazzi, guidati da una equipe di psicologi e operatori qualificati che con loro si sono messi in gioco anche sulla scena a Bella e in molti altri teatri della provincia di Potenza, con grande successo -ci racconta da Bella Mario Coviello- Sono loro che hanno ideato e creato le scenografie e raccontano in sei sequenze la storia dell’amore. Adamo ed Eva, la “Santa Annunciazione” napoletana, Giulietta al balcone a Verona mentre dice sì al suo Romeo, Cyrano de Bergerac che suggerisce a Cristiano parole d’amore per la dolce Rossana, e infine l’amore al tempo dei “figli dei fiori” e quello di oggi dei social».  Carmela De Vivo, presidente dell’AIPD della provincia di Potenza ha raccontato che l’Associazione si compone di ha 45 soci ordinari e opera nella provincia da 26anni. La figlia Giulia è nata nel ‘91 e con suo marito si è chiesta come aiutarla, come rompere l’isolamento intorno ai ragazzi down, e hanno cominciato a conoscere e frequentare i genitori dei bambini e delle bambine con sindrome di down e, racconta Carmela, «insieme abbiamo cercato soluzioni. La sede nazionale dell’Associazione Persone Down ci ha dato il supporto scientifico e culturale per avviare percorsi di autonomia per i nostri figli che hanno imparato a scuola, a casa, con gli altri nella sede provinciale dell’AIPD, a uscire di casa da soli, a prendere l’autobus, a fare la spesa. Abbiamo presentato progetti che hanno consentito ai nostri figli di vivere in autonomia assistita in appartamento a Potenza e posso oggi dire con orgoglio e speranza che ben dieci dei nostri soci su quarantacinque hanno trovato lavoro negli uffici, in un supermercato, nelle mense. Dal 2017 abbiamo cominciato ad aiutare i nostri figli a vivere l’amore, come raccontano nel video che ha preceduto lo spettacolo teatrale. Da quarant’anni combattiamo un’unica malattia: il pregiudizio e il teatro ci aiuta molto perché ciascuno dei ragazzi e delle ragazze può fare quello per cui è portato, esprimere i propri talenti e dimostrare sul palco che sa imparare una parte, recitare, ballare, è capace di ironizzare sui suoi limiti. Quando lo sguardo di qualcuno si posa su mia figlia spero sempre che non si fermi all’handicap ma vada oltre e incontri la persona, Giulia, con i il suo “caratterino”, le sue insicurezze e certezze, il suo diritto a sognare, ad amare”.

 

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