Il Coronavirus è una patologia a rapida diffusione dai sintomi molto simili a quelli di un’influenza
Smettere di frequentare i propri amici di origine cinese o di recarsi a cena al ristorante cinese sotto l’angolo è, evidentemente, un’indicazione priva di ogni serio ed affidabile fondamento scientifico.
Il consiglio è quello di non farsi prendere da psicosi ingiustificate e di reperire le informazioni sempre e solamente presso fonti ufficiali, quali per esempio il Ministero della Salute o il proprio medico di base.
Coronavirus: stop al panico e spazio alla corretta informazione!
Il Coronavirus è una patologia a rapida diffusione dai sintomi molto simili a quelli di un’influenza.
Conosciamola più da vicino e ricordiamo che è disponibile il numero di telefono 1500 che fornisce informazioni 24 ore su 24
di Ilaria Scremin
Sta suscitando grande apprensione e alcuni episodi di paura ingiustificata la diffusione del Coronavirus 2019-nCoV che, a partire dalla Cina, minaccia di propagarsi a macchia d’olio anche nel resto del mondo. Se da un lato alcune metropoli cinesi si sono trasformate in città fantasma a causa della quarantena, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha assegnato al virus un livello di rischio pari a 5, indicante un “rischio globale elevato”, dall’altro il panico appare comunque ingiustificato. Nel momento in cui scriviamo (31 gennaio 2020) i casi segnalati in Europa sono solo una decina, due dei quali, come confermato da fonti istituzionali, proprio in Italia. I casi accertati nel nostro paese si riferiscono a due turisti cinesi giunti in Italia prima che i voli in entrata ed uscita dalla Cina fossero del tutto sospesi. La coppia, che proviene proprio dalla provincia di Wuhan, epicentro dell’epidemia, è stata messa in isolamento ed è in cura presso l’Istituto per Malattie Infettive Spallanzani di Roma. Qui, la guerra al Coronavirus era già in corso da giorni: il via vai di cittadini cinesi che vi si recavano anche per un semplice controllo, non era passato inosservato. E mentre il ministro della Salute Roberto Speranza conferma che “la situazione è seria, ma non bisogna fare allarmismi” e che è tutto sotto controllo, c’è chi invece vive l’attuale emergenza sanitaria con un approccio più catastrofista del necessario. In realtà, più dell’agente patogeno, il pericolo è proprio che si alimentino false paure come avvenne per la sindrome della “mucca pazza”, Ebola, la febbre aviaria o l’influenza suina.
Cerchiamo dunque di fare chiarezza sul Coronavirus, mettendo un po’ d’ordine tra scienza e disinformazione
Cina: l’origine dell’epidemia
Stando alle notizie diffuse attraverso i primissimi comunicati divulgati dal governo cinese, l’epidemia sembra aver avuto inizio presso il mercato ittico della città di Wuhan, fiorente e popoloso centro della Cina centrale. In seconda battuta, tuttavia, ed a seguito di un autorevole articolo apparso sulla rivista scientifica The Lancet, sembrerebbe che la teoria degli animali selvatici presenti al mercato ittico come portatori e diffusori del virus 2010-nCoV non possa essere del tutto avvalorata. Una teoria si basa quasi esclusivamente sulla constatazione oggettiva che la contiguità uomo-animali, unita a condizioni igienico-sanitarie precarie, potrebbe rappresentare l’habitat ideale per un gran numero di virus, che troverebbero terreno fertile non solo per sopravvivere, ma anche per mutare adattandosi a nuovi ospiti. Effettivamente, il primo paziente ad aver contratto il Coronavirus 2019-nCoV il 1° dicembre 2019, sembra non essere mai stato nel mercato ittico di Wuhan, e come lui 13 dei successivi 40 pazienti oggetto di contagio. E’ probabile dunque – come suggerito anche dall’esperto virologo Daniel Lucey della Georgetown University – che l’origine dell’epidemia di Coronavirus non sia ancora del tutto chiara, e che siano stati i malati stessi a diffondere la patologia all’interno del mercato, e non, come ipotizzato inizialmente, il contrario.
Coronavirus: caratteristiche dell’agente patogeno e sintomi
Tralasciando per un momento le ipotesi sull’origine della patologia, risulta abbastanza chiaro che il Coronavirus 2019 n-CoV si caratterizza per una certa aggressività non tanto per quanto riguarda la sintomatologia, ma in virtù della capacità di accelerazione del contagio.
Il virus appare particolarmente pericoloso per soggetti che presentino già altre patologie, così come per i bambini e gli anziani (con una certa preponderanza degli uomini rispetto alle donne).
Ma cosa sappiamo sui Coronavirus?
Si tratta di una famiglia di agenti patogeni (7, per la precisione) già noti alla ricerca scientifica: sono virus in grado di legarsi all’acido ribonucleico – RNA – per diffondersi e moltiplicarsi all’interno dell’organismo. Al microscopio, hanno l’aspetto di tanti piccoli globuli circondati da una serie di piccole punte, che li fanno assomigliare proprio a delle corone: di qui il nome di Coronavirus. Grazie alla loro forma particolare, i virus riescono ad attaccarsi alle cellule dell’organismo infettato, cercando di modificarne il comportamento ed innescando, di fatto, una risposta del sistema immunitario: la febbre. Il primo sintomo della patologia è proprio un innalzamento della temperatura corporea, seguito da mal di gola, congestione nasale, spossatezza.
I sintomi del Coronavirus sono quindi del tutto simili a quelli di una banale influenza, se non fosse che esso ha anche un notevole tropismo per le cellule dell’apparato respiratorio. Ciò significa che, con il progredire della patologia, in soggetti immunodepressi o già compromessi da altre patologie, le complicanze del virus possono riguardare l’apparato respiratorio, con sintomi assimilabili a quelli della polmonite e della già nota SARS (anch’essa causata da un Coronavirus), che ricordiamo fece capolino nel 2002 nella medesima area geografica.
Solo in questi casi particolari il Coronavirus 2019 n-CoV può assumere le caratteristiche di una patologia letale. Ricordiamo, ad ogni modo, che ciascuna patologia ha le sue caratteristiche specifiche, e che esperti, ricercatori e virologi sono ancora al lavoro per definire il profilo genetico del ceppo 2019 n-CoV.
Come avviene la trasmissione del Coronavirus
Vanno sfatati i falsi miti di una propagazione pandemica inarrestabile. La trasmissione del Coronavirus avviene da persona a persona attraverso le mucose, in primis attraverso le microparticelle di saliva. Di qui l’uso esteso delle mascherine per la bocca specie nelle aree maggiormente colpite che, a detta degli infettivologi, possono aiutare a prevenire il contagio (a patto che le si indossi correttamente, senza spostarle o toccarle frequentemente con le mani non pulite). I rischi di contagio sono quindi circoscrivibili agli ambienti familiari, agli amici o colleghi di lavoro o a situazioni in cui ci si ritrova in luoghi particolarmente affollati, come autobus, treni, ma anche cinema, teatri, centri commerciali ed affini.
Per ciò che concerne il contagio, inoltre, e diversamente da quanto accadeva con la SARS, il Coronavirus si può diffondere anche durante il periodo di incubazione, il che lo rende subdolo, insidioso e di non facile gestione. E’ necessario mettere in conto che è possibile essere contagiati anche da persone che non mostrano alcun sintomo in atto. L’incubazione ha una durata variabile, che va da 1 a 14 giorni.
Reale area di diffusione del Coronavirus
Numeri alla mano, alla data di oggi (fine di gennaio), il ceppo 2019 n-CoV ha causato 107 decessi, oltre 4.500 casi confermati ed altri 7mila in attesa di conferma della diagnosi in estremo oriente.
Nonostante la Repubblica Popolare Cinese rappresenti l’epicentro della pandemia, la reale area di diffusione del Coronavirus è potenzialmente globale. Non vi è angolo del mondo – come confermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – dove la patologia non si possa teoricamente manifestare. I primi casi registrati al di fuori dei confini nazionali cinesi si riferiscono a Stati Uniti d’America, Canada, Taiwan, Corea del Sud, Singapore e Giappone. Lo stesso vale per il Vecchio Continente dove il numero di casi registrati è certamente destinato a salire.
Rischi di propagazione in Italia
A seguito della conferma dei primi due casi di Coronavirus sul territorio italiano, il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria coerentemente con quanto già fatto in precedenza dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: tutti i voli in entrata ed in uscita dalla Cina sono stati sospesi. Negli aeroporti internazionali di Milano Malpensa e Roma Fiumicino sono in corso quotidianamente controlli a tappeto sui passeggeri in transito, con l’ausilio di speciali scanner termici volti a verificare eventuali anomalie della temperatura corporea. Nell’eventualità si dovesse individuare un passeggero con sintomi di tipo influenzale, si procede al trasferimento presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive di Roma per ulteriori accertamenti.
L’approccio del media al fenomeno, tra accuratezza e bufale
Nel giro di poche settimane il Coronavirus è passato da fenomeno prettamente sanitario a fenomeno mediatico dalle proporzioni inimmaginabili. Non vi è testata giornalistica che non abbia trattato ed affrontato a più riprese l’argomento. La rapidità del contagio, l’evoluzione repentina della situazione sanitaria e dei numeri che riguardano la diffusione della patologia ha spesso impedito ai media di fornire un’informazione precisa e puntuale. Come conseguenza di questo approccio non sempre troppo accurato e quasi totalmente privo di quel rigore scientifico che in questi casi dovrebbe essere fattore imprescindibile, si è venuto a creare un clima di ansia, psicosi ed allarmismo che non ha fatto altro che alimentare “bufale” e fake news, talvolta assolutamente inverosimili.
Come prevenire il Coronavirus?
Per quanto riguarda la prevenzione del Coronavirus, cosa sappiamo? Vi sono alcuni consigli di indole generale che si possono applicare a tutti i virus, dal raffreddore fino al Coronavirus:
• lavare frequentemente le mani (con acqua e sapone ove possibile, oppure con un prodotto antibatterico);
• lavare frequentemente anche il viso;
• evitare di toccarsi frequentemente bocca, naso e occhi con le mani;
• arieggiare spesso gli ambienti di casa;
• lavare bene gli alimenti;
• consumare la carne sempre previa accurata cottura;
• anche in famiglia, usare salviette personali per la propria igiene;
• usare un fazzoletto per starnutire;
• mantenersi ad un metro e mezzo/due di distanza da persone eventualmente influenzate, che tossiscono o starnutiscono.
Conclusioni e consigli
Smettere di frequentare i propri amici di origine cinese o di recarsi a cena al ristorante cinese sotto l’angolo è, evidentemente, un’indicazione priva di ogni serio ed affidabile fondamento scientifico.
Il consiglio è quello di non farsi prendere da psicosi ingiustificate e di reperire le informazioni sempre e solamente presso fonti ufficiali, quali per esempio il Ministero della Salute o il proprio medico di base.
Coronavirus: stop al panico e spazio alla corretta informazione!
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